Bonus casa, obbligo residenza pone a rischio sconto al 50%

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Facendo i lavori senza ancora averla si scende al 36%

Di Redazione |

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ROMA, 25 GEN – Il taglio differenziato del bonus
casa previsto dalla legge di bilancio, al 50% sulla prima casa e
al 36% sulla seconda, porta con sé un rischio: penalizzare chi
acquista un immobile, avvia la ristrutturazione ma, proprio per
i lavori in corso, non può prendervi la residenza. Facendo così
calare la detrazione dal potenziale 50% al 36%.
La manovra prevede infatti detrazioni per interventi edilizi
più alte nel caso in cui le spese siano “sostenute dai titolari
del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento per
interventi sull’unità immobiliare adibita ad abitazione
principale”. Una definizione che appunto, senza un chiarimento
interpretativo o normativo, per problemi di tempistica dei
lavori potrebbe obbligare molti proprietari ad accontentarsi
della detrazione più bassa riservata alle seconde case.
Il problema è ben noto a Confedilizia che però suggerisce di
attenersi all’interpretazione che l’Agenzia delle entrate ha
fornito sul superbonus nel 2023: L’Agenzia spiegava allora che,
qualora l’unità immobiliare non sia adibita ad abitazione
principale all’inizio dei lavori, la detrazione spetti “a
condizione che il medesimo immobile sia adibito ad abitazione
principale al termine dei lavori”.

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