I risultati della sperimentazione nelle aree verdi. L’Università Bicocca: «Solo le graminacee possono essere sono nocive»
Qualche sforbiciata in meno. Per favorire la biodiversità. Quando l’assessora al Verde, Elena Grandi, lanciò per la prima volta l’idea di ridurre gli sfalci nelle aree verdi della città le polemiche si levarono immediate. «Altro che biodiversità, il Comune vuole risparmiare anche sul taglio dell’erba». Venerdì, a quasi un anno dall’avvio degli sfalci ridotti in 54 aree verdi, il Comune e l’Università Bicocca hanno presentato i risultati del monitoraggio condotto dal team dello ZooPlantLab del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze per valutare come e quanto la riduzione degli sfalci abbia realmente implementato la biodiversità. Lo studio si è focalizzato in particolare sull’analisi degli effetti positivi sugli insetti nei parchi urbani, riscontrando un aumento della biodiversità di insetti nelle zone non sfalciate con picchi del 30 per cento rispetto, invece, a quelle sfalciate frequentemente.
Gli insetti studiati appartengono ai gruppi degli impollinatori, dei predatori, dei decompositori ed erbivori, ad esempio api mellifere, api selvatiche, ditteri sirfidi, altri ditteri e mosche, farfalle, coleotteri, cavallette, cimici. Inoltre, nelle aree con una maggiore ricchezza e varietà di fiori ed erbe fiorite come le carote selvatiche, la radichiella, i trifogli, la centaurea, si evidenzia anche una maggiore presenza di specie di insetti, arrivando anche a un aumento di oltre il 60 per cento, mentre la presenza di piccoli boschetti urbani stima un più 40 per cento di insetti. Unico gruppo di erbe studiato con particolare attenzione dai ricercatori è quello delle graminoidi: se eccessivamente presenti determinano una riduzione delle altre specie e anche un effetto negativo sulla diversità degli insetti: meno 40 per cento in presenza eccessiva di graminacee.
«Lo scorso anno abbiamo avviato in città, in oltre 50 aree verdi di varie dimensioni, la sperimentazione degli sfalci ridotti, già consolidata in tante altre città europee — ha commentato Grandi — , consapevoli di quanto sia importante la tutela della biodiversità e degli ecosistemi, e fiduciosi dei benefici che questa iniziativa avrebbe portato all’ambiente urbano. Sono felice quindi di constatare le evidenze e i risultati di questo primo monitoraggio ci confermano che siamo sulla strada giusta». Significa che nel corso del 2025 aumenteranno le aree verdi soggette allo sfalcio ridotto. «In quest’ottica sarà incrementato anche il numero dei prati fioriti in città che portano bellezza e colore e che pure contribuiscono a creare le condizioni per il proliferare di piccoli insetti: nel 2025 i prati fioriti in città saranno 60, distribuiti in tutti i nove Municipi, circa il doppio rispetto all’anno precedente».
I risultati del monitoraggio condotto dai ricercatori di ZooPlantLab in otto tra parchi e aree verdi sono stati pubblicati all’inizio del mese di gennaio sulla rivista «Urban Forestry and Urban greening». «Nel complesso, questo studio dimostra che un regime di gestione meno intensivo di aree verdi tenute in modo informale, con erbe alte, unitamente a ricchezza fiorale e piccoli boschetti, — aggiunge il professor Massimo Labra, ordinario di Botanica generale — potrebbe effettivamente migliorare la biodiversità degli insetti in contesti urbani».
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