Oggi a Ferrandina si è tenuto il 7° congresso regionale della federazione alla presenza del segretario nazionale Angelo Marinelli. Al centro della riflessione, i rinnovi contrattuali, la riforma della Pa e nuove assunzioni per i giovani
Pino Bollettino è stato riconfermato alla guida della Cisl Fp Basilicata. Questo l’esito del 7° congresso regionale della federazione dei lavoratori del pubblico impiego che si è tenuto oggi a Ferrandina alla presenza del segretario nazionale Angelo Marinelli. Confermata in blocco anche la segreteria regionale che sarà composta da Antonia Colangelo, Pierangelo Galasso, Vincenzo Pernetti e Giuseppina Setaro. Contrattazione, partecipazione, responsabilità: questi i temi conduttori dalla giornata che ha registrato anche la partecipazione di esponenti del mondo politico e istituzionale: tra gli altri, l’assessore regionale alla Sanità Cosimo Latronico, il consigliere regionale Roberto Cifarelli, il sindaco di Ferrandina Carmine Lisanti, il presidente della Provincia di Matera Francesco Mancini, il direttore dell’Azienda sanitaria di Matera Maurizio Friolo, il direttore dell’Azienda sanitaria di Potenza Antonello Maraldo, il direttore del San Carlo Giuseppe Spera, il direttore del CROB Massimo De Fino.
Aprendo i lavori, Bollettino ha tracciato un bilancio del mandato appena concluso e gli obiettivi per il futuro, tenendo sempre ferma la barra sulla centralità della contrattazione: «Serve un modello di sindacato partecipativo, concreto, perché non si può abbandonare o confondere la rappresentanza sindacale con la politica, così facendo si abbandonano i lavoratori al loro destino», ha detto Bollettino, sottolineando che la Cisl è per i rapporti unitari fatti sui contenuti, non sulla protesta. «Il sindacato ha il dovere di rimanere inchiodato al tavolo negoziale per contrattare, per fare valere le proprie idee. Nella cultura Cisl, tutti i governi sono eguali e sono valutati per quello che fanno, per come operano. Noi con il nostro fondatore Giulio Pastore abbiamo scelto di essere un Sindacato Nuovo che si adegua alle esigenze e al momento storico del paese. Non abbiamo certamente abrogato la parola sciopero dal nostro vocabolario, ma la mobilitazione va fatta quando serve, quando i tavoli saltano, quando un contratto non c’è».
Il segretario della Cisl Fp ha aggiunto che «poco si è ancora fatto contro il blocco del turn over, i dipendenti pubblici sono diminuiti negli ultimi anni di oltre 200 mila unità, mettendo sotto pressione l’erogazione dei servizi. La riduzione del personale produce disservizi, subiti di riflesso dai cittadini, che spesso si lamentano dei tempi dilatati nell’ottenere prestazioni, il tutto provoca inevitabili ricadute di immagine sugli incolpevoli lavoratori. Da tempo reclamiamo la necessità di un piano assunzionale su vasta scala che permetta un ricambio generazionale nel settore pubblico, che dia quindi l’occasione a tanti giovani di avere un futuro lavorativo adeguato e porre le condizioni per farsi una famiglia e vivere una esistenza dignitosa, diritto di ogni essere umano». Bollettino ha sollecitato anche una riforma mirata della pubblica amministrazione, «indispensabile per mettere in simbiosi gli interessi dei cittadini e delle famiglie che pretendono giustamente servizi più moderni ed efficaci. Vogliamo una PA moderna, innovativa, che porti avanti e porti a termine il processo di digitalizzazione e che di pari passo riesca a garantire un livello di informatizzazione adeguata di tutti i dipendenti».
La partita dei rinnovi contrattuali, ancora in corso, è stato uno dei temi al centro del dibattito congressuale. La rottura del tavolo negoziale a causa delle «posizioni pregiudiziali» di Cgil e Uil sul rinnovo del contratto nel comparto delle funzioni locali e della sanità nei giorni scorsi è stata fortemente critica dalla Cisl Fp che assicura di voler «proseguire il dialogo per assicurare un contratto che risponda alle esigenze reali dei dipendenti e che promuova condizioni più eque e tutele adeguate». Sul punto è intervenuto il segretario nazionale Angelo Marinelli, reduce dal lungo negoziato che ha portato nei giorni scorsi alla firma del rinnovo del contratto nazionale nel comparto delle funzioni centrali. Un rinnovo che garantisce un aumento medio delle retribuzioni pari al 6% e una risposta concreta al caro vita che negli anni post pandemia ha falcidiato il reddito delle famiglie. Marinelli ha respinto le obiezioni delle sigle sindacali che hanno bloccato i rinnovi contrattuali nella sanità e negli enti locali: «Si può fare sempre meglio, ma è difficile affermare che questo contratto non sia migliore di quello precedente. Infatti, Cgil e uIl non hanno saputo trovare un solo elemento di critica nei contenuti del contratto, a conferma di una posizione pretestuosa. Noi stiamo facendo pressing perché si arrivi al rinnovo del contratto di sanità e poi delle funzioni locali perché c’è il rischio concreto che il Governo in assenza di accordo sindacale faccia da sé perché le risorse sono state stanziate non solo per il 2022-2024, ma per la prima volta grazie al piano strutturale di medio termine anche per i rinnovi 2025-2027 e 2028-2030. Questo significherebbe perdere tutti gli avanzamenti sul piano normativo e sarebbe un risultato negativo e drammatico per tutto il movimento sindacale», ha avvertito Marinelli.
In mattinata è intervenuto anche il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo che ha rilanciato la proposta di un patto sociale per un vera sanità di prossimità che metta al centro i bisogni delle persone: «Ci dobbiamo misurare con un territorio regionale che è una grande area interna e con cambiamenti demografici che rappresentano una sfida per la tenuta dei sistemi di welfare. Per una sanità che torni ai livelli di eccellenza del passato – ha aggiunto Cavallo – serve investire sulle professionalità e attrarre i migliori professionisti. Serve la volontà di tutti, maggioranza e opposizione, perché la salute non ha colori politici né bandiere sindacali, ma è un diritto costituzionale. Non si può vivere più alla giornata – ha concluso il segretario della Cisl – ma servono politiche trentennali per programmare seriamente il futuro di questa regione».
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