Ci saranno praticamente tutti al Carnevale di Pont-Saint-Martin, il più atteso e animato dell’intera Valle d’Aosta. Dal Santo Vescovo Martino a Satana, dal Console Romano ai Tribuni della Plebe, sino alle Guardie Romane che hanno un proprio arcigno comandante e persino la volubile Ninfa o fata del Lys, ispirata alla leggenda della Fata del Monte Colombera, che non è sola ma si presenta sempre in compagnia di due ancelle e cambia spesso idea sulle sorti del paese: prima lo vuole far travolgere dalle acque del lago ma poi viene conquistata dai suoi abitanti e cambia idea. E ovviamente il Diavolo è il personaggio impregnato di più forte simbolismo: costruisce in una sola notte il ponte per farvi transitare sopra Martino, vescovo di Tours, che dovendo ritornare dall’Italia nella sua diocesi, si trova bloccato dal torrente Lys, che con la sua piena aveva travolto l’unica passerella. Lucifero chiede in cambio l’anima che per prima vi fosse transitata sopra. Martino accetta: lancia un pezzo di pane all’altra estremità del ponte e un cane corre ad addentarlo. Una beffa atroce per Belzebù che scomparve nel Lys tra lampi e zolfo.
La corsa delle bighe come al tempo dei Salassi
Tra i momenti assolutamente più esilaranti e spettacolari di questa manifestazione-rievocazione del periodo storico dell’occupazione romana al tempo dei Salassi — la popolazione di origine ligure-gallica occupò la pianura oggi identificabile nel Canavese e nella valle bagnata dalla Dora Baltea — vi è la corsa delle bighe in rappresentanza di ogni rione o insula in cui è diviso Pont-Saint-Martin, trainate da gruppi di ragazzi e ragazze, oltre alla sfilata dei carri allegorici in rappresentanza di Valle d’Aosta e Piemonte. Questo febbraio di grandi eventi comincia in questo week end con la preparazione del cotechino, poi ci sarà la tavolata della fagiolata perché la gastronomia in questo borgo che festeggia il Carnevale dal lontano 1910 è un aspetto assai importante, sino al culmine previsto con la cerimonia del fuoco appiccato al corpo-fantoccio del diavolo che già adesso pende dal ponte.
Quell’attraversamento sulla via consolare delle Gallie
Proprio questo attraversamento antichissimo di origine romana eretto nel I secolo a.C. sulla via consolare delle Gallie, alto 25 metri e costituito da una sola arcata larga 35 metri, alla cui base sono visibili gli alloggiamenti per le travi lignee che hanno costituito l’impalcatura necessaria per la costruzione dell’arcata in pietra, dà il nome e costituisce la ragione d’essere di questo abitato. Point-Saint-Martin, infatti, che al suo ponte ha dedicato anche un Museo ricco di documenti e informazioni, si trova all’imbocco della Valle di Gressoney. Cinto dai rilievi del Monte dell’Orso, del Monte Perassone, del Bric de Charme e del Bec di Nona che raggiungendo quota 2.085 metri è il più elevato nel suo territorio, ha nei corsi d’acqua le sue maggiori fonti di prosperità. È solcato, infatti, sia dalla Dora Baltea che dal torrente Lys, proveniente dal ghiacciaio del Monte Rosa, e dal suo affluente di sinistra Rechanter. Per queste ragioni, prima il paese era chiamato semplicemente Ad pontem. Ultimata la costruzione sul roccione più alto del Castello dei signori di Bard, prese il nome di Castrum Sancti Martini e dopo la pace sancita nel 1241 tra i due fratelli di Bard, Ugo e Guglielmo, divenne Dominus Pontis Sancti Martini.
Il castello neoclassico e la chiesa nel bosco
Colpisce subito anche l’architettura del Castello Baraing eretto a partire dal 1883 su una rupe sovrastante il vecchio borgo, su iniziativa di Pietro Annibale Baraing, il quale optò per lo stile neogotico con torri, merlatura a coda di rondine e finestre a bifora, decorazioni in terracotta, fontane nel giardino. La moglie Delfina Bianco avrebbe poi lasciato in via testamentaria il castello al Comune di Pont-Saint-Martin che qui ha voluto fosse aperta la sede della Comunità Montana Mont Rose. Proseguendo appena oltre l’abitato, ecco che si raggiunge la Chiesa di Fontaney lungo la strada regionale di Perloz: tra cipressi, bossi e zampillanti sorgenti, essa costituisce una sorta di miniatura della cattedrale di Aosta. Dopo il restauro, ha anche ritrovato il suo splendore cinquecentesco, in particolare i pilastri affrescati con scene di vita di santi, le volte a vela divise da cordoni di pietra grigia e i dipinti rinascimentali che descrivono scene delle Sacre Scritture.
INFORMAZIONI SU PONT-SAINT-MARTIN
Ha 3.453 abitanti. Nella parte superiore del borgo, sorge l’antico castello di cui si riconosce la primitiva cinta muraria esagonale: si entra da una porta a tutto sesto protetta da feritoie, scorgendo un primo fabbricato abitativo risalente al XIII-XIV secolo, con grandi finestre a crociera, imbattendosi poi in resti di camini monumentali, di una cisterna e della prigione. Interessante per la sua architettura è anche la casa forte detta l’Castel, un vasto fabbricato di tre piani a forma quadrangolare con ampio cortile, abitato dai signori di Pont-Saint-Martin dal XV secolo. Essa ospita al primo piano il Museo del Bombardamento che racconta la tragedia della distruzione del borgo avvenuta nell’ambito del piano di accerchiamento dell’esercito tedesco da parte delle forze Alleate. Il 23 agosto 1944, sedici aerei B25 americani in tripla formazione, sganciarono le bombe che distrussero Pont-Saint-Martin.
1 febbraio 2025 (modifica il 1 febbraio 2025 | 10:27)
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