raccolta differenziata al top, ma i cittadini pagano caro

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La provincia di Trapani si conferma ai vertici regionali per la raccolta differenziata, con percentuali che sfiorano l’80% e che la pongono in competizione con le regioni del Nord Italia. Un risultato di tutto rispetto, che testimonia l’impegno di cittadini e amministrazioni nel differenziare i rifiuti e contribuire ad un futuro più sostenibile.

Eppure, questo impegno virtuoso non si traduce in un beneficio economico per i cittadini trapanesi, che continuano a pagare una Tari mediamente alta. Un paradosso che mette in luce le contraddizioni di un sistema di gestione dei rifiuti ancora fragile e incompleto.

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Trapani, tra premi e contraddizioni

La  premiazione dei “Comuni Ricicloni”, l’iniziativa di Legambiente che celebra i comuni virtuosi nella raccolta differenziata, ha visto la provincia di Trapani protagonista con diversi riconoscimenti. Tra questi, spicca il premio alla Srr Trapani Nord, guidata da Massimo Fundarò, anche assessore a Calatafimi-Segesta, che ha raggiunto il 74% di raccolta differenziata.

Il doppio premio che ho ricevuto come presidente della Srr Trapani Nord con il raggiungimento del 74% di raccolta differenziata, pone questa SRR ai vertici in Sicilia e non la fa sfigurare neanche nei confronti dei migliori ambiti ottimali dell’Italia e credo che sia soprattutto merito dei sindaci dei tredici comuni“, ha dichiarato Fundarò. Anche Calatafimi-Segesta, con l’84% di raccolta differenziata, si distingue tra i comuni più virtuosi.

“Da circa tre anni sono impegnato in questa amministrazione. Abbiamo raggiunto l’84%, anche qui un ragguardevole risultato che mi riempie d’orgoglio e soprattutto ha reso questa cittadina più bella, più pulita e più decorosa nell’ambito dei comuni dei piccoli borghi siciliani“, ha commentato Fundarò.

Eppure, nonostante i risultati lusinghieri e i riconoscimenti, la Tari a Trapani rimane mediamente alta. Un’apparente contraddizione che trova spiegazione nell’analisi dei costi di gestione dei rifiuti, in particolare quelli legati al trasporto e al conferimento.

Il problema dei conferimenti e i “viaggi della disperazione”

La mancanza di impianti di trattamento finale in Sicilia costringe i comuni a trasportare i rifiuti fuori provincia, con un conseguente aggravio dei costi. “Molti cittadini si chiedono perché, nonostante gli alti livelli di raccolta differenziata, la Tari, la tassa sui rifiuti, non diminuisce e addirittura aumenta- spiega Fundarò – La risposta è che abbiamo il problema dei conferimenti. Nel senso che l’assenza di impianti di trattamento finale in Sicilia e le discariche sono piene e siamo costretti ai viaggi della disperazione“.

Un esempio emblematico è la recente chiusura di un impianto che costringerà 25 comuni del Trapanese a conferire i rifiuti a Lentini, con un costo di 380 euro più IVA a tonnellata di RSU. “Vi rendete conto che quindi è indispensabile è una costruire degli impianti a km 0 ambientalmente sostenibili e che fanno risparmiare sui costi di trattamento finale“.

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La soluzione: impianti a km 0 e chiusura del ciclo dei rifiuti

La soluzione a questo problema, secondo Fundarò, è la realizzazione di impianti di trattamento a km 0, che permettano di chiudere il ciclo dei rifiuti in provincia, riducendo i costi di trasporto e conferimento. La Srr Trapani Nord si sta muovendo in questa direzione, con l’obiettivo di rendere il territorio autosufficiente nella gestione dei rifiuti.

“Siamo a una fase avanzata. Perché fra qualche mese sarà consegnata la discarica di RSU in contrada Borranea di 600.000 metri cubi e stiamo anche lavorando alla realizzazione di un impianto di Tmb, trattamento meccanico biologico, che consentirà di rendere autosufficiente non solo la SRR Trapani Nord, ma tutta la provincia di Trapani per quanto riguarda gli RSU con una notevole diminuzione dei costi per i comuni e la conseguenza diretta sarà una riduzione della Tari“.

A marzo aprirà un impianto TMB all’avanguardia e la discarica di Contrada Borranea è già pronta. Entro il 2027 sarà operativo anche un nuovo impianto di ultima generazione, finanziato dall’accordo FSC tra Governo e Regione. Questi investimenti consentiranno di ridurre l’impatto ambientale e i costi di gestione, con un conseguente beneficio per le tasche dei cittadini. 





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