Pitti Uomo. Lusso sobrio, coraggio e hi-tech, il Made in Italy reagisce alla crisi

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Parlare di ottimismo, qui a Pitti, sarebbe avventato. L’aria che si respira nella Fortezza da Basso però non è né cupa né pessimista, nonostante il calo di consumi e fatturati. C’è cautela, certo, ma c’è anche la consapevolezza che restare immobili aspettando tempi migliori non è fattibile. A prevalere dunque sono una misurata positività e la voglia di fare per invertire la tendenza; a proposito di invertire la tendenza, durante l’incontro stampa d’apertura, il ministro delle imprese Adolfo Urso, si è collega in videoconferenza confermando che dell’emergenza del comparto moda si parlerà al tavolo previsto il prossimo 24 gennaio a Palazzo Piacentini sede del Ministero delle Imprese e del made in Italy. Nel frattempo, la cassa integrazione per la moda è stata prorogata fino alla fine di gennaio.

A contare per la ripartenza è però, ovviamente, quello che i marchi proporranno nei prossimi mesi. E l’idea comune, a Firenze, è che bisogna rimanere fedeli alla propria identità. «Per questo siamo qui con la nostra linea Stichless: capi d’indole sportiva ma rifiniti nel design, senza cuciture, incollati e termo-nastrati», spiega Roberto Ricci di RRD. «L’ispirazione sono le mute da surfer: il nostro brand nasce negli anni Ottanta realizzando tavole da surf, questo è quello che siamo». Tutti i tessuti della collezione, dalla Lycra Surflex traspirante e antibatterica alle mischie di nylon ed elastan, sono stati studiati e realizzati in azienda. «Sono materiali e tecniche che ci appartengono. Credo che questo approccio sia la via migliore per mantenere la nostra posizione nei mercati in cui già siamo presenti e per affacciarci su nuovi Paesi. L’Est Europa promette bene, perché i gusti della nuova classe borghese sono molto sofisticati. I loghi a vista dei grandi brand interessano relativamente: puntano su capi sofisticati, ben fatti e riconoscibili. Penso che abbiamo buone chance».

Tatras 

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«Sarà strano, ma per noi i tempi sono positivi», ammette Giacomo Serrati, responsabile Italia del brand giapponese Tatras. «L’onda del quiet luxury, dello stile di qualità non appariscente, ha naturalmente spinto i consumatori verso di noi. Per parte nostra, in queste stagioni abbiamo evitato di seguire le tendenze, cercando invece di lavorare sui nostri codici». In effetti, il mix raffinato tra abbigliamento militare, piumini oversize e indumenti da lavoro è adatto a questi tempi in cui lo stile di sostanza prevale sull’apparenza. «Lo scorso anno siamo cresciuti del 2 per cento: sembra poco, ma in questo periodo non lo è. E per la pre-collezione abbiamo ordinato il 10 per cento in più di pezzi. Perciò siamo soddisfatti».

Il casual chic di Rage & Bone

Il casual chic di Rage & Bone 

Saper raggiungere i consumatori giusti è vitale, riflette Robert Geller, direttore creativo dello statunitense Rag&Bone, da oltre vent’anni tra i nomi di spicco dello stile urbano e minimale “alla newyorchese”. «Il nostro pubblico sa chi siamo e cosa facciamo, quindi l’importante è evolvere il nostro messaggio senza perderci; nasciamo con il denim, ma adesso facciamo anche completi formali, realizzati però in un tessuto tecnico che li rende comodi come tute. Usiamo gli stessi bottoni di metallo smaltato dalla prima collezione, ma adesso le camicie a cui sono applicati hanno linee più precise e strutturate. Ora più che mai, la riuscita di una collezione è questione di dettagli. Anche dove metti una cucitura può fare la differenza. Ancora di più se, come noi, si vuole ampliare la propria clientela dagli Stati Uniti all’Europa: da un continente all’altro cambia l’approccio stesso allo stile, dunque bisogna essere preparati».

Il completo di L.B.M. 1911

Il completo di L.B.M. 1911 

Lubiam, azienda fondata nel 1911 e guidata dai suoi fondatori, la famiglia Bianchi, porta a Pitti i suoi due brand, L.B.M 1911 e Luigi Bianchi Sartoria. Più moderno il primo, più classico e prezioso il secondo. La clientela del brand è di quelle esigenti, spiegano dal marchio: si aspettano una selezione che sia d’alta gamma per materiali, forme e linee. Quindi fondamentale è che le collezioni restino fedeli a quello che è il marchio, allo stesso tempo rinnovandosi: esemplari i capispalla oversize e la linea Blackout di L.B.M. 1911, con i completi con gli orli tagliati al vivo e sfilacciati ad arte.



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