Operaia Enel morì nel crollo del ponte sull’Albegna: arriva il primo risarcimento ai familiari

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di Vincenzo Brunelli

La Provincia di Grosseto dovrà pagare 910 mila euro agli eredi di un’operaia Enel, Antonella Vanni, 48 anni, morta nel 2012 insiema a Maurizio Stella, 47 anni di Follonica e Paolo Bardelloni, 59 anni di Grosseto

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Un maledetta sera di novembre del 2012, mentre il maltempo non dava tregua da ore ormai a gran parte della Toscana, il fiume Albegna all’improvviso aveva rotto un argine straripando, e la forza prorompente dell’acqua dopo aver colpito un terrapieno aveva fatto crollare anche un pilastro portante di un ponte di 10 metri, a Marsiliana, nel Comune di Manciano. Inevitabile il cedimento della struttura dopo lo straripamento impetuoso del fiume. Sul ponte si era aperta una voragine in cui era caduta un’auto, a bordo della quale c’erano tre persone, tra cui Antonella Vanni, 48 anni della provincia di Pisa.

Un tragedia: tutti e tre gli operai dell’Enel perdono la vita quella sera, e ora a distanza di oltre 12 anni, e al termine del processo penale, conclusosi lo scorso autunno con la sentenza della corte d’Appello di Firenze, è arrivato anche il primo verdetto sulle responsabilità civili e quindi sui risarcimenti. 




















































Agli eredi di Antonella Vanni (il convivente dell’epoca, la figlia e la madre) andranno circa 910 mila euro, tra danni e spese legali, e a pagare dovrà essere la Provincia di Grosseto. Per i giudici, infatti, «se le opere fossero state costruite a regola d’arte e se nel fiume non fossero state presenti opere mal progettate e mal realizzate, l’evento crollo non si sarebbe verificato». Queste le motivazioni di base della sentenza del Tribunale di Grosseto, pubblicata nei giorni scorsi, a firma del giudice Amedeo Russo.

I familiari della donna che ha perso la vita nel tragico incidente, difesi dagli avvocati Francesco Guardavaccaro e Alberto Borsetti, avevano chiesto 4 milioni di danni e quindi potrebbero decidere di proporre appello, per ottenere una somma maggiore da quella liquidata nei giorni scorsi, come detto circa 910 mila euro. 

Per i giudici grossetani nessun dubbio invece sulle responsabilità dell’accaduto che «sono a carico dell’ente proprietario, la Provincia di Grosseto, per errori di progettazione ed esecuzione del rilevato stradale di accesso al ponte e relative protezioni». 

Una tragedia che nonostante le piogge eccezionali di quei giorni, secondo la magistratura, dunque, si poteva evitare.

Il crollo del ponte

L’auto con i tre operai dell’Enel era letteralmente precipitata per il crollo del ponte sul fiume Albegna, dopo averlo transitato quasi del tutto. L’acqua dell’Albegna, dopo l’esondazione per le forti piogge di qui giorni, aveva eroso la sponda su cui appoggiava un’estremità del ponte, facendolo crollare inesorabilmente per via di lavori eseguiti male, secondo i giudici, e scarsa manutenzione. La vettura dell’Enel era così precipitata nel vuoto, tra l’argine e il fiume, rimanendo poi travolta e incastrata dal fango accumulato dalla piena dopo lo straripamento, nelle ore successive. I soccorritori avevano potuto notare quasi subito dall’esterno i giacconi di colore blu e arancio tipici dell’Enel.

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Le vittime

Con Antonella Vanni, avevano perso la vita quella balorda sera di novembre, anche Maurizio Stella, 47 anni di Follonica e Paolo Bardelloni, 59 anni di Grosseto. E infine, i giudici anche sulla presunta chiusura della strada provinciale, come sostenuto dall’ente sia in sede penale sia in sede civile, sono arrivati alla conclusione che in ogni caso «non venne realizzata con modalità idonee e a norma di legge». Queste le decisioni al termine del primo grado di giudizio. In attesa di eventuali ricorsi e appelli.

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