Reazioni morte Sara Piffer | Gazzetta.it

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Il presidente della Federciclismo sulla promessa trentina di 19 anni, travolta e uccisa da un’auto durante un sorpasso. “E’ arrivato il momento di dire basta”. Lunedì alle 15 a Palù di Giovo i funerali. Fondriest: “Non dobbiamo perdere la forza di lottare perché tutto questo non diventi mai la normalità”




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La rabbia del mondo del ciclismo non si ferma. La tragedia di Sara Piffer, trentina di 19 anni, travolta e uccisa per un sorpasso azzardato, perché una persona alla guida riteneva di potercela fare a superarla in quello spazio sulla strada, oltrepassa ogni limite, ammesso che ci possa ancora essere quando in Italia viene ucciso ogni 30 ore un ciclista. Non solo corridore o agonista, ma anche chi usa la bici per divertimento o per andare a fare una passeggiata. Sara innamorata dello sport, che pedalava con il fratello Christian al fianco, desiderosa di una bella carriera da professionista e con un impegno nel sociale da portare avanti: in silenzio, ma in modo concreto. E invece i sogni di questa ragazza, che con la maglia azzurra aveva disputato i Mondiali di Glasgow 2023 nella categoria juniores, sono stati spezzati a pochi chilometri da casa, sulla strada che, in mezzo ai vigneti, collega Mezzocorona a Mezzolombardo. È morta a bordo strada, nonostante i disperati tentativi dei soccorritori di rianimarla, tra le braccia del fratello Christian.

le esequie

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I funerali saranno celebrati lunedì 27 gennaio alle 15 nella Chiesa Parrocchiale di Palù di Giovo. Il giorno dopo, le reazioni sono durissime. Perché il ciclismo ha pagato – e sta pagando – un prezzo altissimo alla poca attenzione di chi guida, all’uso smodato del cellulare, alla ricerca della velocità per arrivare un secondo prima. “L’ennesima tragedia della strada che ha coinvolto una ciclista è un problema non solo del nostro sport – ha dichiarato Cordiano Dagnoni, presidente della Federciclismo – ma di civiltà, legato alla cultura del rispetto, all’educazione civica, alla realizzazione di infrastrutture, alla realizzazione di città più a misura d’uomo. Lavoriamo da tempo per migliorare la sicurezza in gara, ambito di nostra competenza. Abbiamo invece meno strumenti per intervenire quando si parla di sicurezza in allenamento, se non attraverso la continua formazione del personale che accompagna i nostri ragazzi sulle strade. Il problema è soprattutto legato alla realizzazione di infrastrutture in grado di garantire l’uso sicuro della bicicletta. Non esistono segreti, se non quelli di prendere ispirazione da quanto accade nei Paesi da questo punto di vista più avanti di noi. Per questo negli scorsi anni la Federazione Ciclistica Italiana, al pari di altre organizzazioni in rappresentanza degli utenti della bicicletta, ha presentato una serie di proposte la maggior parte delle quali sono state disattese. E’ arrivato il momento di dire basta. Non avendo avuto riscontro in questi anni, come organismo sportivo non ci resta che appellarci al nostro referente presso il Governo, ovvero il Ministro Abodi, affinché almeno lui riesca dare concretezza alle tante richieste che arrivano dalla società civile per fermare questa continua carneficina”.

Foto Enrico Pretto/LaPresse
24 Gennaio 2025 Mezzocorona, Italia 
Cronaca
investimento ciclista Sara Piffer

gli invincibili

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Sara era di Palù di Giovo, il paese di Francesco Moser e Gilberto Simoni. Un altro grande trentino, Maurizio Fondriest, che è da sempre in prima linea per la sicurezza stradale di chi pedala, scrive: “Oggi il mio pensiero va a Sara e alla sua famiglia, costretta ad affrontare questo momento così ingiusto. Perdere un figlio è un dolore immenso, in queste circostanze diventa insopportabile. Non dobbiamo perdere la forza di lottare perché tutto questo non diventi mai la normalità”. Molto duro Marco Cavorso, delegato sicurezza dell’Accpi, l’associazione dei corridori professionisti italiani, che perse il figlio Tommaso, a 13 anni, nel 2010, “perché una macchina stava facendo un sorpasso di tre auto, e non riuscì a evitare Tommaso sulla corsia opposta”. Ecco le sue parole: “Loro, gli Invincibili. Oggi qualcuno ha ucciso Sara, come Tommy, come Nicola, come centinaia di ragazzi e ragazze che pedalavano nella nostra Italia. Sorpasso in contromano e l’omicidio è servito. Loro sono gli Invincibili. Non esiste cartello, norma o campagna d’informazione che possa batterli. Perché uccidere un ragazzo o una ragazza solo per risparmiare qualche secondo del proprio tempo è Invincibile”.

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abodi replica

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E arriva la replica del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi: “Le vite perdute sulle nostre strade sono sempre troppe e troppo spesso sono giovani vite, come quella della promessa del ciclismo azzurro Sara Piffer che è stata travolta ieri da un automobilista in una strada interna in Provincia di Trento. Il nuovo Codice della strada prevede rinnovati elementi di tutela anche per chi va in bicicletta, ma evidentemente le sole norme non bastano e questo deve esser chiaro, senza possibilità di equivoco, perché certe tragedie si consumano per i comportamenti delle persone che le regole non le rispettano. Quello che è successo a Sara ci rattrista molto e, tenendo conto delle dinamiche dell’incidente già accertate, m’impegno a fare immediate riflessioni con il collega e vice premier Salvini, insieme al collega Piantedosi, anche ascoltando la famiglia di Sara e la Federciclismo. La necessaria sicurezza di chi va in bicicletta rappresenta per il Governo motivo d’impegno e preoccupazione in ogni contesto, compreso quello agonistico nel quale restano nella memoria le tragedie di alcuni atleti, dalle quali non sempre sono emerse in modo trasparente, tempestivo ed efficace le responsabilità, come nel caso del giovane Giovanni Iannelli. Mi impegno a dare ulteriori contributi, per individuare ogni possibile iniziativa che rafforzi sempre più efficacemente i presidi rispetto al problema della sicurezza stradale per i ciclisti, nell’ambito del tema della sicurezza per tutti”.





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