Germania, «i cristiano-democratici hanno cambiato pelle»

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Poco prima delle elezioni europee dello scorso giugno, Matthias Ecke ha subito un’aggressione in Sassonia, dove era il principale candidato della lista socialdemocratica (Spd). Quattro ragazzi, giovanissimi e secondo la polizia appartenenti a gruppi di estrema destra, lo hanno riempito di pugni e calci mentre stava affiggendo dei manifesti elettorali a Dresda. Oggi Alternative fuer Deutschland (Afd), partito di simpatie neonaziste guidato da Alice Weidel, veleggia verso il successo nel voto politico del prossimo 23 febbraio, e tenta la Cdu/Csu di Friedrich Merz, possibile futuro cancelliere della Germania che svolta a destra.

Abbiamo raggiunto al telefono l’eurodeputato Ecke subito dopo l’estenuante dibattito al Bundestag e il voto finale che per una manciata di voti ha respinto la legge per la limitazione dei migranti proposta dal leader dei cristiano democratici e appoggiata proprio da Afd.

Matthias Ecke

Onorevole Ecke, ci spiega cosa è successo oggi a Berlino?
Sono sconvolto dall’atteggiamento dei conservatori, che cooperano apertamente con l’estrema destra. Anche se a caldo sono felice che la mozione sia stata bocciata, l’atteggiamento della Cdu rimane uno scandalo incredibile. Mercoledì la mozione non legislativa era passata grazie alla Afd, nel voto determinante di ieri per fortuna la nuova legge è stata affossata anche grazie a 12 deputati della Cdu/Csu mentre molti parlamentari dell’Alleanza Sahra Wagenchnecht (Bsw) hanno votato a favore. Ma l’intenzione politica rimane intatta.

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Qual è invece l’atmosfera che si registra nel paese?
Sono felice di vedere il crescere delle mobilitazioni da parte di molti cittadini e della società civile. In tanti sono sempre più preoccupati dell’onda fascista che si sta propagando in tutto il paese. La Cdu ha sempre detto che non avrebbero lavorato con Afd, ma si è rimangiata la parola. Ora chi può dare credito a Merz, che vuole guidare il paese?

In passato voi socialdemocratici avete a lungo governato in coalizione con la Cdu. C’era Merkel, ora c’è Merz. Cosa è cambiato?
È avvenuto un mutamento sostanziale nel contenuto e nelle modalità dei cristiano-democratici. Friedrich Merz ha adottato progressivamente un atteggiamento sempre più decisionista e anti-istituzionale che guarda in direzione dell’estrema destra. A breve vedremo quanti elettori della Cdu/Csu lo seguiranno in questa svolta.

La narrazione della destra contro i migranti sembra però essere efficace e pagare in termini di consensi. Perché una parte consistente dei tedeschi è così spaventata, lei ha una spiegazione?
Capisco la preoccupazione dopo le notizie di attacchi violenti da parte dei richiedenti asilo, motivo per cui c’è una grande incertezza tra i cittadini tedeschi. Al tempo stesso, il numero dei migranti è diminuito in questi anni, così come i crimini. Ma è anche vero che è cresciuta la disinformazione. Ci sia affida sempre meno alle fonti giornalistiche tradizionali e sempre più ai media alternativi. Chat e gruppi social amplificano le fake news e ciò contribuisce al clima di odio nei confronti di chi arriva nel nostro paese.

Sull’immigrazione però l’Ue va proprio in questa direzione. Von der Leyen e Meloni sono alleate, ma lo stesso Scholz in Germania ha ricordato che il modello esternalizzazione della gestione dei migranti con i centri in Albania è interessante.
Però aspetti, l’esternalizzazione delle frontiere per la gestione dei migranti non fa parte delle politiche istituzionali europee, che sono regolate da un patto di maggioranza. Le iniziative prese dai singoli stati, sono un’altra cosa.

Sarà pure così, anche se la volontà politica mi sembra chiara. In ogni caso, non crede che Bruxelles dovrebbe avere il coraggio di proporre un’alternativa?
Ne sono convinto. Ci deve essere una comune responsabilità europea basata su regole chiare per accogliere chi ha diritto all’asilo e dare opportunità di stare nelle nostre comunità a chi vuole lavorare. Come europei, abbiamo il dovere di essere più aperti ma anche più ordinati nella gestione dei flussi. Però dobbiamo farlo tutti insieme, senza che nessun paese si chiami fuori dalla solidarietà e dalle responsabilità comuni. I problemi nascono quando c’è poca Europa a coordinare le politiche migratorie tra i nostri paesi.

A Berlino come a Bruxelles, le destre hanno capito l’importanza di una saldatura con il centro cristiano-democratico. Come si fa a invertire la tendenza?
Lo chiede a me? Provi piuttosto a rivolgere la domanda ai conservatori europei. Io posso dire soltanto una parola: fermatevi!



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