Il Nero d’Avola, il più famoso e diffuso vitigno autoctono siciliano a bacca rossa, è il protagonista di una rivoluzione nel calice. Il progetto InnoNDA di Assovini Sicilia, avviato in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, è stato presentato oggi, martedì 21 gennaio, presso la sede di via Aurelio Drago a Palermo. L’obiettivo è ridurre il contenuto di etanolo nel vini. Protagoniste della ricerca quattro aziende associate Dimore di Giurfo (nel ragusano), Feudi del Pisciotto (in provincia di Caltanissetta), Tenute Lombardo (Caltanissetta) e Tenuta Rapitalà (a Camporeale, nel palermitano). A partecipare anche laboratori ISVEA, tecnici e professionisti di settore, tra cui l’Innovation Broker enologo Leonardo La Corte.
Il progetto InnoNDA di Assovini Sicilia
InnoNDA è tra le prime ricerche di questo genere in Italia. L’abbassamento del tenore alcolico dei vini, il cui grado è condizionato da vari fattori tra cui il clima, è un obiettivo richiesto da un crescente numero di consumatori. Il progetto è stato avviato nell’aprile 2024 e si concluderà a giugno 2025 con l’obiettivo di diversificare la produzione enologica, valutare la diversità del vitigno Nero d’Avola e ridurre il contenuto di alcol, mantenendone la qualità sensoriale. Insomma, produrre una versione “light” del pregiato elisir, che sia più digeribile e fruibile nei più svariati momenti della giornata.
Si è cercato quindi di scandagliare le tecniche agronomiche ed enologiche che permettono di ottenere vini con una gradazione alcolica più bassa, mantenendo al contempo l’intensità aromatica e il gusto distintivo che caratterizza la varietà Nero d’Avola. Tra le attività, ci sono anche l’impiego di anfore di terracotta, oltre a nuove strategie fermentative. Il progetto è finanziato nell’ambito del PSR Sicilia 2014-2022 Sottomisura 16.1. Ente finanziatore: Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea.
La parola ai ricercatori
Daniela Fracassetti, professore associato del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti nella Nutrizione e l’Ambiente dell’Università di Milano e responsabile scientifico del progetto, ha spiegato: “Il progetto InnoNDA intende apportare innovazione mediante approcci e strategie di vinificazione non applicate in precedenza per il Nero d’Avola, fornendo evidenze scientifiche atte a supportare i produttori per la crescita più consapevole del settore vitivinicolo. Cerchiamo di arginare gli effetti dei cambiamenti climatici e di venire incontro alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla sostenibilità. I vasi vinari, le anfore utilizzate già nel 6000 a.C. in Georgia dove la vinificazione è nata, sono un metodo che consente di raggiungere gli obiettivi del progetto, per favorire la microssigenazione e ammorbidire il vino. Le anfore sono in argilla e garantiscono la salubrità del vino. Non svolgiamo prove di alcol free ma puntiamo ad ottenere una riduzione dell’etanolo fino al 4 per cento. Stiamo valutando anche l’utilizzo di lieviti capaci di ridurre il contenuto di etanolo. La recente legge del dicembre scorso in Italia autorizza la produzione e la vendita di vini a ridotto contenuto alcolico”.
“Il laboratorio ISVEA, coinvolto in numerosi progetti nazionali e internazionali come laboratorio accreditato – ha aggiunto l’enologo Leonardo La Corte – ha sposato con grande interesse un progetto sulla riduzione del grado alcolico e sulla diversificazione della produzione per dare una nuova identità al vino made in Sicily in tutto il mondo”.
Le parole di Lilly Fazio di Assovini Sicilia
“I cambiamenti climatici e le legittime attese dei consumatori e delle autorità hanno stimolato le aziende di Assovini Sicilia ad approfondire le tecniche agronomiche e di produzione vinicola – ha commentato Lilly Fazio, vicepresidente di Assovini Sicilia – il focus è stato il Nero d’Avola ma speriamo di estenderlo più in là anche ad altri vitigni, come quelli a bacca bianca. L’innalzamento delle temperature ha comportato un aumento della gradazione alcolica nei vini, per cui questo implica una maggiore attenzione nel controllo del grado zuccherino. Attualmente, il Nero d’Avola sul mercato ha circa 13-14 gradi ma l’innalzamento delle temperature potrebbe ulteriormente aumentare la gradazione. Con questo studio innovativo si punta a ridurre la gradazione a circa 12 gradi. Il vino però non deve essere snaturato. Grazie a questo studio, sarà possibile gustarlo più di frequente e in diversi momenti della giornata. L’affinamento sarà innovativo in anfora. Tutto questo sotto il cappello della sostenibilità ambientale e dell’utilizzo di materiali ecosostenibili, da tempo perseguiti da Assovini Sicilia. Il vino sta cambiando pelle ed è in continua evoluzione. I risultati verranno diffusi tra le aziende di Assovini. Ci sarà anche un sondaggio di gusto tra i consumatori. L’obiettivo è quello di un bere sempre più consapevole con una base scientifica. Vogliamo implementare le sinergie con gli istituti di ricerca e l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea. Investire nella scienza significa credere nelle soluzioni che ancora non conosciamo, promuovendo una società più preparata per le generazioni a venire. Ringraziamo per il sostegno anche IRVO, Isvea e le nostre quattro aziende, Tenuta Rapitalà, Dimore di Giurfo, Feudi Del Pisciotto e Tenute Lombardo”.
Alla presentazione hanno partecipato Achille Alessi di Dimore di Giurfo, Marco Parisi, enologo di Feudi del Pisciotto, Gianfranco Lombardo di Tenute Lombardo.
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