Renè Benko, magnate del gruppo Signa, è stato arrestato nella sua villa di Innsbruck questa mattina alle 8.30. Ne dà notizia il quotidiano austriaco Kronen Zeitung. L’arresto del fondatore di Signa Group è arrivato su richiesta della Procura per corruzione. La richiesta, scrive il quotidiano austriaco, arriva per il rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Benko è coinvolto anche nella maxi inchiesta della procura di Trento, nella quale gli inquirenti hanno scoperto un sistema capace di deviare le istituzioni a proprio piacimento, arrivando a finanziare la politica per il proprio tornaconto o, come successo in un caso specifico, a fare pressioni perfino sui carabinieri per insabbiare denunce nell’ambito dell’edilizia.
Al centro di quella inchiesta poi c’era anche Riva del Garda e l’area ex Cattoi. La cittadina gardesana attorno a cui gravitavano interessi, richieste di risarcimento danni spaventose, finanziamenti segreti e accordi. Le figure chiave erano Heinz Peter Hager, Paolo Signoretti e la sindaca Cristina Santi, che non è più agli arresti domiciliari.
Tra le accuse della Procura anticorruzione di Vienna contestate a Renè Benko c’è anche l’associazione a delinquere finalizzata a eludere l’accesso alle autorità, ai fiduciari e ai creditori per distrarre parte della massa fallimentare Signa. Secondo quanto rende noto la stessa procura viennese, nel corso delle indagini sono state effettuate intercettazioni telefoniche e compiute analisi delle comunicazioni di Benko ai soci in affari che sono stati ascoltati insieme ai dipendenti. Da quanto emerso “l’imputato avrebbe falsificato le prove per tenere anche 3 armi da fuoco costose fuori dalla portata delle autorità, degli amministratori fallimentari e dei creditori”.
Chi è Renè Benko
René Benko è uno dei più noti imprenditori austriaci, a lungo attivo nel settore immobiliare, del commercio al dettaglio e dei media. Nato a Innsbruck nel 1977, 47 anni, accreditato nel 2021 di un patrimonio di oltre 5 miliardi di dollari, Benko è noto per aver fondato il gruppo Signa, principale gruppo immobiliare privato austriaco, con interessi importanti anche in Germania e in Italia.
Benko è stato proprietario di partecipazioni in due tra i più importanti quotidiani austriaci, il Kurier e il Krone, nel gruppo di grandi magazzini tedesco Gkk e nel KaDeWe Group, centro commerciale della capitale tedesca sul cui fallimento Benko è sotto indagine dalle procure di Berlino e Monaco. Il Gruppo Signa ha dichiarato fallimento nel novembre 2023, in quello che è stato definito il maggior crac della storia d’Austria: le sole richieste di risarcimento da parte dei creditori per quanto riguarda il fallimento del KaDeWe ammontano infatti a 2,4 miliardi di euro.
Il carabiniere infedele che ha evitato una denuncia a Paolo Signoretti
Benko, dopo aver rassegnato le dimissioni, ha dichiarato nel marzo 2024 l’insolvenza personale. Proprio le indagini sul fallimento del Gruppo Signa hanno portato all’arresto di oggi da parte dell’ente giudiziario viennese, arresto eseguito per il rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Secondo la procura anticorruzione di Vienna Benko avrebbe continuato a gestire impropriamente tutto il patrimonio, anche dopo essersi ufficialmente ritirato dalla gestione del gruppo e delle sue fondazioni. A Benko viene anche contestato di essere il proprietario effettivo della fondazione privata ‘Laura’, elemento nascosto dall’imprenditore tirolese durante l’indagine in merito all’insolvenza personale dichiarata nell’ambito del crac del gruppo. La procura contesta inoltre che la fondazione privata, gestita dalla madre di Benko, versasse circa 238mila euro al mese per l’affitto della villa dove è stato oggi arrestato.
L’operazione è stata effettuata diversi mesi dopo che Benko era stato raggiunto da un mandato di arresto europeo spiccato da parte della Procura di Trento, con l’accusa di associazione a delinquere in materia di appalti in Trentino Alto Adige, maxi-inchiesta in cui è coinvolto anche il braccio destro Heinz Peter Hager. Arresto che fu però negato, così come l’estradizione in Italia, dalla magistratura austriaca, che come previsto dalla Costituzione locale non può estradare un cittadino per reati perseguibili anche in patria. Benko, oltre ad Austria, Germania e Italia, è indagato anche in Liechtenstein per presunto riciclaggio di denaro attraverso le proprie fondazioni aziendali.
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