Il gelo tra Giorgia Meloni e Daniela Santanchè in Cdm e il giallo sulla vendita di Visibilia: «Da dove vengono i soldi?»

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La premier non parla con la ministra durante il Cdm. Ma spinge sulle dimissioni. Lei però vuole rimanere. Anche dopo il 29 gennaio. Altair D’Arcangelo: il nuovo proprietario dell’azienda e le condanne

Giorgia Meloni e Daniela Santanchè si sono viste ma non si sono parlate. Durante il consiglio dei ministri di ieri nessun saluto e nessuno sguardo, né d’intesa né di sfida. E dopo la ministra del Turismo ha fatto sapere che lei non ha intenzione di dare le dimissioni. Ma anche che c’è un pezzo di Fratelli d’Italia che la vuole cacciare. Guardando ancora al 29 gennaio. Ovvero al giorno in cui la Corte di Cassazione dovrà decidere sullo spostamento del suo processo da Milano a Roma. Con il sì Santanchè guadagnerebbe un anno di tempo. Intanto c’è un mistero che riguarda la cessione di Visibilia a Wip Finance. Che si è impegnata a versare 2,7 milioni per acquisire la quota di controllo dell’azienda. Ma ne avrebbe tirati fuori solo 100 mila. Da dove vengono gli altri soldi?

Il gelo tra Meloni e Santanchè

Prima del Cdm è andato in scena un pranzo tra Giovanni Donzelli e Ignazio La Russa, padrino politico della ministra. Subito dopo il responsabile organizzazione di FdI fa uscire una dichiarazione che sembra un de profundis nei confronti di Santanchè: «Aveva detto che, in caso di rinvio a giudizio, avrebbe fatto una riflessione. Adesso la sta facendo e noi aspettiamo che ci dica cosa ritiene di fare alla luce delle ultime evoluzioni». E ancora: «Lei è un ottimo ministro del Turismo e ha lavorato in modo impeccabile. Ha un senso delle istituzioni che ha sempre dimostrato in maniera ineccepibile, e noi ci fidiamo di quello che sceglierà». Lei però tiene ben a mente il caso di Andrea Delmastro. Il sottosegretario è a processo eppure è ancora al suo posto: perché dovrei dimettermi io?

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«Né patteggio né mi dimetto»

La Stampa riporta qualche frase di Santanchè ai suoi. «Come si fa a stare con Trump e poi andare dietro ai giudici?», è la prima. «Non intendo patteggiare né dimettermi», la seconda. Nel frattempo cominciano a circolare voci che riguardano il servizio di Report sulla vendita di Visibilia. L’acquirente sarebbe indagato per associazione a delinquere, evasione fiscale e frode. La circostanza dentro FdI viene vista come un’accelerazione degli eventi. Che potrebbe portare già oggi alle dimissioni. Nel corso della riunione di Palazzo Chigi è arrivata anche una promessa sul punto. Dimissioni “ordinate” in cambio di ringraziamenti pubblici da parte della premier. «Santanchè non otterrà nulla più di questo» spiegano da via della Scrofa. «Oggi l’esito è l’unica cosa certa».

La vendita di Visibilia

Il Fatto Quotidiano invece anticipa il contenuto dei servizi di Report in onda domenica. Il 19 dicembre Wip Finance, semisconosciuta fiduciaria di Lugano, ha firmato il contratto preliminare per l’acquisto del 75% di Athena Concessionaria (ex Visibilia Concessionaria). E, a cascata, la quota di maggioranza di Visibilia Editore. Il proprietario è Altair D’Arcangelo, 49enne da poco tempo imprenditore nel mondo della cosmesi con il marchio Virgo. Che è inserzionista di Visibilia. Mentre da ottobre ha rilevato con una cordata l’85% del Chieti Calcio. Il 27 febbraio 2006, quando aveva 31 anni, faceva l’arredatore ed era consigliere comunale di Forza Italia, è stato arrestato e condannato per detenzione e spaccio di cocaina. «Ero vittima di tossicodipendenza, purtroppo. E quando accadde fui felice perché smisi di assumere cocaina», ha ammesso lui davanti alle telecamere.

Altair D’Arcangelo

Il 20 luglio 2017 D’Arcangelo rimedia una condanna definitiva per violazioni di procedura. Nel 2019 finisce agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere, bancarotta, frode ai danni dello Stato, riciclaggio e autoriciclaggio a Milano. I pm gli contestano di aver gestito tramite prestanome una rete di 98 società che avrebbero creato crediti Iva fasulli attraverso operazioni immobiliari. Il 17 ottobre 2023 il tribunale di Milano gli sequestra, insieme a un altro indagato, quasi 39 milioni di euro come profitto della presunta frode ai danni dell’erario. Lui respinge tutte le accuse.

Da dove arrivano i soldi?

Il mistero più interessante però riguarda i soldi. Un comunicato della società quotata afferma che, dopo l’aumento di capitale da oltre 4,5 milioni, Wip Finance si è impegnata a pagare poco meno di 2,7 milioni per acquistare la quota di controllo. Ma a Report un amministratore di Rimeco, altra società anonima ticinese, ha dichiarato che l’imprenditore avrebbe versato in Wip solo 100 mila franchi svizzeri. Da dove vengono gli altri 2,6 milioni che Wip ha pagato a Santanchè?



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