Reso noto il calendario ufficiale del pagamento delle pensioni del mese febbraio 2025. Il versamento dell’assegno previdenziale, come già è accaduto in passato, è condizionato dalla modalità scelta per riceverlo dai beneficiari. Sono, infatti, previste alcune differenze tra quanti hanno un conto corrente in banca o alle Poste.
Sono due le date da tenere a mente: il 1° ed il 3 febbraio. Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire meglio quando verranno messe in pagamento le pensioni nel corso del prossimo mese.
Pensioni, il calendario di febbraio
Reso noto il calendario dei pagamenti delle pensioni del mese di febbraio. La data entro la quale l’assegno previdenziale viene percepito è condizionato dalle modalità scelte per riceverlo:
- chi ha deciso di ricevere l’accredito presso Poste italiane riceverà le proprie spettanze sabato 1° febbraio;
- chi riceve l’accredito in un conto corrente bancario, lo riceverà lunedì 3 febbraio.
Le due differenti scadenze sono determinate dalle regole operative adottate dai diversi istituti. Gli uffici postali sono aperti nella mattinata di sabato, questo permette l’accredito della pensione proprio nell’arco di questa giornata. Le banche, invece, non effettuano delle operazioni nel corso di questa giornata, quindi il tutto viene rinviato il primo giorno lavorativo successivo: lunedì 3 febbraio.
Il discorso cambia ulteriormente per quanti hanno deciso di ritirare la pensione in contanti direttamente presso uno dei tanti sportelli di Poste italiane. In questo caso il calendario dei ritiri è organizzato sulla base delle iniziali dei cognomi dei beneficiari. Viene seguita questa suddivisione:
- cognomi con iniziali che vanno dalla lettera A alla B: sabato 1° febbraio;
- cognomi con iniziali che vanno dalla C alla D: lunedì 3 febbraio;
- cognomi con iniziali che vanno dalla E alla K: martedì 4 febbraio;
- cognomi con iniziali che vanno dalla L alla O: mercoledì 5 febbraio;
- cognomi con iniziali che vanno dalla P alla R: giovedì 6 febbraio;
- cognomi con iniziali che vanno dalla S alla Z: venerdì 7 febbraio.
Ricordiamo che questa suddivisione non è vincolante, ma è da seguire. Serve per evitare di saturare gli sportelli degli uffici postali e a distribuire in modo omogeneo l’affluenza. In questo modo si cerca di garantire un servizio più efficiente e dei tempi di attesa ridotti.
Pensioni di febbraio, arriva la rivalutazione
Con l’arrivo del cedolino delle pensioni di febbraio 2025 sono previste alcune importanti novità. I diretti interessati dovranno stare attenti a due voci:
- quanti non li dovessero avere già ricevuti ad inizio anno, agli arretrati. Alcune persone, per motivi amministrativi, potrebbero non aver ricevuto gli importi che spettavano loro con i pagamenti precedenti. In questo caso li troveranno nel cedolino di febbraio;
- alla rivalutazione delle pensioni. Gli importi degli assegni previdenziali, facendo fede al meccanismo di adeguamento al costo della vita degli assegni previdenziali, vengono aumentati dello 0,8% nel caso in cui rimangano al di sotto delle quattro volte il minimo – che corrisponde a 2.394,44 euro -. Nel caso in cui l’importo della pensione dovesse essere superiore, l’aumento inizia ad avere un valore leggermente decrescente, variando tra lo 0,72% e lo 0,6% per quanti siano nelle fasce di reddito più elevate. L’adeguamento degli importi delle pensioni si rende necessario per far in modo che gli importi erogati garantiscano il potere d’acquisto delle famiglie.
Ricordiamo che i diretti interessati hanno la possibilità di consultare il cedolino della pensione direttamente sul sito Internet dell’Inps. È consultabile accedendo alla propria area riservata con le credenziali digitali (Spid o Cie): in questa sede è possibile verificare tutte le informazioni relative alle proprie spettanze.
Tra l’altro proprio a partire dal 1° gennaio 2025 si è aperto un ulteriore capitolo sul fronte delle pensioni: è scattata la riduzione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo, che andranno ad impattare pesantemente sul calcolo dell’assegno previdenziale di chi vuole andare in quiescenza. A seguito del taglio dei coefficienti, secondo i calcoli effettuati dalla Cgil, la pensione di vecchiaia calerà del 2%.
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