Una truffa da mezzo milione di euro all’Ente per il diritto allo studio della Regione Piemonte: sono 80 gli studenti di nazionalità straniera (in maggior parte di nazionalità iraniana, indiana e pakistana) coinvolti in una indagine condotta dalla Guardia di finanza di Torino, con l’operazione Fake home, che ha fatto luce su un meccanismo di frode finalizzato all’indebito ottenimento di borse di studio erogate dall’Edisu, in assenza dei requisiti previsti.
Come è nata l’indagine
L’attività, coordinata dalla locale Procura della Repubblica e condotta dal primo Nucleo operativo metropolitano Torino, ha tratto origine da un’autonoma attività investigativa finalizzata ad approfondire l’incongruenza riscontrata tra il numero di contratti di locazione stipulati da un 37enne di origine ucraina residente a Torino e le effettive capacità occupazionali dei quattro immobili in suo possesso: qui, oltre ai reali occupanti, risultavano infatti convivervi, formalmente, ben 66 studenti. Le indagini hanno accertato la presenza dei soli reali occupanti e la conseguente avvenuta stipula di contratti di locazione fittizi con gli studenti stranieri i quali, in realtà, erano stati ospitati da amici, oppure vivevano presso altri domicili, in assenza di regolari contratti.
Affitti fittizi, borse di studio vere
Grazie alla compiacenza del 37enne, gli studenti extracomunitari avevano indebitamente autocertificato all’Edisu la disponibilità di un alloggio a titolo oneroso, presupposto necessario per perfezionare le istanze per le borse di studio, mentre l’affittuario aveva ottenuto illeciti compensi, compresi tra i 500 e i 600 euro per ogni contratto fasullo. Le Fiamme gialle hanno, inoltre, accertato che il fenomeno illecito veniva alimentato tramite “passaparola” all’interno della comunità universitaria, mediante chat di diversi social media. Dalla relativa analisi, i finanzieri hanno individuato un ulteriore proprietario di alloggi, un italiano 34enne residente anch’egli nel capoluogo piemontese, che ha consentito a 3 studenti stranieri di beneficiare di analoghe indebite provvidenze pubbliche. All’esito delle attività, è emerso che il meccanismo fraudolento individuato dalla Guardia di finanza ha consentito agli studenti stranieri sia di risultare vincitori, per gli anni accademici 2022/2023 e 2023/2024, di borse di studio dell’importo complessivo di complessivi 513.522,95 euro, finanziate in parte con risorse del PNRR, sia di beneficiare dell’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie, erogate in due tranche annuali. Per quanto riguarda le procedure concorsuali relative all’anno accademico 2024/25, tuttora in corso, sono state segnalate ulteriori 11 posizioni, per le quali l’Edisu Piemonte ha proceduto alla loro esclusione dalla graduatoria.
I numeri
A chiusura dell’operazione, sono risultate 26 le persone complessivamente deferite all’autorità giudiziaria (due proprietari di immobili, un intermediario e 23 studenti), in quanto per gli inquirenti – ritenute responsabili (direttamente oppure a titolo di concorso) di indebite percezioni di erogazioni pubbliche. Nei confronti di ulteriori 47 studenti, in considerazione del montante delle somme indebitamente percepite, sono state unicamente irrogate sanzioni amministrative per complessivi 404.544,61 euro. Tra questi ultimi, anche uno di quelli segnalati all’autorità giudiziaria, in quanto per una annualità aveva superato il limite – fissato dalla Legge in 3.999,96 euro. L’attività svolta dal corpo ha consentito all’Ente regionale per il diritto allo studio universitario del Piemonte di richiedere la restituzione dei benefici già concessi per 323.807,45 euro e di bloccare l’erogazione di ulteriori contributi non dovuti per 189.715,50 euro.
Passaparola social
“Qualcuno ha bisogno di un contratto utile per l’Edisu? Non la casa, solo il contratto, scrivetemi in privato. Due o tre contratti sono disponibili“. Era con messaggi come questo sulle chat dei social che agli studenti, coinvolti nell’operazione della Guardia di finanza di Torino sui falsi contratti d’affitto per ottenere borse di studio dall’Ente regionale del Piemonte per il diritto allo studio, Edisu, veniva offerta, dietro pagamento, la possibilità di dichiarare una residenza sul territorio regionale, requisito necessario per ottenere il beneficio.
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