EcoForum Basilicata –Economia circolare 2030 Legambiente: “Ancora troppe ombre nella gestione dei rifiuti in Basilicata”

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Troppi rifiuti finiscono ancora nelle discariche. Mongiello: “Entro l’anno in esercizio due nuovi impianti a Venosa e Lauria”

POTENZA – Si è tenuta oggi, 23 gennaio 2025, presso lo ScambioLogico di Potenza la quinta edizione dell’EcoForum sull’economia circolare in Basilicata.

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L’incontro, a cui hanno partecipato rappresentati del mondo imprenditoriale, operatori del settore, enti e amministratori regionali e sindaci dei comuni lucani, è stata come sempre, un’importante occasione per fare il punto sulla gestione dei rifiuti in Basilicata evidenziandone, attraverso un’attenta analisi, gli elementi positivi e le criticità ancora presenti.

Durante l’EcoForum è stato anche presentata la quattordicesima edizione regionale del Dossier “Comuni Ricicloni” con la premiazione dei Comuni Rifiuti Free lucani, ovvero quei comuni che per l’anno 2023 (periodo di riferimento del Rapporto) hanno raggiunto il 65% di raccolta differenziata e al tempo stesso hanno fatto registrare una produzione di indifferenziato annua procapite inferiore a 75 kg/anno.

Il rapporto è stato elaborato a partire dai dati riferiti al 2023 forniti dall’Ufficio Economia Circolare, Rifiuti e Bonifiche della Regione Basilicata e da ISPRA.

In termini di risultati raggiunti, in particolare per ciò che attiene alla raccolta differenziata dei rifiuti ed al conseguente recupero di materiali, emerge che molti passi in avanti sono stati fatti ma molti sono ancora da fare soprattutto per quanto riguarda la dotazione impiantistica regionale.

La Raccolta Differenziata complessiva nel 2023 è stata pari al 64,9% con un incremento di un 1,2 punti percentuali rispetto al 2022. Poca la differenza tra le due Province ma mentre quella di Potenza si ferma al 63,8%, quella di Matera conferma il suo trend in crescita e raggiunge il 66,6%.

La Basilicata, nonostante una crescita negli ultimi anni (+1,2% rispetto nel 2022, +2,2% rispetto al 2021 e +8,5% sul 2020), non raggiunge ancora pienamente l’obiettivo del 65% su base regionale che, secondo quanto stabilito dal D.Lgs. n.152/2006, avremmo dovuto conseguire entro il 31 dicembre 2012. Traguardo raggiunto dalla sola Provincia di Matera. Per quanto riguarda i Comuni sono 62 (6 in più del 2022 e 18 più del 2021) quelli lucani che superano la soglia del 65%.

La nostra Regione, che presenta la produzione pro-capite di rifiuti urbani più bassa d’Italia (357 kg per abitante all’anno), si colloca, invece, in fondo alla classifica nazionale per raccolta differenziata pro-capite pari a 232 kg per abitante all’anno (meglio solo del Molise e della Calabria).

Sono 25 i Comuni Rifiuti Free, 20 in provincia di Potenza e 5 in provincia di Matera: Sarconi, Ripacandida, Episcopia, Albano Di Lucania, Armeno, Tramutola, Balvano, Pomarico, Brindisi di Montagna, Montemurro, Grassano, Filiano, Laurenzana, Chiaromonte, Latronico, Nemoli, Salandra, Banzi, San Fele, Grumento Nova, Miglionico, Brienza, Gallicchio, Accettura, Moliterno.

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“Superare il 65% di raccolta differenziata non basta se non vengono raggiunti determinati livelli qualitativi- dichiara Andrea Minutolo, Direttore Scientifico Nazionale di Legambiente– Con il recepimento da parte del nostro Paese del pacchetto di direttive europee sull’economia circolare si è definito il contesto in cui occorre muoversi da qui ai prossimi anni. Il raggiungimento, nei tempi previsti, degli obiettivi che l’Europa, e anche l’Italia, si è prefissata avverrà, però, se si faranno i giusti passi per completare al più presto la rivoluzione circolare del Paese.”

“Non sarà più la raccolta differenziata a fare da indicatore –continua Minutolo- in quanto la normativa europea, recepita nell’ordinamento giuridico nazionale, ha aggiunto nuovi obiettivi di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici o ad essi assimilabili che, entro il 2020, dovevano essere aumentatati complessivamente almeno al 50% in termini di peso, a cui se ne aggiungono altri da conseguirsi entro il 2025 (55%), 2030 (60%) e 2035 (65%)”

Per raggiungere questi target occorre un ulteriore passo in avanti adeguando la rete impiantistica a supporto di queste operazioni, in assenza della quale continueremo ad assistere alla mancata chiusura del ciclo. La debolezza del sistema lucano di gestione dei rifiuti continua, infatti, a consistere nella scarsa dotazione di impianti necessari alla gestione di un sistema di RD spinto che, oltre ad avere un impatto ambientale notevole perché incentiva il ricorso alle discariche e il “nomadismo” dei rifiuti, incide anche sui costi pagati dalle utenze. La mancanza di impianti destinati al riuso ed al riciclo dei materiali ostacola una riorganizzazione del servizio basata sull’adozione di tariffe puntuali e quindi il passaggio dalla tassa alla tariffa commisurata sulla base della quantità e della qualità dei rifiuti conferiti.

“In Basilicata oltre il 22% dei rifiuti (comprensivo degli scarti provenienti da altre lavorazioni) continua a finire in discarica a fronte di una media nazionale del 15,8%, ma con un pro capite a smaltimento di 79 kg/abitante peggio solo di Calabria, Piemonte e Veneto. Bisogna considerare che i nuovi obiettivi previsti dalle normative europea prima e italiana poi prevedono entro il 2030 il raggiungimento di almeno il 65% di riciclaggio dei rifiuti urbani e, entro il 2035, una percentuale di smaltimento in discarica degli stessi non superiore al 10%. Dei rifiuti a smaltimento il 33,3% non subisce alcun trattamento preliminare che contribuirebbe alla riduzione del peso e del volume degli stessi. “È questo un dato in miglioramento (era pari al 40% nel 2022) ma comunque tra i peggiori a livello regionale che ci dice che è necessario intervenire anche sulla qualità dei materiali avviati al riciclo per ottimizzare il recupero di materia”.

Il corredo impiantistico di cui disponiamo è al momento quasi del tutto al servizio della gestione del “tal quale”: discariche, impianti di biostabilizzazione che producono “compost grigio”, impianti per la separazione meccanica dell’indifferenziato, inceneritore e co-inceneritore. “Per raggiungere i nuovi obiettivi di riciclo dettati dalla normativa europea-dichiara Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata– servono invece gli impianti per il riciclo e il riuso dei rifiuti, per la valorizzazione e il miglioramento della purezza dei materiali da raccolta differenziata, a partire dagli impianti di digestione anaerobica per il trattamento della frazione organica, che rappresenta il 40% del quantitativo ottenibile con la raccolta differenziata” Continuiamo ad essere l’unica regione d’Italia, insieme alla Valle d’Aosta – continua Lanorte- a non avere in esercizio alcun impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti ed esportiamo un quantitativo di 30 mila tonnellate, prevalentemente nelle regioni del Nord. Tutto questo con un enorme impatto ambientali ed economico. La presenza degli impianti di compostaggio o, preferibilmente, dei digestori anaerobici regionali è assolutamente necessaria perché consentirà a tutti i Comuni che si sono avviati sulla strada del “porta a porta” di gestire in Regione l’umido senza essere “costretti” a sopportare i costi del trasporto per raggiungere gli impianti ubicati fuori Regione”

Il Piano regionale di Gestione dei Rifiuti approvato a fine 2016 prevedeva la realizzazione di quattro impianti (con scenario 2020) per la valorizzazione della frazione organica da raccolta differenziata tra cui quello di Colobraro e l’impianto di compostaggio di Venosa, atteso da quasi 15 anni e oggetto di una vicenda non priva di aspetti paradossali. Niente di quanto previsto è stato attuato e nel frattempo la Regione Basilicata ha dato il via alla procedura di “Aggiornamento ed adeguamento del vigente Piano regionale rifiuti in considerazione delle Direttive Ue recentemente recepite nell’ordinamento nazionale. L’aggiornamento del Piano, approvato ad ottobre 2024, prevede, sul punto specifico dell’impiantistica per il trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani, la realizzazione di 5 impianti di cui 2 impianti di compostaggio (Venosa e Lauria, che sarebbero dovuti entrare a regime, secondo il Piano, entro il 2024) e 3 biodigestori (Colobraro, Potenza e Matera) per una capacità operativa complessiva a 120.000 tonnellate all’anno.

Oltre a detti impianti, serve urgentemente garantire un impiego della materia ottenuta con le operazioni di riciclo favorendo le imprese che le utilizzano per la realizzazione di prodotti green, innovativi e sostenibili, che danno tra l’altro una spinta al mercato degli acquisti verdi attuando quanto previsto dalla normativa sul GPP (Green Public Procurement), i cui obblighi sono disattesi ancora dal troppe amministrazioni comunali, come dimostra l’indagine dell’Osservatorio Appalti Verdi di Legambiente del 2022.

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“Appare evidente come non sia più rinviabile – dichiara Valeria Tempone, Direttrice di Legambiente Basilicata– la realizzazione un sistema industriale di gestione che sia in grado di garantire il miglioramento richiesto e imprimere un cambio di passo effettivo pur tenendo conto dei progressi degli ultimi anni. È quanto mai necessario completare la trasformazione del sistema superando definitivamente la logica dello “smaltimento” per passare ai sistemi basati sul recupero di materia, che comporta, fra l’altro, oltre agli indubbi vantaggi ambientali, anche una maggiore intensità di occupazione. L’economia circolare non è solo un modo per uscire dall’emergenza rifiuti, vuol dire anche creare investimenti, centinaia di posti di lavoro ed economia sul territorio, ma bisogna avere il coraggio di andare in questa direzione”

E intanto i costi per i cittadini sono sempre alti, in particolare se si considera il costo totale a carico degli utenti per kg di rifiuto prodotto, che è tra i più alti in Italia.

L’Ecoforum Basilicata rientra fra le attività del progetto ACT, di cui Legambiente Basilicata APS è partner. Progetto Agricoltura, Clima, Territorio (acronimo A.C.T.), finanziato a valere sull’avviso per il finanziamento di progetti di rilevanza locale di cui all’art. 72 del D.lgs. n. 117/2017”, promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del terzo settore anni 2020-2021 della Regione Basilicata.

Mongiello: “Entro l’anno in esercizio due nuovi impianti a Venosa e Lauria”

“L’economia circolare deve rappresentare una possibilità di sviluppo per le comunità. Oggi a Scambiologico, invitata da Legambiente Basilicata, ho ribadito come l’esempio dei comuni ricicloni sia una dimostrazione virtuosa che unisce tutela ambientale e sviluppo economico. La Regione Basilicata sta lavorando in maniera forte e virtuosa su questo tema, rafforzando sempre di più il suo rapporto con i territori avviando in esercizio, entro l’anno, due nuovi impianti a Venosa e Lauria”. E’ quanto dichiara in una nota social l’Assessore regionale all’Ambiente, Laura Mongiello.

Anche il Comune di Latronico tra i “Ricicloni”

Oggi il Comune di Latronico è stato premiato insieme ad altri 24 comuni della regione Basilicata come Comune Rifiuti Free del 2024 da Legambiente Basilicata. “Continuiamo a lavorare bene nel nostro territorio. Tra un po’ vedremo la digitalizzazione e la tariffa puntuale e realizzeremo nuovi progetti che andranno ad aggiungersi all’anello dell’economia circolare”, si legge in una nota diffusa dall’Ente Comunale.

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