L’acqua del Molise alla Puglia, Emiliano tenta l’assalto finale

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Un parlamentare di FdI ha ottenuto via libera dal governo a un odg che chiede di finanziare il bypass da Liscione a Finocchito per portare l’acqua direttamente dal Molise alla provincia di Foggia. il governatore dem della Puglia ha scritto qualche giorno fa tra gli altri alla premier Meloni per sollecitare interventi urgenti contro la crisi idrica che sta interessando drammaticamente la regione. In sostanza per essere autorizzato a utilizzare le risorse idriche «dell’invaso del Liscione, le cui disponibilità eccedenti l’utilizzo attuale non sono utilizzate, ma finiscono inutilmente in mare».
Non è questione di destra o sinistra, quindi. La Puglia vuole l’oro blu del Molise. La proposta di Emiliano, avanzata nella nota indirizzata alla presidente del Consiglio e ai ministri competenti, è di costruire «opere di collegamento all’invaso del Liscione, con l’obiettivo di ottimizzare la distribuzione dell’acqua tra Molise e Puglia». E va nel dettaglio: servono «due determinanti opere di collegamento» a valle dell’invaso di Guardialfiera. «La prima riguarda un percorso di circa 18 chilometri verso sud, che consentirebbe di ampliare le aree molisane che possono beneficiare della disponibilità idrica dell’invaso. Un ulteriore collegamento di circa cinque chilometri consentirebbe di convogliare le risorse idriche, eccedenti le esigenze del Molise, verso il nodo di Finocchito, incrementando così la disponibilità dell’intera Capitanata». Il bypass “di cui sopra”. «La Regione Puglia – conclude poi Emiliano – è disponibile a contribuire, anche in termini finanziari, alla realizzazione delle opere, nonché in termini di competenze progettuali. La collaborazione tra governo, Regione Molise e Regione Puglia può rappresentare un modello innovativo ed efficace di sinergia tra soggetti istituzionali».
Il dibattito (e la polemica) al di qua del Fortore si è riaperto subito. «In Molise, mentre durante l’ennesima crisi idrica si urlava la necessità di interrompere l’erogazione dell’acqua a Benevento (forse qualcuno voleva assetare quel territorio), leggevo di un emendamento di Fitto in aiuto alla Puglia che dichiarava l’Acquedotto pugliese opera di interesse strategico del Paese. Non ho seguito l’iter dell’emendamento – è un passaggio del contributo della ex consigliera regionale 5s Patrizia Manzo per la rivista La Fonte, contributo che lei stessa ha rilanciato sui social a commento dell’iniziativa di Emiliano – ma la cosa mi ha suscitato molto interesse per diverse ragioni. Una fra tutte è legata al fatto che la situazione gestionale del servizio idrico in Puglia è sovrapponibile a quella del Molise ma con delle differenze sostanziali: la maggior parte del totale dell’acqua scambiata all’interno dell’autorità del distretto meridionale è molisana; il Molise ha inseguito la necessità di una gestione unitaria del servizio idrico integrato attraverso una società interamente pubblica e partecipata dai Comuni (la Grim), la Puglia ha blindato la società Acquedotto pugliese (simile a Molise Acque per intenderci) evitando una gara d’appalto e impegnandosi a conferire le azioni della società ai Comuni». Manzo focalizza l’attenzione sulla società Acque del Sud Spa, «partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e che assolve principalmente i compiti della gestione, esercizio e manutenzione delle grandi opere idrauliche ed agisce quale fornitore all’ingrosso di acqua non trattata per usi potabili agli acquedotti Pugliese, Lucano ed al Consorzio Jonico Cosentino in Calabria; per usi irrigui a nove consorzi di bonifica nelle regioni Basilicata, Campania e Puglia e per usi industriali all’Ilva di Taranto». Chissà se la Puglia, conclude la sua riflessione Manzo, «realizzerà in futuro il sogno di diventare il gestore unico delle acque del meridione!?».
«Giù le mani dal Liscione. Se il papocchio di Emiliano, presidente della Regione Puglia, risultasse vero sul prelievo della nostra acqua del Liscione alla Puglia, mi schiererò da subito con i cittadini e con i sindaci – così la ex consigliera regionale Aida Romagnuolo, prima di non eletta di FdI alle elezioni del 2023 – per fare le barricate come già facemmo oltre 20 anni fa. Difenderemo quindi con ogni mezzo la nostra acqua».



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