aggiornato il Censimento del MIC

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Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Torre di controllo, Marina di Ragusa – photo Hélène Binet


22/01/2025 – Il Censimento promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura delle architetture italiane dal 1945 ad oggi si arricchisce di oltre 240 nuove schede dedicate alla Sicilia e al Friuli-Venezia Giulia.

Questo importante aggiornamento è il frutto di un lungo e complesso lavoro di ricerca condotto, per la Sicilia, dall’Università degli Studi di Catania in collaborazione con l’Università di Palermo e l’Università di Messina e, per il Friuli-Venezia Giulia, dall’Università degli Studi di Udine.

Il progetto, lanciato nel marzo 2023, nel corso degli anni è stato aggiornato e ampliato attraverso campagne di ricognizione e documentazione del patrimonio architettonico contemporaneo italiano, effettuate in collaborazione con le strutture periferiche del Ministero della Cultura, gli enti locali, le Università e differenti centri di ricerca specialistici, e ad oggi conta oltre 5000 schede. In questa ottica, era necessario un lavoro specifico su queste due Regioni, poiché le attività di schedatura per la Sicilia erano state condotte nel 2016, con la catalogazione di 130 schede di opere, mentre quelle per il Friuli-Venezia Giulia fra il 2004 e il 2006 e successivamente riprese nel 2015, con la catalogazione di 121 opere.

A seguito della pubblicazione delle graduatorie dell’avviso pubblico, a luglio 2023, sono state quindi selezionate per la Sicilia l’Università degli Studi di Catania, in collaborazione con l’Università di Palermo e l’Università di Messina, e per il Friuli-Venezia Giulia l’Università degli Studi di Udine.

Aggiornamento del censimento in Sicilia
L’aggiornamento del Censimento per la Sicilia ha portato alla redazione di oltre 160 architetture e spazi urbani che si aggiungono a quelli già presenti sul sito e delineano un quadro dello stato dell’architettura contemporanea nell’isola che finora non è stato oggetto di letture storiografiche complessive.

L’esplorazione del territorio e degli archivi, condotta da un ampio gruppo di ricerca, conferma il dato di una Sicilia policentrica, segnata da differenze tra area orientale e occidentale e dalla vitalità di alcune piccole città. Emerge, inoltre, il tema del rapporto tra antico e nuovo: restaurare, conservare, trasformare le architetture è una pratica costante dal 1945 al 2023. Chi esplora, cronologicamente, questa nuova geografia architettonica osserva i mutamenti dovuti all’avvicendarsi delle generazioni, ma anche i legami tra maestri e allievi e il progressivo farsi spazio delle architette.

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Paola Barbera, Università degli Studi di Catania e responsabile scientifico del progetto.

Aggiornamento del censimento in Friuli Venezia-Giulia
L’aggiornamento del Censimento per il Friuli-Venezia Giulia ha portato alla redazione di 83 nuove schede, che si aggiungono opere già inserite nel database, offrendo uno spaccato delle tipologie presenti sul territorio friulano (edifici d’abitazione singoli e collettivi; edifici per il culto; edifici del terziario; scuole; musei; municipi; monumenti, etc.) e contribuendo alla lettura dell’evoluzione dei modelli considerati.

La selezione delle opere architettoniche e urbanistiche da censire è stata guidata da una serie di criteri: dare il giusto rilievo a personalità poco note o sconosciute alla storiografia architettonica (Boico, Brovedani, Mangani, ecc.); arricchire il quadro delle architetture presenti in una determinata area, qualora risultasse lacunoso; integrare il novero delle opere, non ancora completo nel database, di architetti di primo piano (Scarpa, Valle, Gresleri-Varnier, ecc.); evidenziare il contributo di architetti “di passaggio” nel contesto friulano (De Carlo, Gregotti, Muzio, Pea, ecc.); dare conto degli sviluppi in corso attraverso opere di recente esecuzione, redatte da personalità di particolare interesse (Geza, Princic, Pietro Valle, Sacchi, Vragnaz, ecc.).

È auspicio del gruppo di lavoro che ha curato l’aggiornamento, che le nuove schede possano essere utili per l’approfondimento degli studi, ma soprattutto che aiutino a salvaguardare le architetture, pubbliche e private, come irrinunciabile patrimonio collettivo.

Orietta Lanzarini, Università degli Studi di Udine e responsabile scientifico del progetto.





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