Esclusivo/ Salvini ad Affari: “Il Veneto? Illogico cambiare la guida. Landini invita alla rivolta sociale”

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Salvini: “A Bruxelles devono difendere famiglie e imprese”

“Il Veneto? Un modello di buon governo, cambiarne la guida sarebbe illogico e pericoloso”. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ribadisce l’intenzione della Lega di non lasciare agli alleati la guida della regione. Una lunga chiacchierata in cui vengono toccati diversi temi, dall’Alta velocità che – nonostante scioperi e cantieri – è più puntuale del 2018 e 2020 quando al Mit c’erano ministri Pd e 5Stell”, passando per la Consulta (“Basta con i giudici di sinistra”) e sul nuovo assetto di Fs, dove viene confermata l’intenzione di scorporo di Anas. 

Ministro, il nuovo codice della Strada è in vigore da ormai 45 giorni: vogliamo fare un bilancio e chiarire qualche preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti “falsi positivi” con farmaci per l’ipertensione o la depressione?


Il primo mese con il nuovo codice della strada in vigore ha dato risultati eccellenti, che confido possano continuare durante tutto l’anno. Calo dell’8,6% di incidenti rilevati da Polizia e Carabinieri dal 14 dicembre 2024 al 13 gennaio 2025 rispetto allo stesso periodo di dodici mesi fa, -33,9% di morti e -12,7% di feriti. Detto con altre cifre, 508 incidenti in meno e 43 vittime in meno. Soprattutto, non sono emersi provvedimenti per presunte assunzioni di farmaci. Abbiamo assistito a troppo terrorismo mediatico, anche sull’alcol: anche lì, invece, non abbiamo cambiato i limiti. Da sempre alcuni farmaci impediscono la guida dopo alcune ore dalla loro assunzione. Non c’è e non ci sarà mai una caccia a chi prende dei farmaci, consiglio a chi guida di portare in auto la prescrizione medica di ogni sostanza assunta.

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Dopo altri problemi sulla rete ferroviaria Lei si è concentrato su un tema infrastrutturale che ha ereditato, ma ha anche parlato apertamente di sabotaggio: vuole ricordare quanti fondi sono stati stanziati per ammodernare le linee ferroviarie e quali saranno i prossimi passaggi per evitare nuovi problemi? 


Abbiamo 1.200 cantieri attivi, record non tanto per quantità ma per complessità. I cantieri erano 983 nel 2020, 1.001 nel 2021, 1.016 nel 2022 e 1.000 nel 2023. Gli investimenti di rete ferroviaria italiana sono di oltre 10 miliardi di euro nel 2024, un risultato che supera la previsione di budget di 9 miliardi. E abbiamo moltiplicato gli sforzi anche per le manutenzioni. Stiamo recuperando decenni di disattenzioni. Nel 2024 abbiamo avuto più treni, più passeggeri, più cantieri complessi e record di scioperi, eppure la puntualità media dell’alta velocità è stata migliore di quando- nel 2018 e nel 2020 – al Mit c’erano ministri Pd e 5Stelle. 

Come sta procedendo il progetto del Ponte sullo Stretto? Si andrà avanti spediti o dobbiamo attenderci nuovi stop dopo le obiezioni sollevate da alcuni ingegneri?


120.000 nuovi posti di lavoro, tonnellate di CO2 in meno nell’aria, poi velocità, più sicurezza, meno tempo perso e meno inquinamento. Sono in corso approfondimenti per rispondere a tutte le richueste di natura ambientale. Parliamo di interrogativi e procedimenti squisitamente burocratici, per esempio siamo chiamati a spiegare perché l’ombra del ponte non causerà problemi. Avremmo potuto forzare i tempi ma abbiamo scelto di essere cauti.

Perché avete rinnovato dei posti chiave in Fs, con Giampiero Strisciuglio che passa da Rfi a Trenitalia, Aldo Isi da Anas a Rfi e con la nomina di Claudio Gemme come ceo di Anas?


L’obiettivo è rendere ancora più efficaci tutte le realtà del gruppo Ferrovie

Aveva annunciato di voler scorporare Anas da Fs e di voler privatizzare una parte minoritaria dell’azienda guidata da Stefano Donnarumma: a che punto siamo?


È un percorso da avviare con la nuova governance di Anas. Non vogliamo svendere o anche semplicemente privatizzare, al massimo intendiamo valorizzare il gruppo FS coinvolgendo eventuali energie e risorse private per fare sempre più lavori, ancora meglio e più in fretta.

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Parlando di politica, molto si è discusso del terzo mandato ma anche del partito che dovrà esprimere il candidato governatore in Veneto: ci conferma che “spetterebbe” alla Lega?


Il Veneto è un modello di buon governo, riconosciuto anche all’estero, cambiarlo sarebbe illogico e pericoloso. Luca Zaia è un eccellente governatore, altamente apprezzato dai cittadini, come dimostrato da migliaia di cittadini che nel week end si sono mobilitati con più di 12mila firme a sostegno del buon governo regionale della Lega. 

Sulla Consulta, dopo l’elezione di Giovanni Amoroso è di nuovo tutto fermo: che cosa dobbiamo attenderci?


Una soluzione rapida che confido arrivi presto. Ne stiamo parlando con gli alleati, l’obiettivo é scegliere persone preparate e non necessariamente sempre e solo di sinistra.

Il governo di cui fa parte è al settimo posto tra quelli più longevi, a breve distanza dal Moro III che è al sesto posto. Che bilancio fa di questa esperienza? E che cosa si aspetta per questa seconda parte della legislatura, quali obiettivi ritiene imprescindibili?


Stiamo lavorando bene e andremo avanti fino alla scadenza naturale della legislatura. Con gli alleati, a partire da Giorgia (Meloni, ndr) e Antonio (Tajani, ndr), c’è anche un rapporto personale che facilita la soluzione ai problemi. Per quel che mi riguarda, nei prossimi mesi dovremo raccogliere i frutti di quanto abbiamo seminato: penso alle Olimpiadi Milano Cortina, ai primi lavori del Ponte sullo Stretto, ai benefici effetti di codice della strada, codice degli appalti, salva casa. Su quest’ultimo provvedimento annunciamo alcuno o due punti che illustrerò domani e mettiamo dei dati, secondo gli Ingegneri riguarda la maggioranza delle case degli Italiani, sarà una rivoluzione attesa da anni e positiva, una semplificazione che cambierà la vita a tante persone. Come Lega, puntiamo a migliorare la riforma delle pensioni, a estendere la flat tax, a concretizzare l’autonomia. 

Dopo l’assoluzione per il processo Open Arms si è tornato a parlare di un suo “interesse” per il Viminale: ci vuole chiarire definitivamente quali sono le sue intenzioni? Matteo Piantedosi deve iniziare a preoccuparsi?

 

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Il Viminale è stata una esperienza meravigliosa e che porto nel cuore, anche alla luce di risultati che mi rendono orgoglioso:  -79,6% di sbarchi, -95% di morti in mare, -55% di dispersi in mare. Piantedosi è un amico e sta lavorando benissimo, ma soprattutto sono entusiasta del mio attuale ministero. Ho semplicemente ricordato che il processo OpenArms si è concluso con un nulla di fatto, eppure c’è chi non mi riteneva adatto a tornare al Viminale proprio perché ero in attesa di giudizio. 

Dopo i recenti scontri di Bologna ha parlato di “criminali rossi”: pensa che ci sia un clima di opposte fazioni come negli anni caldi con possibili recrudescenze terroristiche? Rivede quegli anni drammatici e caotici complice anche una situazione internazionale piuttosto concitata?


Temo per le parole di chi, come Maurizio Landini, ha invitato alla rivolta sociale. E sono preoccupato per alcuni segnali raccolti dal gruppo Fs che teme operazioni di sabotaggio per destabilizzare il gruppo e il governo a partire dal sottoscritto. Spero che a sinistra abbassino i toni: il linciaggio dell’avversario politico è un vizio che non riescono a togliersi, nemmeno dopo l’uscita di scena di un amico e di un gigante come Silvio Berlusconi che troppe volte era stato infangato in modo vergognoso.

Dopo l’insediamento di Donald Trump sono stati firmati centinaia di provvedimenti: alcuni più vicini alla sensibilità politica della Lega, altri che rischiano di penalizzare l’Italia e l’Europa: il suo giudizio?


Trump fa gli interessi degli americani e fa benissimo. Il problema non sono gli Usa, ma è l’Europa: confido che a Bruxelles si accorgano che è necessario difendere famiglie e lavoro europei. A partire dal settore automotive: gli estremismi green favoriscono la Cina e non aiutano il miglioramento climatico. Portano solo problemi alla nostra economia.

Ultima domanda: è vero che ha intenzione di intraprendere diversi viaggi all’estero per presenare il sistema infrastrutturale italiano? Una sorta di roadshow ad usum anche di potenziali investitori.

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A breve ho in programma una serie di impegni all’estero, a partire da Israele e dalla Cina. Ma intendo andare anche in Giappone e negli Stati Uniti. L’obiettivo è far conoscere quanto di buono e innovativo stiamo facendo sul fronte infrastrutturale in Italia. Siamo un Paese meraviglioso di cui andare orgogliosi.

 



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