La scarcerazione di terroristi ottenuta col ricatto giustificherà la pena di morte? – Israele.net

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L’estremo boomerang della ferocia terrorista: la vile tattica di catturare ostaggi per sottrarre alla giustizia assassini e stragisti potrebbe spingere verso la pena capitale un paese che l’ha sempre aborrita. Tema delicato, meglio affrontarlo di petto che far finta di nulla

Di Gil Troy

Gil Troy, autore di questo articolo

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Se qualcuno aveva ancora dei dubbi dopo la mega-atrocità di Hamas del 7 ottobre, ora l’organizzazione terrorista si è incaricata di chiarire le cose: per contenere il terrorismo, i paesi civili hanno bisogno di una pena di morte da applicare rapidamente dopo gli attentati stragisti.

Permettere ai terroristi di starsene in prigione finché non vengono scarcerati in cambio di cittadini innocenti presi in ostaggio è assurdo, e incentiva altri terroristi alla violenza.

L’accordo di cessate il fuoco a Gaza ha condannato gli israeliani a subire un ottovolante emotivo per tutte le successive settimane. Hamas rilascia alcuni ostaggi, goccia a goccia, tre o quattro alla volta. Gli israeliani cercano di guardare al di là dei loro sorrisi drogati, sperando di vedere la forza che li ha sostenuti e temendo di intravedere la brutalità che Hamas ha sistematicamente imposto loro per quasi 500 giorni.

Mentre ci si rallegra per la liberazione degli ostaggi, chiamando questi estranei per nome perché ormai li si sente come persone di famiglia, tutti si preparano ai dolori del dopo-sbornia: che comprende le grida di angoscia delle famiglie i cui parenti non figurano in questa lista di rilasci crudelmente tronca, e l’ennesima storia di un’altra vittima del terrorismo la cui vita fu stroncata troppo presto per colpa dei delinquenti stragisti che Israele continua a scarcerare per liberare gli ostaggi innocenti.

È uno scambio grottesco. I filosofi – e i propagandisti – possono continuare a contrapporre il culto della vita degli israeliani, e il prezzo che Israele paga per liberare ogni ostaggio sacro, al culto della morte di Hamas che deifica gli assassini di bambini, di studenti che mangiavano alla mensa dell’Università di Gerusalemme, di un qualunque cittadino che andava a far compere in una giornata serena.

25 gennaio, Ramallah: terroristi palestinesi appena scarcerati vengono portati in trionfo dalla folla

E tuttavia, le persone di coscienza in tutto il mondo devono porsi la domanda: come possiamo impedire questo osceno spettacolo? E i nostri leader lo stanno permettendo?

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Quando i politici dicono: “Non negoziamo con i terroristi” sono credibili quanto quei debitori che dicono “il tuo assegno è già partito”.

La maggior parte dei leader occidentali non si limita a negoziare con i terroristi: di fatto promuovono il mercato nero depravato in cui degli innocenti sequestrati vengono trattati come la moneta di scambio appropriata per mettere in libertà degli assassini seriali.

L’approccio attuale incentiva doppiamente i terroristi. Sanno che, se sopravvivono al loro attentato, avranno da trascorrere anni in carceri ben tenute, legandosi a compari che la pensano come loro. Nel caso di Israele, sanno che potranno trascorrere quegli anni inoltrando appelli alla Corte Suprema, chiedendo per sé diritti e indulgenze che i loro capi tirannici non concedono mai agli altri.

Nel frattempo, la loro stessa presenza in carcere spinge i futuri assassini a farsi sempre più violenti, con l’obiettivo di “liberare” i compari detenuti.

Una pena di morte speciale per i terroristi, applicata rapidamente, contribuirebbe a spezzare questo ciclo.

Non eliminerebbe il terrorismo, e forse nemmeno la cattura di ostaggi innocenti per imporre la scarcerazione di altri detenuti colpevoli di reati un po’ meno malvagi.

Ma servirebbe a ridurre il dolore che gli israeliani devono attualmente sopportare. Forse, la prossima volta – e ci sarà di sicuro una prossima volta – i sopravvissuti non saranno costretti a vedere gli assassini dei loro cari andarsene liberi e celebrare sfacciatamente la loro “vittoria” sulla decenza umana.

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2011: Yahya Sinwar il giorno della sua scarcerazione grazie al ricatto di Hamas per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit. Sinwar giurò che avrebbe strappato a Israele la scarcerazione di altri detenuti catturando ostaggi israeliani

Suggerire a un paese di mettere a morte degli individui tramite una procedura legale non è cosa da prendere alla leggera. L’argomento è particolarmente delicato in Israele, un paese fondato dopo che per migliaia di anni, fino alla Shoah, gli ebrei sono stati ingiustamente messi a morte per la sola colpa di appartenere a un culto “scorretto”.

Ma l’attuale epidemia di terrorismo è così fuori controllo che richiede misure estreme.

La pena di morte renderebbe giustizia, ripristinerebbe un po’ di deterrenza e sarebbe persino un atto misericordioso: per coloro che sono stati assassinati e per coloro – ancora sconosciuti – che saranno le future vittime dei terroristi tornati ad aggirarsi liberamente.

Persino l’ex presidente Joe Biden, mentre lasciava la carica in un tripudio di condoni e clemenze, ha individuato il terrorismo come eccezionalmente atroce: ha commutato le condanne a morte di 37 assassini di poliziotti, assassini di guardie carcerarie e rapinatori di banche assassini. Ma ha tenuto nel braccio della morte tre assassini di massa, tra cui due terroristi.

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Lo scorso autunno, il Center for Strategic and International Studies ha avvertito che negli Stati Uniti “negli ultimi cinque anni il numero di attentati terroristici interni e di complotti contro obiettivi governativi motivati da convinzioni politiche faziose è stato quasi il triplo del numero di tali incidenti in tutti i 25 anni precedenti”.

Misure di salvaguardia sarebbero essenziali, per limitare questa pena di morte ai terroristi di massa che hanno ucciso tre o più persone e ai terroristi che hanno trucidato minorenni.

Ma la giustizia dovrebbe anche essere rapida. Processi spediti, appelli consentiti solo entro tre mesi e con procedure accelerate. La punizione dovrebbe essere inflitta entro un anno dall’attentato terroristico.

Sebbene Israele abbia bisogno in modo particolarmente acuto di una legislazione del genere, altre democrazie occidentali dovrebbero approvare leggi simili.

I terroristi si impongono al centro della scena approfittando delle persone di coscienza e seminando ricatti, sangue e caos.

Il terrorismo deve essere combattuto con determinazione e con estrema chiarezza morale.

(Da: Jerusalem Post, 29.1.25)

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