Vasta operazione antimafia condotta dai Carabinieri del comando provinciale di Lecce in tutta la provincia e altre località della Puglia e del territorio nazionale. Nel Salento è finita sotto i riflettori l’area adriatica: il blitz tra Lecce, Andrano, Tricase e Santa Maria di Leuca. Un’inchiesta che ruota attorno al clan Penza: secondo l’accusa il boss Marco Penza, ritenuto al vertice dell’organizzazione criminale, impartiva ordini dal carcere.
Le misure
L’operazione Sud Est
L’operazione ha coinvolto più di 470 militari del Comando Provinciale di Lecce, con il supporto di unità specializzate, tra cui militari della Compagnia di intervento operativo e delle squadre antiterrorismo dell’11° Reggimento Carabinieri “Puglia”, del Nucleo Cinofili Carabinieri di Modugno (Bari), dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari, nonché rinforzi giunti da altri comandi della Puglia.
L’indagine, condotta dal 2020 al 2024 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce, è stata convenzionalmente denominata “SUD EST” perché gli elementi indiziari acquisiti hanno messo in evidenza l’esistenza nella provincia di Lecce di un’associazione per delinquere di tipo mafioso, capeggiata da un soggetto già condannato per mafia e ora detenuto, a cui sono collegati ulteriori 2 gruppi criminali dediti al narcotraffico in tutto il territorio salentino, secondo intese definite all’interno dell’associazione a delinquere di tipo mafioso di base nella città di Lecce. L’attività dei militari dell’Arma, condotta con metodi tradizionali “sul campo” come gli appostamenti, i pedinamenti, le ricognizioni e osservazioni aeree, ma anche attraverso sofisticate indagini tecniche, hanno confermato come il traffico di droga continua a costituire il core-business della mafia leccese, tuttavia un significativo elemento di novità evidenziato dall’indagine è l’apertura a possibili “collaborazioni” fra gruppi criminali operanti in differenti zone del Salento, una sorta di “joint venture” criminale eletta a forma di profitto che abbraccia più sodalizi capeggiati da esponenti della criminalità organizzata, attorno alla quale ruotano il narcotraffico, le estorsioni per debiti di droga, l’autoriciclaggio e la violazione della disciplina sulle armi, tutti reati svolti anche in modo autonomo oltre che associato, originando un intreccio di affari illeciti lucrosi per tutte le associazioni, in un patto di collaborazione reciproca che assicurava guadagno e controllo del territorio. La gravità indiziaria conseguita, allo stato, sul piano cautelare, riguarda indagati fra cui spicca il detenuto Antonio Marco Penza, già condannato per 416bis, operante nella città barocca, nonché i suoi due principali referenti territoriali che sarebbero Andrea Leo, anche lui già condannato per 416bis, operante nei territori di Vernole, Melendugno e paesi limitrofi e Francesco Urso, operante sul territorio di Andrano e paesi limitrofi, ciascuno al vertice delle organizzazioni egemoni nelle zone di rispettiva competenza. Questi ultimi due sarebbero stati capaci di gestire un vero e proprio monopolio del traffico e dello spaccio di droga avvalendosi della loro appartenenza alla compagine mafiosa capeggiata da Penza, utilizzando una fitta rete di collaboratori distribuiti nel capoluogo e nei vari paesi della provincia, che si ritiene abbiano avuto il compito di curare i rapporti con le altre realtà criminali presenti in tutto il Salento interessate al business della droga.
Agli indagati vengono contestati 127 capi di imputazione, nel dettaglio: una associazione mafiosa (a carico di 18 indagati); tre associazioni finalizzate al traffico di stupefacenti (quella operante su Lecce contestata a 24 indagati, la seconda operante su Andrano a carico di 30 indagati, la terza operante su a Vernole-Melendugno a carico di 12 indagati); 319 delitti in tema di stupefacenti; 7 delitti estorsivi; 12 delitti in materia di armi; 16 delitti vari (fra i quali tentato omicidio, reati contro la persona e contro il patrimonio).
Nel corso dell’attività investigativa sono stati eseguiti 25 arresti in flagranza per reati di droga portati a termine dai Carabinieri nel corso dell’indagine, con il sequestro di quasi 40 chilogrammi complessivi di stupefacenti fra cocaina, hashish, eroina e marijuana, nonché vari sequestri di armi a disposizione degli affiliati, fra cui pistole, fucili a pompa e relativo munizionamento.
I sequestri
In corso vari sequestri preventivi finalizzati alla confisca per equivalente, a carico di alcuni indagati che hanno accumulato con il narcotraffico ingenti quantità di denaro tra beni immobili (terreni e fabbricati), autovetture e rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa un milione settecentomila euro. Fra i beni sequestrati c’è anche il compendio aziendale di una rinomata pizzeria che si trova in centro a Lecce, gestita da una società di cui fa parte uno dei principali indagati.
I nomi degli arrestati
In carcere Francesco Urso di Andrano, Massimo Accogli di Andrano, Alfonso Accoto di Andrano, Cirino Accoto di Poggiardo, Salvatore Accoto di Andrano, Manuele Capirola di Castrì, Raffaele Capoccia di Lecce, Fabio Capone di Lizzanello, Damiano Lorenzo Carlà di San Cesario, Carlo Coviello di Trepuzzi, Andrea d’Alba di Borgagne, Donato D’Amico di Tricase, Oliviero De Nuzzo di Ortelle, Maurizio De Pascali di Andrano, Nicola Eder Di Nunzio di Maglie, Giampiero Dora di Diso, Antonio Elia di Andrano, Nadir Frisullo di Tricase, Michele Fuso di Melendugno, Santo Gagliardi di Lecce, Emanuele Gammariello di Lecce, Davide Gigliola di Andrano, Andrea Gubello di Monteroni, Gennaro Hajdari di Lecce, Giorgio Hameti di Scorrano, Oronzo Indraccolo di Lecce, Michael Ingrosso di Lizzanello, Andrea Leo di Vernole, Mattia Leo di Vernole, Antonio Leto di Melendugno, Stefano Leucci di Poggiardo, Davide Marra di Spongano, Ivan Martella di Andrano, Fabio Marzano di Lecce, Silvano Massafra di Andrano, Graziano Melis di Castrì, Federico Melissano di Andrano, Cosimo Miggiano di Muro Leccese, Marco Minonne di Andrano, Giuliano Montagna di Maglie, Pierluigi Musarò di Andrano, Diego Negro di Scorrano, Andrea Panico di Andrano, Marco Penza di Lecce, Salvatore Perrone di Trepuzzi, Andrea Podo (classe 1977) di Monteroni, Andrea Podo (classe 1995) di Lecce, Giacomo Russo di Corsano, Paolo Raffaele Stefanelli di Andrano, Cristian Stella di Lecce, Gianluca Stella di Lecce, Emiliano Sulka di Lizzanello, Oronzo Taurino di San Donato, Maurizio Toma di Scorrano, Cristian Urso di Andrano, Vito Paolo Vacca di Racale, Michael Veri di Melendugno.
Ai domiciliari Paolo Accoto di Andrano, Tania Benincasa di Lecce, Pierluigi Lorenzo Calogiuri di Lizzanello, Giulia Caraccio di Tricase, Simone Caracuta di Martano, Alessandro Casciaro di Andrano, Ippazio Casciaro di Andrano, Lorenzo Cisternino di Melendugno, Marco Colona di Ruffano, Roberto Corpus di Lecce, Antonio De Iaco di Sanarica, Federico Elia di Melendugno, Marco Franchini di Lecce, Corrado Geusa di Tricase, Roberto Ingrosso di Cavallino, Federico Letizia di Caprarica di Lecce, Gabriel Longo di Melendugno, Ippazio Manno di Tiggiano, Alessandro Marra di Tricase, Marco Martinese di Specchia, Federico Mazzotta di San Cesario, Lucio Minonne di Andrano, Daniele Morciano di Tricase, Luigi Nicolì di Tricase, Andrea Piri di Poggiardo, Damiano Antonio Piri di Poggiardo, Alessandro Santoro di Melendugno, Carlo Saracino di Borgagne, Mario Sciurti di Andrano, Gioele Striani di Melendugno, Angelo Terrizzi di Poggiardo.
Un operatore sanitario nell’elenco
Risiedeva da una ventina d’anni nel Reggiano e faceva l’operatore sanitario all’ospedale Baggiovara di Modena uno degli 88 arrestati nell’ambito di un’operazione della Procura di Lecce per associazione a delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti. Si tratta di Alfonso Accoto, 59enne nato ad Andrano, raggiunto dai carabinieri di Lecce, in collaborazione con i colleghi del comando provinciale di Reggio Emilia, a Rubiera.
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