Contributo dei lavoratori stranieri all’agricoltura italiana, l’indagine del CREA – UIPA

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Contributo dei lavoratori stranieri all’agricoltura italiana, l’indagine del CREA

I dati del 7° Censimento generale dell’agricoltura realizzato dall’ISTAT nel 2020 hanno
evidenziato una forte diminuzione del numero di aziende rispetto al 2010 (-30%), a cui si è
accompagnata una marcata riduzione anche della manodopera familiare che, in termini di occupati, ha visto dimezzare il numero di lavoratori impiegati in azienda. A questa situazione fa da contraltare un aumento della manodopera salariata, passata da circa 938.000 occupati nel 2010 a oltre 1.277.000, con una crescita del 38%. Essa nel 2010 rappresentava il 24% circa del totale della manodopera mentre oggi ne costituisce il 47% e, all’interno della stessa, aumenta la componente straniera, che oggi supera il 33% del totale, con 425.962 lavoratori, mentre nel decennio precedente non raggiungeva il 25%. La presenza di manodopera straniera è particolarmente importante nelle regioni caratterizzate da specializzazioni produttive che prevedono picchi di richiesta di manodopera di tipo stagionale, soprattutto nelle fasi di raccolta. Infatti, in termini di Orientamento Tecnico Economico (OTE), la presenza straniera è sicuramente prevalente nel settore delle coltivazioni permanenti.

INPS conferma il trend. I dati dell’osservatorio INPS sugli stranieri, periodo 2013-2022, evidenziano un trend in crescita del numero di stranieri interrotto solo nell’anno della pandemia: nel 2022 è pari a 4.159.880 unità, aumentato del 21% rispetto al 2013 (fig. 1.2.1). Guardando alla distribuzione tra le diverse condizioni prevalenti, nel 2020 si osserva una diminuzione di lavoratori e, di contro, un forte aumento del numero dei percettori di prestazioni a sostegno del reddito (+17% nel 2020 rispetto al 2019) dovuto, presumibilmente, alle misure governative attivate per la sospensione
dell’attività per il contenimento della pandemia.
Il costante aumento nel numero dei pensionati indica il permanere sul territorio anche dopo l’età lavorativa, ed è, pertanto, un positivo segnale di integrazione. Gli anni successivi alla pandemia, il 2021 e il 2022, hanno visto un rinnovato e importante aumento dei lavoratori stranieri: nel 2022 il numero di lavoratori stranieri è aumentato dell’8% rispetto al 2019, fattore evidentemente imputabile alla ripresa delle attività e alla riapertura dei flussi migratori.

I risultati del questionario CREA. Al fine di avere maggior contezza dei fabbisogni e delle problematiche esistenti nell’impiego degli operai stranieri in agricoltura, è stata realizzata un’indagine tramite questionario somministrato a diversi stakeholder appartenenti alle organizzazioni agricole, al mondo delle cooperative occupate nel sociale e ai consulenti agrari che seguono le attività delle aziende agricole. Il questionario è stato impostato con domande predefinite per taluni aspetti e domande a
risposta aperta, per far emergere le specificità delle problematiche legate all’impiego della manodopera straniera
Le risposte pervenute hanno messo bene in evidenza i principali aspetti e le difficoltà del settore.
Secondo gli intervistati nell’ultimo quinquennio, al netto delle difficoltà causate dal Covid nel 2020, c’è stata una maggiore presenza di lavoratori stranieri che ha avuto un impatto positivo sul mercato del lavoro in agricoltura, considerata anche la difficoltà nel reperire manodopera locale. Il principale limite legato all’impiego dei lavoratori stranieri nel comparto agricolo è rappresentato innanzitutto dalla eccessiva burocrazia nella contrattualizzazione. Quasi tutti i soggetti intervistati hanno evidenziato difficoltà sia in termini di costi (oneri amministrativi, oneri fiscali, oneri sanitari/sicurezza), sia in termini di tempistiche. Altra problematica riscontrata è la scarsa competenza posseduta dai lavoratori, raramente sono specializzati e pertanto possono essere utilizzati solo in operazioni semplici che non richiedono particolari esperienze, mentre è crescente l’esigenza di disporre di lavoratori qualificati e specializzati.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Sono stati evidenziati anche disagi legati alla comunicazione a causa della diversa lingua parlata dai lavoratori. I comparti agricoli che manifestano i maggiori fabbisogni di manodopera straniera sono
l’orticolo/ortofloricolo e il settore zootecnico, segue l’olivicolo e infine il frutticolo. Per quanto riguarda i punti di forza della manodopera straniera, sicuramente sono molto apprezzate dai datori di lavoro la maggiore adattabilità – ad esempio spesso a questi lavoratori è chiesto di vivere in azienda e svolgere anche forme di guardiania negli allevamenti – oppure la disponibilità a fornire ore di lavoro supplementari specialmente nei periodi di maggior bisogno. Altro punto di forza emerso dall’indagine è l’impegno, l’affidabilità e la flessibilità soprattutto oraria dei lavoratori stranieri. In sostanza, i lavoratori stranieri risultano più disponibili dei locali a venir incontro alle esigenze del datore di lavoro. I lavori stagionali richiedono affidabilità nello svolgimento e, solitamente, gli imprenditori ricorrono, ove possibile, agli stessi addetti per più anni confidando in un grado di apprendimento e specializzazione sempre maggiore.

Secondo gli stakeholder, la regolamentazione del lavoro straniero andrebbe sicuramente migliorata, in particolar modo, come già detto, andrebbero alleggeriti gli aspetti burocratici a favore sia del datore che del lavoratore e andrebbero effettuati maggiori controlli per il lavoro in nero e per lo sfruttamento dei lavoratori stranieri. Inoltre, si dovrebbero far conoscere ai lavoratori, preferibilmente prima dell’assunzione, i diritti e i doveri che derivano dalla contrattazione territoriale tramite corsi di formazione professionale e corsi sulla sicurezza (d.l. 81/08). Infatti, un aspetto fondamentale per tutti gli intervistati è la sicurezza sul posto di lavoro. È emersa dalle interviste, inoltre, una maggiore richiesta di idonei corsi di lingua, ritenuti fondamentali per migliorare la comprensione della regolamentazione sul lavoro e l’integrazione degli stessi lavoratori. Sarebbe dunque auspicabile un maggiore intervento pubblico che agevoli la formazione professionale dei lavoratori stranieri.

Dovrebbe essere migliorato l’approccio delle politiche nazionali/regionali, soprattutto nella gestione dei flussi (politiche nazionali) e nell’attenzione e controllo dell’impiego di manodopera sul territorio (politiche regionali). Strumenti come la Rete del lavoro agricolo di qualità, anche se ancora poco conosciuta, potrebbero essere efficaci per rafforzare il rapporto lavorativo tra agricoltori e lavoratori. Tale strumento nasce con lo scopo di arginare il fenomeno del caporalato nel settore agricolo del nostro Paese e l’obiettivo è quello di garantire una sorta di certificazione di qualità o etica, afferente al non utilizzo di lavoro nero per le imprese, favorendo in prospettiva, anche attraverso le grandi reti di distribuzione, una via “privilegiata” per tali imprese.
Il lavoro agricolo svolto dagli immigrati rappresenta una risorsa indispensabile per il settore primario. Pertanto, il rafforzamento delle politiche appena espresse va nella direzione della maggiore sostenibilità sociale e competitività dell’agricoltura che rischia di essere indebolita dalla crescente carenza di capitale umano qualificato all’interno del settore. Gli intervistati sostengono che dopo la pandemia vi è stato un aumento dell’impiego degli immigrati, soprattutto provenienti dai Paesi esteri extra UE, e una minore incidenza del lavoro non regolamentato. Inoltre, la difficoltà di reclutamento avvenuta nel 2020 ha contribuito a migliorare la percezione sull’importanza della manodopera straniera da parte del datore di lavoro, portando quest’ultimo anche a utilizzare canali di reclutamento più sicuri come convenzioni,
accordi bilaterali e consolidando anche le relazioni individuali.

La condizionalità sociale introdotta dalla nuova PAC vincola la concessione dei pagamenti diretti al rispetto di norme relative alle condizioni di lavoro e di impiego dei lavoratori agricoli, includendo la salute e la sicurezza del lavoro. Secondo gli intervistati è difficile ancora prevedere quali potrebbero essere le conseguenze, ma per la maggior parte gli effetti saranno sicuramente positivi, prima di tutto perché è un incentivo alla regolarizzazione del lavoro e quindi si farà un grande passo in avanti verso il raggiungimento dei diritti e delle tutele di tutti i lavoratori sia locali che di provenienza straniera. Il ruolo delle politiche agricole e dello sviluppo rurale deve essere infatti orientato a rafforzare il contrasto alle forme di sfruttamento, a migliorare le condizioni di lavoro e di vita degli stranieri. Nelle aree rurali le condizioni di vita delle persone straniere sono assolutamente modeste e inferiori a quelle della popolazione locale, ma non ci sono atteggiamenti di intolleranza e gli stranieri sono sufficientemente ben accolti. Gli intervistati ipotizzano che la carenza di personale locale e nazionale, dovuta anche alla
mancanza di ricambio generazionale nelle aziende agricole, abbia creato la necessità di ricorrere a manodopera straniera. Purtroppo, vi è sicuramente un problema culturale in quanto il lavoro agricolo, oggi, è visto come povero e poco dignitoso. Secondo gli intervistati, i lavoratori locali sono meno propensi a svolgere mansioni faticose e poco remunerate; gli stranieri sono più disponibili ad accettare lavori manuali e stagionali e si dimostrano più adattabili alle diverse esigenze dell’imprenditore e stanno acquisendo, nel tempo maggiori esperienze e competenze.

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link