Costruzioni: la doccia fredda del 2024. E anche il 2025…

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L’Osservatorio congiunturale delle costruzioni presentato da Ance conferma per il 2024 il rallentamento del settore che tocca picchi negativi del -22% nella manutenzione straordinaria delle abitazioni. Globalmente il settore segna -5,3% di investimenti dopo un triennio formidabile.

L’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, curato dalla Direzione Affari Economici, Finanza e Centro Studi dell’Ance, conferma con dati e grafici il forte rallentamento delle attività registrato dagli operatori dell’edilizia. E di cui avevamo dato conto negli scorsi mesi, vedi news. La tabella riassuntiva qui sotto lo testimonia abbastanza drammaticamente con le cifre dell’ultima colonna a destra.

2024 negativo

Si tratta del primo segno negativo per le costruzioni dopo un triennio di crescita eccezionale. Sulla base di dei propri calcoli, la stima Ance per l’anno appena concluso è di una flessione tendenziale degli investimenti in costruzioni del -5,3% in termini reali. Non aiuta di certo l’edilizia, il fatto che rallenti l’economia italiana cui peraltro essa ha dato forte contributo negli ultimi tre anni. E’ quasi come un gatto che si morde la coda…L’edilizia va in crisi per le note ragioni e genera, assieme ad altre cause, la crisi dell’economia  che a sua volta si riflette sull’edilizia nel suo complesso. Per fortuna, se cede il driver della manutenzione straordinaria residenziale, prende sopravvento il driver delle opere pubbliche sostenuto dai fondi PNRR.

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Nuova edilizia residenziale

Relativamente ai singoli comparti, nel 2024 per la nuova edilizia residenziale si stima una diminuzione tendenziale degli investimenti del -5,2% in termini reali, legata all’andamento negativo dei permessi di costruire in atto dal 2022 cui si accompagna un calo dei finanziamenti erogati alle imprese. Tali dinamiche, sottolinea Ance, si inseriscono in un contesto di comparto piuttosto delicato, stretto dall’aggravarsi della “questione abitativa” e dall’assenza di una visione di lungo periodo che punti alla costruzione di nuovi alloggi in linea con le necessità della nuova domanda abitativa.

Crolla il recupero abitativo

Per gli investimenti in recupero abitativo, le stime dell’Ance sono di una significativa riduzione del -22% in termini reali nel confronto con il 2023. Sul comparto, che ormai rappresenta il 40% del valore complessivo degli investimenti nel settore delle costruzioni, pesa, come già anticipato, il venir meno del Superbonus e della possibilità di utilizzare lo strumento della cessione del credito o dello sconto in fattura anche per i bonus ordinari.

Manutenzione straordinaria

Alla luce di questi dati, emerge chiaramente come gli investimenti in manutenzione straordinaria abbiano ormai occupato una posizione centrale nel settore delle costruzioni, arrivando a rappresentare – tra la componente residenziale e non abitativa – il 70% del totale degli investimenti complessivi. La sostenibilità, il contenimento dei consumi energetici e l’adattamento degli edifici agli standard moderni sono solo alcune delle motivazioni che stanno guidando questa tendenza, ridefinendo le priorità e le strategie di investimento di imprese, famiglie e operatori del settore.

Opere pubbliche: +21%

Infine, il comparto delle opere pubbliche, anche grazie ai lavori del PNRR, sta acquisendo un ruolo fondamentale nella tenuta dei livelli industriali, condizionando in modo molto più incisivo rispetto al passato le dinamiche complessive del settore. La stima Ance per il 2024 è di un consistente aumento del +21% su base annua per gli investimenti in costruzioni non residenziali pubbliche. Si tratta di una crescita importante che conferma, peraltro, un trend espansivo già in atto da alcuni anni, che porta il comparto ad essere il nuovo motore di sviluppo per il settore, oltreché per l’ammodernamento infrastrutturale del Paese.

Costruzioni nel 2025

Tornando alle costruzioni, la stima Ance per l’anno in corso è di un’ulteriore flessione del -7% su base annua dei livelli produttivi, in peggioramento rispetto al calo stimato per l’anno 2024. Questo risultato è fortemente influenzato dal mancato apporto della manutenzione straordinaria abitativa, in significativa riduzione del -30,0% su base annua, conseguenza diretta dell’ulteriore rimodulazione delle aliquote fiscali. Tali agevolazioni, infatti, dal primo gennaio 2025 scendono al 50% per gli interventi di riqualificazione abitativa riguardanti la prima casa e al 36% per le seconde case.

Altri comparti

Con riferimento agli altri comparti, si stima un ulteriore ridimensionamento nei livelli produttivi per la nuova edilizia abitativa, per la quale l’Ance prevede un calo del -2,6% su base annua, in considerazione della contrazione dei permessi riferiti alle nuove superfici abitative concesse. Di contro, per i nuovi investimenti non residenziali privati la previsione è di un aumento tendenziale del +3,2%. Tale dinamica positiva è sostenuta dal buon andamento dei permessi di costruire, che nel corso del 2024 continuano a mostrare valori positivi in termini di nuove superfici autorizzate. Positivo è anche l’andamento delle compravendite immobiliari.

PNRR nel 2025 e 2026

In merito, infine, al comparto delle opere pubbliche, la stima Ance per il 2025 è di un ulteriore aumento del +16% rispetto all’anno precedente, trainato dalla accelerazione nella realizzazione dei progetti PNRR negli ultimi anni del Piano. Tra il 2025 e il 2026, occorrerà, infatti, realizzare e rendicontare circa 54 miliardi di euro di investimenti, con obiettivi sempre più ambiziosi.

a cura di Ennio Braicovich

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