Borse oggi in diretta | Il Ftse Mib vira al ribasso con Stellantis e Ferrari. Lo spread sale a 111

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  • Ore 07:50 Europa attesa in calo con le minacce di Trump. Petrolio sotto 79 dollari

L’indice Ftse Mib di Piazza Affari vira al ribasso (-0,13% a 35.805 punti) con Stellantis, Ferrari, Tim, Buzzi, Nexi e Banco Bpm in calo di oltre un punto percentuale, in linea con gli altri indici europei. Lo spread Btp/Bund sale a quota 111,23 punti base. In serata, a mercati chiusi, il Tesoro rende noti quantitativi e tipologia che verranno offerti nell’asta del Btp Short e del Btpei in calendario il prossimo 28 gennaio.

La banca centrale norvegese lascia i tassi invariati

La Norges Bank, la banca centrale norvegese, ha deciso di mantenere i tassi invariati al 4,5%. Saranno «probabilmente ridotti a marzo», ha detto la governatrice, Ida Wolden Bache. Dall’autunno 2021 la banca centrale norvegese ha aumentato i tassi per contrastare l’inflazione elevata e da dicembre 2023 il tasso di riferimento è stato mantenuto al 4,5%. L’inflazione si è avvicinata all’obiettivo, ma «è probabile che il rapido aumento dei costi aziendali contribuisca ad alimentare l’inflazione futura», ha aggiunto la Norges Bank.
 

Ore 09:05 Ftse Mib in leggero rialzo con Hera e Leonardo. Spread poco mosso a 108

Borse europee caute in avvio di seduta. Francoforte sale solo dello 0,12%, come Londra, Parigi cala dello 0,08% e Milano guadagna lo 0,17% a 35.914 punti. Sono poco chiari i dazi minacciati nei confronti di alcune aree del mondo dal presidente Usa, Donald Trump, Europa compresa. Per cercare di far fronte a questo, i leader di Germania e Francia si sono incontrati il 22 gennaio a Parigi e hanno parlato di un’Europa e di un asse franco-tedesco solidi. Scholz e Macron hanno citato i settori della produzione di acciaio, di auto e di prodotti chimici come possibili target dei dazi Usa. Crescono anche le preoccupazioni del presidente Putin per l’economia russa mentre Trump ha definito probabili nuove sanzioni e dazi nei confronti di Mosca.  

Sotto le attese la fiducia delle imprese manifatturiere francesi a gennaio

Lato macro, è risultata in calo la fiducia delle imprese manifatturiere francesi a gennaio. L’indice si è attestato a 95 punti dai 97 punti di dicembre e rispetto ai 96 punti attesi dagli economisti. Fra gli altri settori, il sentiment nei servizi è risultato stabile a 96 punti, mentre il clima nel commercio al dettaglio è rimasto a 97 punti. L’euro flette dello 0,18% a 1,039 dollari, mentre lo spread Btp/Bund è poco mosso a quota 108,12 punti base e il rendimento del Btp 10 anni cala al 3,593%. Dopo il lancio del nuovo decennale spagnolo da 15 miliardi, segnala Reuters, sul fronte delle aste regolari la Francia offre un massimo di 13 miliardi di euro di titoli di Stato con scadenza 2027, 2029 e 2030 oltre ad alcuni indicizzati per un massimo di 2,5 miliardi di euro. In serata, a mercati chiusi, il Tesoro rende noti quantitativi e tipologia che verranno offerti nell’asta del Btp Short e del Btpei in calendario il prossimo 28 gennaio.

A Milano bene Hera, Snam, Leonardo, Unicredit. Giù Tim e Stellantis

Sul listino milanese Tim che ha esteso di 15 giorni fino al 15 marzo il periodo di esclusiva con il Tesoro e il fondo spagnolo Asterion per la cessione di Sparkle, operatore nel settore dei cavi sottomarini, scende dello 0,27% a 0,2559 euro.

Tra le banche, Commerzbank ha detto che si impegnerà in colloqui con Unicredit (+1,13% a 42,93 euro) per una possibile integrazione solo se quella italiana presenterà una proposta, finora non pervenuta. Invece, Illimity (+0,48% a 3,73 euro) ha nominato Jefferies e Wepartners come advisor finanziari nell’offerta lanciata da Banca Ifis (+0,09% a 22,08 euro), non trascurando alcuna opzione strategica che possa contribuire all’obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli stakeholders della banca.

Acquisti, poi, su FinecoBank (+0,72% a 18,15 euro) perché Citi ha alzato il target price da 17 a 20,50 euro, ribadendo il rating buy. «Riteniamo che Fineco rappresenti una storia interessante per il 2025, data la sua forte attenzione all’aumento dei clienti. A nostro avviso, questo è un fattore chiave per la redditività futura», si legge nella nota di Citi. Inoltre, «il gruppo ha una solida posizione patrimoniale. In seguito al recente movimento della curva dei tassi (+25 punti base nell’ultimo mese) e ai forti dati sulla raccolta fondi, ciò potrebbe sostenere l’andamento positivo dell’utile per azione previsto dal consenso che è uno dei principali driver di valutazione».

Invece, su Prysmian (+0,20% a 70,98 euro) è intervenuta Jefferies, alzando il target price da 78 a 80 euro (rating buy), e su Buzzi (-0,46% a 39 euro) Barclays, alzando il target price da 42 a 47 euro (rating overweight). E se Stellantis (-0,80% a 12,59 euro) sta portando avanti un progetto di costruire un nuovo pickup di medie dimensioni a Belvidere, nell’Illinois, gli azionisti Eni e Cdp Equity hanno comunicato il rinnovo tacito del patto parasociale sul 25% del capitale di Saipem (-0,08% a 2,47 euro).

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Meglio Leonardo con un +0,55% a 29,48 euro e tra le utilities sia Snam (Hsbc ha alzato il target price da 4,9 a 5 euro, rating hold; +1,48% a 4,383 euro), che potrebbe presentare il mese prossimo un’offerta vincolante per acquisire una partecipazione nelle attività di cattura della CO2 di Eni, come ha detto l’ad, Stefano Venier, sia Hera (+1,56% a 3,506 euro) che ha presentato il nuovo piano industriale 2024-2028: destina oltre 5 miliardi di investimenti per accelerare il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica e aumentare ulteriormente la resilienza di reti e impianti. È prevista una crescita del mol di 475 milioni, in linea con i target del piano industriale precedente, con un tasso di crescita medio annuo del 7%.

Ore 07:50 Europa attesa in calo con le minacce di Trump. Petrolio sotto 79 dollari

Borse europee attese in leggero calo (-0,25% il future sull’Eurostoxx50) in avvio di seduta. Anche i futures statunitensi flettono (-0,07% quello sul Dow Jones e -0,16% quello sull’S&P500), dopo il forte rally di mercoledì 22 gennaio alimentato in gran parte dall’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che OpenAI, SoftBank e Oracle presenteranno Stargate, la joint venture per lo sviluppo di centri dati per l’intelligenza artificiale negli Stati Uniti, e investiranno 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni per aiutare gli Stati Uniti a stare davanti alla Cina e ad altri rivali nella corsa all’intelligenza artificiale. In particolare, OpenAI e il conglomerato giapponese SoftBank impegneranno 19 miliardi di dollari ciascuno per finanziare Stargate, secondo The Information. Il produttore di ChatGpt deterrà una partecipazione del 40% in Stargate.

Le minacce di Trump

A tenere sulle spine i mercati le minacce di Trump ai Paesi europei: «saranno soggetti a dazi» se non correggeranno gli squilibri commerciali. «Ci hanno trattato male. Se non fai così, non si ottiene giustizia», ha detto il presidente. Il presidente ha anche lanciato un ultimatum a Vladimir Putin: «un accordo per la pace subito o tasse, tariffe e sanzioni». 

Nei confronti della Cina ha minacciato di imporre tariffe del 10% sulle importazioni cinesi a partire dal 1° febbraio. Sebbene il 10% sia decisamente inferiore rispetto ai dazi del 60% precedentemente minacciati, rappresenta comunque un ostacolo per gli esportatori cinesi. Per altro i mercati cinesi il 23 gennaio sono stati sostenuti dall’annuncio di Pechino che sosterrà le principali compagnie assicurative statali e i fondi ad aumentare gli investimenti nelle azioni locali. L’ultima iniziativa di Pechino per sostenere un mercato azionario in difficoltà. Quasi sicuramente metterà in campo altre misure di stimolo quest’anno per mitigare l’impatto dei dazi commerciali statunitensi.

Focus sulle richieste di sussidi di disoccupazione in Usa

L’euro-dollaro flette dello 0,11% a 1,040 dollari in attesa alle 8:45 dell’indice sulla fiducia delle imprese manifatturiere a gennaio in Francia (precedente: 97 punti), alle 14:30 delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti (precedente: +14.000 unità a 217.000), alle 16 dell’indice sulla fiducia dei consumatori a gennaio preliminare (precedente: -14,5 punti; consenso: -14 punti) e alle 17 delle scorte settimanali di petrolio (precedente: -1,5 milioni di barili). I dati dell’American Petroleum Institute di mercoledì hanno mostrato che le scorte statunitensi sono aumentate di 1 milione di barili nella settimana terminata il 17 gennaio, dopo cinque settimane consecutive di cali. I dati Api tendono a indicare un trend simile nei dati ufficiali sulle scorte, che saranno pubblicati più tardi.

Brent sotto 79 dollari al barile in attesa delle scorte Usa

In attesa, i prezzi del petrolio scendono (Wti -0,48% a 75,08 dollari al barile e Brent -0,51% a 78,60 dollari al barile) mentre i trader si preparano a una maggiore produzione negli Stati Uniti sotto Trump: ha dichiarato un’emergenza energetica nazionale e ha promesso di aumentare drasticamente la produzione energetica nei prossimi mesi. Una maggior produzione statunitense – che ha già raggiunto livelli record di 13 milioni di barili al giorno nel 2024 – probabilmente allenterà ulteriormente l’offerta di petrolio, compensando la minor produzione in altre parti del mondo, in particolare nei Paesi Opec.

I prezzi del greggio sono scesi dal massimo degli ultimi sei mesi raggiunto la scorsa settimana, a causa dell’incertezza sulle politiche energetiche e commerciali di Trump. La firma di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas ha, inoltre, ridotto parte del premio al rischio sul greggio. Tuttavia, le perdite sono state limitate dalle aspettative di un aumento della domanda perché un vortice polare ha portato freddo negli Stati Uniti e in Europa. Anche le recenti sanzioni statunitensi contro la Russia hanno sostenuto i prezzi dell’oro nero, aumentando la prospettiva di un’offerta più limitata.

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A Milano occhio a Tim, Unicredit, Illimity, Banca Ifis, FinecoBank, Stellantis, Saipem, Prysmian, Buzzi, Snam ed Hera

Sul listino milanese attenzione a Tim che ha esteso di 15 giorni fino al 15 marzo il periodo di esclusiva con il Tesoro e il fondo spagnolo Asterion per la cessione di Sparkle, operatore nel settore dei cavi sottomarini.

Tra le banche, Commerzbank ha detto che si impegnerà in colloqui con Unicredit per una possibile integrazione solo se quella italiana presenterà una proposta, finora non pervenuta. Invece, Illimity ha nominato Jefferies e Wepartners come advisor finanziari nell’offerta lanciata da Banca Ifis, non trascurando alcuna opzione strategica che possa contribuire all’obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli stakeholders della banca.

Occhio, poi, a FinecoBank perché Citi ha alzato il target price da 17 a 20,50 euro, ribadendo il rating buy. «Riteniamo che Fineco rappresenti una storia interessante per il 2025, data la sua forte attenzione all’aumento dei clienti. A nostro avviso, questo è un fattore chiave per la redditività futura», si legge nella nota di Citi. Inoltre, «il gruppo ha una solida posizione patrimoniale. In seguito al recente movimento della curva dei tassi (+25 punti base nell’ultimo mese) e ai forti dati sulla raccolta fondi, ciò potrebbe sostenere l’andamento positivo dell’utile per azione previsto dal consenso che è uno dei principali driver di valutazione».

Invece, su Prysmian è intervenuta Jefferies, alzando il target price da 78 a 80 euro (rating buy), e su Buzzi Barclays, alzando il target price da 42 a 47 euro (rating overweight). E se Stellantis sta portando avanti un progetto di costruire un nuovo pickup di medie dimensioni a Belvidere, nell’Illinois, gli azionisti Eni e Cdp Equity hanno comunicato il rinnovo tacito del patto parasociale sul 25% del capitale di Saipem.

Tra le utilities sono da monitorare sia Snam (Hsbc ha alzato il target price da 4,9 a 5 euro, rating hold) che potrebbe presentare il mese prossimo un’offerta vincolante per acquisire una partecipazione nelle attività di cattura della CO2 di Eni, come ha detto l’ad, Stefano Venier, sia Hera che ha presentato il nuovo piano industriale 2024-2028: destina oltre 5 miliardi di investimenti per accelerare il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica e aumentare ulteriormente la resilienza di reti e impianti. È prevista una crescita del mol di 475 milioni, in linea con i target del piano industriale precedente, con un tasso di crescita medio annuo del 7%.

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