“Monopolio” sugli appalti in cambio di soldi, voti e prosecco: le accuse ai sindaci

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MAGLIE/RUFFANO/SANARICA – Soldi, lavori di ristrutturazione gratuiti, voti, pranzi e prosecco: sarebbero stati questi alcuni dei benefici ottenuti, a vario titolo, dagli amministratori locali in cambio di appoggi ad alcuni imprenditori. In particolare, a tenere le redini di questo meccanismo di sistematica corruttela, finalizzata a ottenere una sorta di monopolio nell’aggiudicazione degli appalti pubblici a Maglie, Ruffano e Sanarica sarebbero stati i fratelli Marco e Graziano Castrignanò. Il modus operandi ricostruito dalle indagini svolte dalla guardia di finanza, sotto la direzione della sostituta procuratrice Maria Vallefuoco, si sarebbe basato, a partire dal 2016, su una serie di espedienti, come quello di costituire società ad hoc per vincere le gare, oppure affidare o ricevere in subappalto lavori da società ritenute riconducibili ai fratelli o comunque da questi “controllate”, in ogni caso senza l’autorizzazione degli Enti appaltanti e garantendosi vantaggi economici.

Ma non finisce qui. Sempre secondo la ricostruzione accusatoria, in alcune circostanze, gli indagati, soprattutto Marco Castrignanò, sarebbero stati messi al corrente di dettagli di gare non ancora pubbliche, prendendo accordi sulle imprese che avrebbero dovuto partecipare alle singole competizioni.

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Sono queste alcune delle principali accuse contenute nell’avviso di fissazione degli interrogatori preventivi chiesti dalla pm per 25 indagati e che tirano in ballo i sindaci dei comuni di Maglie, Ruffano e Sanarica.

Nello specifico il primo, Ernesto Toma avrebbe ottenuto una fornitura di piante e addobbi floreali in occasione del suo matrimonio, celebrato il 10 ottobre del 2020, e la ristrutturazione a titolo gratuito di un immobile che fatturata per 14mila euro dal fornitore a carico di una delle società riconducibile (secondo gli inquirenti) ai Castrignanò, sarebbe stata poi attribuita contabilmente ai lavori pubblici di “potenziamento della rete pluviale” aggiudicati dalla stessa società con determina del 2018. In ragione di questo, si ipotizza anche il reato di truffa sia ai danni della Regione Puglia che aveva erogato il finanziamento dell’opera per 850mila euro, sia del Comune di Maglie che per quei lavori aveva finanziato ulteriori 350mila euro.

E’ lungo l’elenco degli appalti finito sotto la lente degli investigatori e tra questi c’è anche quello per l’affidamento dei lavori di manutenzione dello stadio Tamborrino-Frisari, indetto con bando pubblicato il 5 marzo del 2019, e ancora quelli per la manutenzione del verde pubblico comunale, e quello per “l’adeguamento sismico e impiantistica della scuola dell’infanzia di Corso Cavour” per 950mila euro.

A Sanarica, invece, secondo gli inquirenti, i Castrignanò avrebbero saputo in anticipo, anche grazie al responsabile unico del procedimento Maurizio Montagna, informazioni su gare non ancora pubblicate, riuscendo così ad agire incontrastati. In cambio, il sindaco Salvatore Sales e l’assessore Dario Andrea Strambaci avrebbero ottenuto sostegno alle elezioni del 3 e 4 ottobre del 2021 e, dopo la vittoria, avrebbero ricevuto da Marco Castrignanò, almeno sei casse di prosecco e il pagamento del costo del pranzo in un ristorante a Otranto con 130 persone. E ancora, entrambi avrebbero avuto agevolazioni per la realizzazione di interventi edilizi che interessavano per il primo, la ristrutturazione di un seminterrato, per il secondo la costruzione di un immobile.

Quanto al sindaco di Ruffano Antonio Cavallo, si legge nelle carte dell’inchiesta, avrebbe ricevuto somme imprecisate di denaro, in almeno due occasioni nell’aprile del 2022, e lavori di ristrutturazione gratuiti della sede del comitato elettorale della sua lista.  

Tra le vicende che lo riguardano e su cui si annidano i dubbi degli inquirenti, c’è quella legata alla predisposizione dello studio di fattibilità ambientale  e della progettazione relativa all’appalto “intervento di adeguamento sismico della scuola primaria di via Paisiello”, dal valore di quasi tre milioni e mezzo, che anziché essere stati svolti dal Comune di Ruffano sarebbero stati redatti da due persone vicine a Marco Castrignanò.

Queste, come detto, alcune delle principali accuse che gli indagati avranno modo di respingere durante gli interrogatori del 3 e 4 febbraio, dinanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecce Stefano Sala.

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