Caso Almasri, Parlamento fermo fino a martedì. Meloni: “Atto procura di Roma era voluto”

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Lo scontro tra il governo e la minoranza si alza: i lavori di Camera e Senato sono sospesi, in segno di protesta per una mancata informativa sulla vicenda che vede la premier indagata per peculato e favoreggiamento, insieme ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario di Stato Mantovano. Il presidente del Senato contro l’avvocato che ha denunciato, Li Gotti: “C’è uno scontro? Senz’altro con chi ha fatto l’esposto”. Lui ribatte: “Sono stato per 20 anni sotto minaccia di Riina, figuriamoci se mi preoccupo”

“A chiunque nei miei panni di fronte a questa vicenda cadrebbero un po’ le braccia. L’atto era chiaramente un atto voluto, tutti sanno che le Procure in queste cose hanno la loro discrezionalità”: Giorgia Meloni è tornata a intervenire sul caso Almasri, dopo che lo scontro tra governo e opposizioni per il caso del comandante libico Almasri ha bloccato il Parlamento. I lavori delle aule di Camera e Senato, su decisione delle conferenze dei capigruppo, sono sospesi fino a martedì 4 febbraio, in segno di protesta per una mancata rapida informativa sulla vicenda che vede indagata per peculato e per favoreggiamento la premier Meloni, insieme ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano. “Qualcuno verrà” a parlare in Aula, taglia corto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Intanto il presidente del Senato Ignazio La Russa parla di un “attacco al presidente del Consiglio”. E ai cronisti che gli chiedono di commentare il caso dice: “Se c’è uno scontro? Senz’altro con chi ha fatto l’esposto si!”. Risponde il diretto interessato, l’avvocato Luigi Li Gotti (che ha denunciato Meloni): “Non dedico un secondo a quanto La Russa ha detto. Sono stato per oltre venti anni sotto minaccia di Totò Riina che voleva la mia morte, figuriamoci se mi preoccupo di queste parole anche se arrivano dalla seconda carica dello Stato. Per me sono qualificabili a livello di un fiato” (CHI È ALMASRIPERCHÉ L’ITALIA LO HA SCARCERATO). 

Meloni: “Atto procura era voluto”

Nel pomeriggio la premier Giorgia Meloni, intervenendo all’evento La Ripartenza organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano, ha parlato del caso Almasri: “A chiunque nei miei panni di fronte a questa vicenda cadrebbero un po’ le braccia. L’atto era chiaramente un atto voluto, tutti sanno che le Procure in queste cose hanno la loro discrezionalità come dimostrato da numerosissime denunce di cittadini contro le istituzioni e su cui si è deciso di non procedere con l’iscrizione nel registro degli indagati, come negli anni del Covid”.

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Meloni: “Indagarmi danno a nazione”

“Io ieri mi ritrovo sulla prima pagina del Financial times con la notizia che sono stata indagata e se in Italia i cittadini capiscono perfettamente quello che sta accadendo all’estero non è la stessa cosa”, ha aggiunto ancora Meloni. “Quello che sta cadendo è un danno alla nazione, alle sue opportunità e questo mi manda ai matti. Agli italiani dico: finché ci siete voi ci sono anche io. Non intendo mollare di un millimetro, finché gli italiani sono con me”. La premier ha ancora aggiunto che  se alcuni giudici vogliono governare, si candidano e governano. L’unica cosa che non si può fare è che loro governano e io vado alle elezioni. Noi abbiamo scelto di riscrivere un’altra storia, di rispetto dei ruoli e credibilità. Forse per questo non siamo graditi”.

Meloni: “Alcuni giudici vogliono governare”

“Prendiamo quello che fa un pezzetto della magistratura. Alcuni giudici, pochi, vogliono decidere le politiche industriale, ambientale, dell’immigrazione, come riformare la giustizia. Vogliono governare loro. Ma c’è un problema, se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa, se sbagliano nessuno può fare o dir niente. In nessun paese al mondo le cose funzionano così, i contrappesi servono a questo”, ha detto ancora la premier Giorgia Meloni.




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Le opposizioni: “Meloni venga a riferire in Aula”

Prima dell’intervento della premier, a scatenare la protesta delle opposizioni e lo stop ai lavori parlamentari era stato il rinvio dell’informativa sul caso dei ministri Nordio e Piantedosi. Si chiedeva, come fatto ad esempio la leader dem Elly Schlein, che fose la stessa Meloni a presentarsi in Aula per “dire la verità al Paese”. Il sottosegretario di +Europa Riccardo Magi faceva invece notare come “i ministri Salvini e Santanchè hanno riferito in Parlamento anche su materie sulle quali erano in corso indagini nei loro confronti, è inaccettabile che il governo si rifiuti di riferire”. 

Meloni: “Andiamo avanti”

La presidente del Consiglio in precedenza aveva tirato dritto: “Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni”. E per prepararsi alla difesa davanti al Tribunale dei ministri nomina come unico legale per lei e per gli altri membri del governo Giulia Bongiorno, senatrice della Lega ed ex ministra della Pa, già legale di Berlusconi e di Salvini 

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Il vertice su Libia e migranti

Intanto Meloni, quasi a rimarcare l’importanza del dossier libico per la sicurezza nazionale italiana, nel pomeriggio del 29 gennaio presiede un vertice a Palazzo Chigi per discutere del forte aumento di sbarchi del mese (intorno al +80% sullo stesso periodo del 2024). Per il governo la causa è il vuoto di potere apertosi su parte della costa della Tripolitania, da cui sono partite decine e decine di imbarcazioni verso Lampedusa. Si punta a stringere accordi con Bangladesh e Pakistan, Paesi di provenienza di gran parte dei migranti arrivata in Italia in questa prima parte del 2025.

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Conte: Meloni e governo complici morali di Almasri, vergogna

Intanto il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, in un video sui social, ha detto: “Meloni, tu che sei madre, tu che sei donna, che ti riempi la bocca con questi slogan. Come hai potuto renderti complice e addirittura compiere quest’atto politico gravissimo, proteggere un criminale sospettato di aver compiuto gravi crimini di guerra contro l’umanità, addirittura stupri di bambini di 5 anni? Meloni e il ministro Nordio, quindi il governo, che avrebbe dovuto dar seguito al dovere di eseguire mandato di arresto, non lo fa. Significa che si rende complice morale di Almasri, addirittura accompagnandolo, rimpatriandolo con un volo di Stato a nostre spese. Vergogna”.

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