Gli alloggi a canone sostenibile, un aiuto per gli inquilini più anziani ed il fenomeno della morosità: sono i temi al centro dell’incontro tra il vertice dell’Istituto per l’edilizia sociale della Provincia di Bolzano (la presidente Francesca Tosolini, il direttore generale Wilhelm Palfrader e la direttrice del Centro servizi Bolzano, Christina Bacher) ed il Centro Casa di Bolzano (il presidente Maurizio Surian, il vicepresidente Dodo Detassis ed il funzionario Primo Schönsberg).
A partire da quest’anno, gli alloggi Ipes saranno accessibili anche ai cittadini con redditi medi grazie all’introduzione del “canone sostenibile” che, calcolato in base alla Durp, varierà tra il 60% e il 100% del canone provinciale standard, che si aggira attorno a 8,50 euro al metro quadro. Questi alloggi sono per ora previsti 60 a Bolzano, 30 a Merano, 15 nei Comuni con più di 10.000 abitanti e 5 nei Comuni più piccoli. La maggior parte degli alloggi Ipes resterà riservata al canone sociale.
Un primo bando per l’assegnazione degli alloggi è stato aperto il 7 gennaio scorso e le domande si possono presentare fino al 7 febbraio 2025. Al momento, il bando è riservato esclusivamente ai Comuni di Bolzano e Merano. I richiedenti dovranno soddisfare alcuni requisiti: ad esempio, per i cittadini italiani o dell’Unione Europea, è necessario avere una residenza continuativa o un impiego stabile nella provincia di Bolzano da almeno cinque anni, mentre i cittadini extra-UE o apolidi devono risiedere regolarmente nella provincia da almeno cinque anni e aver svolto un’attività lavorativa per almeno tre anni nel territorio provinciale.
Un altro criterio essenziale è la residenza anagrafica nel Comune per il quale si presenta la domanda, valida sia al momento della richiesta che all’assegnazione oppure avere un contratto di lavoro attivo nello stesso Comune e almeno 1.095 giorni di attività lavorativa negli ultimi cinque anni.
L’obiettivo del canone sostenibile – di cui si è avuta una sorta di anticipazione con i 13 alloggi dell’”Abitare giovane” a Laives – è quello di rendere l’edilizia sociale più inclusiva, offrendo nuove opportunità abitative alla classe media e ottimizzando l’uso degli alloggi disponibili, soprattutto nei Comuni meno popolosi, dove la domanda di edilizia sociale è spesso più bassa.
Tosolini :” con l´accesso ad alloggi a canone sostenibile si mira a garantire l´offerta anche a famiglie con redditi superiori rispetto a quelli richiesti finora per il canone sociale, creando un tessuto sociale più eterogeneo e inclusivo, in cui le famiglie possono interagire e convivere promuovendo una maggiore coesione sociale. Un approccio che oltre a rispondere alle esigenze abitative di un numero più ampio di cittadini, rappresenta una soluzione per migliorare la qualità della vita nei quartieri, riducendo il rischio di ghettizzazione e favorendo un buon equilibrio sociale. “
“L’apertura dell’edilizia sociale alla classe media è un obiettivo discusso da anni e ora finalmente lo stiamo realizzando, diamo così una risposta concreta alla situazione abitativa in provincia. Con l’opzione ‘canone sostenibile’, vogliamo aprire l’edilizia sociale a persone e famiglie che soddisfano i requisiti generali per un alloggio pubblico, ma che hanno un reddito troppo alto per potervi accedere”, dichiara l’assessora Ulli Mair. “Con questa nuova possibilità vogliamo anche diversificare maggiormente gli inquilini degli alloggi pubblici nei Comuni più grandi e allo stesso tempo creare un’ulteriore opportunità per l’assegnazione degli appartamenti disponibili nei Comuni più piccoli, dove la domanda di edilizia sociale è spesso più bassa”, conclude Mair.
I rappresentanti del Centro Casa hanno condiviso questa finalità, ma anche espresso la preoccupazione che questo nuovo modello sottragga alloggi agli inquilini a canone sociale. Il Centro Casa sottolinea che è auspicabile, soprattutto nei centri ad alta tensione abitativa, l’avvio di un programma di nuove costruzioni che possa permettere di destinare una parte degli alloggi a canone sostenibile senza che questo limiti la disponibilità di un numero sufficiente di appartamenti a canone sociale.
Il tema è ben presente all’Ipes che ne tiene conto, anche se va considerato che gli alloggi per cittadini con redditi medi sono solo una piccola parte sul totale: a Bolzano appena 60 su circa seimilacinquecento amministrati dall’Ipes.
Il Centro Casa ha richiamato inoltre l’attenzione sugli inquilini più anziani che, anche se ancora autonomi, avrebbero bisogno di un aiuto per gestire la propria quotidianità. Negli edifici Ipes vive un gran numero di inquilini anziani e l´attenzione verso queste fragilità viene da tempo affrontata, anche con progetti edificatori che mirano alla realizzazione di alloggi adeguati agli anziani e di parti comuni fruibili per la condivisione e possibili servizi sociale e sanitari da mettere a disposizione.
Per quanto riguarda la morosità, il Centro Casa ha evidenziato l’importanza di attivare il Fondo di garanzia previsto dalla legge provinciale, sebbene ancora non operativo. Sebbene tale richiesta sia legittima, è utile sottolineare, come evidenziato dai rappresentanti dell’Ipes, che la creazione e gestione del fondo sono di competenza degli enti privati, delle organizzazioni di rappresentanza della proprietà edilizia e della Provincia.
La presidente Tosolini rispetto a questo aspetto ha sottolineato come la morosità sia assolutamente monitorata e rientri in una percentuale fisiologica che gli uffici gestiscono con estrema attenzione attraverso piani di rientro e dilazioni che permettano alle famiglie di pagare gli arretrati senza il rischio di uno sfratto. In particolare, va evidenziato che, durante l’anno 2024, sono stati eseguiti 27 sfratti per morosità, un dato che, secondo Tosolini, deve essere interpretato positivamente. Infatti, un numero relativamente basso di sfratti in un contesto di morosità monitorata e gestita in modo attento rappresenta un segno di efficacia nelle politiche di mediazione e supporto alle famiglie. Questo approccio positivo è stato confermato anche dal presidente Surian, il quale dà atto che con l’opera di mediazione messa in atto da Centro Casa e Ipes si risolvano gran parte dei casi di morosità, e i dati lo confermano.
L’incontro si è concluso con l’impegno a mantenere aperto anche in futuro il confronto per uno scambio informazioni utile sia all’Ipes che al Centro Casa nei rispettivi ambiti di competenza.
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