Quattordici i giovani di origine nordafricana identificati e denunciati per un video postato su TikTok in cui venivano pronunciate offese nei confronti dell’Italia: tra loro anche un italiano. Su segnalazione politica al vaglio anche il video di un guineano che intervista alcuni giovani musulmani che rendono grazie ad Allah
Sono 14 i giovani identificati e denunciati da polizia e carabinieri per il video pubblicato sui social con «vaffa» agli italiani e offese alla polizia girato durante la notte di Capodanno in piazza Duomo. Tra loro diversi ragazzi, quasi tutti tra i 18 e i 20 anni, di origine marocchina, tunisina ed egiziana. Ma anche un italiano residente in un piccolo comune del Pavese, figlio di una donna che convive con un tunisino. Proprio lui, secondo i primi accertamenti della polizia, sarebbe l’autore degli insulti all’Italia e del gesto del dito medio ripreso in un video di pochi secondi postato su TikTok da un amico.
Le immagini sono state realizzate durante i festeggiamenti spontanei in Duomo (non era previsto alcun evento ma in piazza c’erano comunque oltre 25 mila persone) da un gruppo di giovani che si trovava, insieme a molti altri, «arrampicato» al piedistallo della statua a Vittorio Emanuele. Tra i ragazzi compare per pochi istanti anche un giovane con un passamontagna (capo d’abbigliamento molto in voga tra i cosiddetti «maranza») che non è ancora stato identificato e che rivolge insulti alla polizia.
L’indagine era stata sollecitata a gran voce in queste ore da diversi esponenti politici di centrodestra. Che ora accusano attraverso Fratelli d’Italia e Lega: «Non un commento, né un cenno di provvedimento da parte della sinistra milanese che governa la città dal 2011». Martedì il Viminale aveva fatto sapere di aver chiesto accertamenti alle forze di polizia su questi video in vista di una informativa da depositare in procura per valutare eventuali reati. Note che sono già arrivate sul tavolo del procuratore Marcello Viola, che coordina anche le indagini antiterrorismo, e del pm Enrico Pavone che si occuperà del fascicolo. Nelle scorse ore il prefetto Claudio Sgaraglia aveva avuto un confronto con il procuratore Viola proprio in vista dell’apertura del fascicolo. Gli accertamenti sono affidati da un lato alla squadra Mobile e dall’altro ai carabinieri del Nucleo informativo di Milano.
L’ipotesi alla quale lavorano i magistrati riguarda gli articoli 290 e 291 che configurano il vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate. Gli identificati sono giovani che gravitano solo in parte sull’area milanese (uno di loro è residente a San Siro) mentre gli altri vengono dalle province di Parma, Brescia, Como, Varese, Biella e si trovavano a Milano per festeggiare il Capodanno. Alcuni di loro hanno piccoli precedenti di polizia per reati contro il patrimonio. Si tratta di un 23enne egiziano incensurato che vive a Paderno Dugnano, un 20enne egiziano domiciliato nel Comasco con piccoli precedenti, un 18enne con nome arabo nato e residente a Brescia, un 20enne tunisino con precedenti, che è l’autore del video, e il giovane pavese. A questi si aggiungono un 19enne tunisino, un 16enne egiziano, un 17enne, un 18enne e due 22enni, tutti tunisini e residenti nel Biellese che erano sul monumento a Vittorio Emanuele e sono stati fatti scendere dalla polizia.
Tre degli identificati per i video sarebbero anche stati segnalati durante la serata con l’ordine di allontanamento per il provvedimento delle «Zone rosse». Mentre due stranieri irregolari identificati durante la serata sono finiti al Cpr.
Al vaglio c’è anche un secondo video, sempre segnalato da politici, in cui un tiktoker guineano di 33 anni, incensurato e che abita a Milano, intervista alcuni giovani nordafricani e uno di loro dice di non festeggiare il Capodanno in quanto musulmano ma di essere in piazza solo per osservare i fuochi d’artificio. Parole alle quali segue una preghiera in arabo e il grido «Allah akhbar» degli amici. La Digos sta invece facendo verifiche sui video della polizia scientifica realizzati intorno alle 21, quando alcuni giovani nordafricani hanno esposto una bandiera della Palestina e gridato cori contro Israele. Analisi anche sui filmati della breve sassaiola contro la polizia in via Zamagna a San Siro e di alcuni giovani che hanno «sparato» fuochi d’artificio contro vigili del fuoco al lavoro per spegnere un piccolo rogo provocato dai botti ad Abbiategrasso.
Resta da capire se, dopo le burrasche politiche di queste ore, siano davvero configurabili reati nei confronti dei giovani identificati e se generici insulti agli italiani e alla polizia pubblicati via social possano essere perseguibili penalmente come vilipendio alle istituzioni. Cosa che, al momento, è tutt’altro che chiara.
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