Bilancio Modena, stangata Irpef, rette e tariffe. Ma aumentano gli esentati – Politica

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Nel contesto di aumento verrà dunque diminuita la base di coloro che pagano: questo significa che la stangata penalizzerà le fasce medie e medio-alte


Bilancio Modena, stangata Irpef, rette e tariffe. Ma aumentano gli esentati


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In un contesto dato per scontato di netto aumento degli incassi generati dall’Irpef, il Comune di Modena nel bilancio di previsione prevede di ‘estendere il più possibile, in un contesto di diffusione del lavoro povero e di perdita del potere di acquisto di lavoratori e pensionari, la fascia di esenzione dell’addizionale comunale Irpef’. Inoltre il sindaco Mezzetti e l’assessore Molinari hanno deciso di applicare un principio di ‘forte progressività nell’accesso ai bisogni a domanda individuale, attraverso la rimodulazione di rette e tariffe, valutando anche l’opportunità, per strutturare la centralità dello strumento dell’Isee (in tutte le sue forme) come elemento universalistico, di penalizzare coloro che non presenteranno l’Isee’. E’ questo quello che si legge nel protocollo di intesa condiviso da amministrazione comunale e parti sociali dopo l’incontro di tre giorni fa sulla manovra di bilancio. Un documento che La Pressa è riuscita ad avere nel quale si anticipano le linee che verranno discusse in Consiglio comunale.
La giunta di Modena, a causa dei minori trasferimenti dello Stato e della soglia imposta dal Governa sui crediti considerati non esigibili (ovviamente legata ai dati sui mancati incassi del Comune nei bilanci passati) ha dunque annunciato chiaramente alle parti sociali la volontà di aumentare gli incassi legati all’Irpef, alle rette e alle tariffe. In questo quadro di aumento però verrà anche diminuita la base di coloro che pagano: questo significa che la stangata penalizzerà in particolare le fasce con una Isee media, medio-alta.

Il documento integrale

PROTOCOLLO DI INTESA PER LO SVILUPPO, LA COESIONE SOCIALE E IL FUTURO DI MODENA PREMESSA

Il bilancio di previsione è lo strumento più rilevante dell’indirizzo amministrativo, in quanto definisce concretamente le politiche del Comune e le relative scelte e dotazioni economico-finanziarie. Per questo riteniamo che il confronto, tra amministrazione comunale e le parti sociali nelle loro articolazioni (rappresentanze dei lavoratori, del sistema economico, dell’associazionismo e del terzo settore) sia una fondamentale occasione di democrazia praticata e il punto di partenza del lavoro continuativo su cui vogliamo impegnarci per rinnovare insieme il modello di qualità della vita a Modena: opportunità di lavoro e distribuzione equa del benessere, sicurezze e protezione delle persone e del territorio, servizi universali e di qualità, uno sviluppo che sia davvero sostenibile. Lo scenario di partenza che abbiamo condiviso, stabilizzato in seguito alla approvazione della Legge di Bilancio 2025 è quello che sta mettendo in crisi tutti i comuni italiani. Da una parte una domanda di spesa e intervento sempre più grande: l’invecchiamento della popolazione cui offrire servizi, il caro affitti da sostenere, costi di gestione dei servizi che diventano sempre più alti. Non solo: le amministrazioni comunali sono, sempre di più, il terminale di una società in rapida evoluzione e si trovano a dover gestire nuovi bisogni che riguardano la convivenza e le emergenze di una città nuova, dove la dimensione inteculturale è sempre più un fatto che necessita di interventi adeguati e lungimiranti. In questo ambito, ad esempio, le politiche giovanili necessitano di adeguati investimenti come investimento nel futuro e non possono più essere sottofinanziate. Dall’altra parte i trasferimenti statali che calano di oltre 2 milioni di euro nel 2025, dopo i tagli già intervenuti negli anni precedenti: una diminuzione molto impattante già in valore assoluto, ma che diventa ancora più insopportabile combinata all’inflazione e agli incrementi di spesa per l’acquisizione di beni e servizi, il rincaro delle opere pubbliche, gli aumenti contrattuali (doverosi) dei dipendenti e del personale in appalto. Particolarmente incomprensibile e inaccettabile risulta poi il blocco delle risorse del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, che obbliga il Comune di Modena ad accantonare ogni anno oltre 30 milioni di euro che potrebbero essere rimessi in circolo e creare spazi per la sostenibilità della spesa corrente senza richiedere una variazione dei trasferimenti dello Stato e del prelievo fiscale e tariffario per cittadini e imprese. Di fronte a questo complesso scenario sociale e finanziario – di diminuzione dei trasferimenti statali, aumento dei costi di gestione e nuovi bisogni delle persone – abbiamo condiviso l’obiettivo di non arretrare e di rifiutare la logica dei tagli draconiani orizzontali ma, anzi, di consolidare ed espandere l’offerta dei servizi educativi e sociali, la proposta culturale, l’insieme delle attività aggregative e sportive, la manutenzione e la cura della città, gli investimenti sul territorio e sulle sicurezze dei cittadini. Perché tutti gli indicatori e le rilevazioni ci consegnano la fotografia di una città in cui c’è ancora un buon livello di ricchezza, con picchi che ci collocano ai primissimi posti a livello nazionale, ma con una allarmante crescita della forbice della diseguaglianza e del disagio sociale, che si determina anche attraverso fenomeni emergenti come il lavoro povero e la crisi abitativa. Questo Protocollo di intesa ci impegna a scegliere insieme, fermi restando ruoli distinti e autonomia delle parti, le destinazioni della manovra fiscale, riconoscendo le parti sociali come interlocutori fondamentali e portatori di interessi specifici nella contrattazione territoriale e sociale, che deve essere frutto di un modello basato sul dialogo costante e che potrà avvalersi di specifici tavoli tematici che andranno a sviluppare ulteriormente il presente Protocollo.
LE PARTI, PRESO ATTO
Della necessità di consolidare ed ampliare qualità e quantità dei servizi attraverso equilibri di bilancio che devono attenersi al principio di massima equità fiscale e progressività
CONDIVIDONO
– Di estendere il più possibile, in un contesto di diffusione del lavoro povero e di perdita del potere di acquisto di lavoratori e pensionari, la fascia di esenzione dell’addizionale comunale IRPEF.
– Il principio di una forte progressività nell’accesso ai bisogni a domanda individuale, attraverso la rimodulazione di rette e tariffe, valutando anche l’opportunità, per strutturare la centralità dello strumento dell’Isee (in tutte le sue forme) come elemento universalistico, di penalizzare coloro che non presenteranno l’Isee.
– Politiche di sviluppo della città che, partendo dal contesto del Pug in vigore, dalla necessaria rigenerazione urbana e dalle proposte emerse dal percorso partecipativo “Sei la mia Città”, permettano di dare una risposta alla crisi abitativa, che mettano al centro il nodo del dissesto idrogeologico e della manutenzione del territorio, che ragionino di una nuova mobilità sostenibile. Su questo, si svilupperanno tavoli specifici per condividere tra le parti coinvolte le misure per realizzare le proposte di sviluppo e trasformazione urbana e affrontare i rischi e le sfide del cambiamento climatico sul territorio.
– La salvaguardia e la rinnovata costruzione di condizioni per il potenziamento della gestione pubblica dei servizi; continuare verso l’opera di allineamento delle condizioni tra lavoratori diretti ed indiretti (somministrazione, appalti, convenzioni, etc) lungo la filiera del pubblico anche attraverso specifiche contrattazioni di filiera/sito.
– L’apertura della contrattazione, alla luce delle novità normative e degli importanti protocolli sottoscritti con la Regione Emilia-Romagna, tra parti e Comune di Modena per un nuovo protocollo su appalti pubblici, legalità e qualità del lavoro che metta al centro la qualificazione del lavoro, l’emersione del lavoro irregolare e la lotta contro le infiltrazioni della criminalità organizzata, la piena applicazione dei CCNL sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi sul piano nazionale.
– Un ruolo di composizione da parte del Comune di Modena dei percorsi di trasformazione del tessuto economico, della produzione industriale e dell’evoluzione del terziario, dettati dalla fase di crisi e dalla transizione energetica, economica e produttiva, con l’obiettivo di garantire la tenuta e la continuità occupazionale, di favorire percorsi di riconversione attraverso la formazione professionale e percorsi di tutela dentro al mercato del lavoro.
– Il rafforzamento di servizi sociali e sociosanitari anche attraverso il loro ripensamento, come l’attivazione dei servizi complementari e il rilancio dell’assistenza domiciliare. – Investimenti nelle politiche abitative rafforzando il ruolo di gestione e controllo da parte del Comune di Modena (anche attraverso l’internalizzazione delle competenze necessarie).
– Investimenti nelle politiche culturali, aggregative e di promozione turistica.
– Un calendario di incontri di natura politica con i sottoscriventi per affrontare le questioni relativa alla quotidianità delle problematiche cittadine e per verificare lo stato di avanzamento dell’accordo rispetto alle questioni indicate (progressività rette e tariffe, investimenti, perimetro pubblico, appalti, cambiamento climatico, industria, mercato del lavoro, casa, servizi sociali, servizi sociosanitari).

Giuseppe Leonelli

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Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E’ stato ..   Continua >>

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