procura nissena smentisce racconto di Avola e chiede l’archiviazione

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


Nel documento si parla di “gravi contraddizioni su uno degli aspetti centrali dell’intera vicenda”

“In definitiva, dunque, dalle attività di integrazione di indagine disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari sono emersi elementi che, su più punti specifici, smentiscono del tutto il racconto di Avola Maurizio in ordine al ruolo che si attribuisce quale compartecipe alla strage di via D’Amelio”.
Sono parole lapidarie quelle contenute nella richiesta di archiviazione presentata dal procuratore della repubblica di Caltanissetta Salvatore De Luca, dall’aggiunto Pasquale Pacifico e dal sostituto Nadia Caruso e indirizzata al gip Santi Bologna.
Nelle 42 pagine i magistrati hanno scritto che “quanto emerso non può che far propendere per la totale falsità del narrato” e confermano il “sospetto” che Avola possa “essere eterodiretto”. Oltre alla “portata oggettivamente falsa e calunniosa”, infatti, i pm sottolineano ancora una volta che le dichiarazioni del pentito sembrano orientate a “precludere ogni ulteriore possibile sviluppo investigativo rispetto alle piste, emerse in plurimi dibattimenti, del coinvolgimento nella fase ideativa ed esecutiva delle stragi di soggetti esterni a Cosa Nostra”. La richiesta, datata 17 dicembre, è stata inviata al gip: dovrà decidere se archiviare o meno le posizioni di Avola (che potrebbe rischiare un processo per calunnia) e dei tre boss catanesi accusati dal pentito. Sono Marcello D’Agata, Eugenio Galea e Aldo Ercolano: non hanno mai collaborato e si sono sempre proclamati innocenti. Nell’ottobre 2022, i pm avevano già chiesto l’archiviazione, ma il gip aveva ordinato nuove indagini. Secondo la Procura, anche la sua “escussione in incidente probatorio non ha consentito di dissipare le gravi contraddizioni su uno degli aspetti centrali dell’intera vicenda ma, anzi, li ha acuiti”.
Ricordiamo che Avola – già killer del clan mafioso dei Santapaola di Catania – aveva sostenuto nel 2021 di aver partecipato alla strage di via d’Amelio del 19 luglio 1992: “Io posso dire che c’ero e sono uno degli esecutori materiali della strage di via d’Amelio. E sono l’ultima persona che ha visto lo sguardo di Paolo Borsellino prima di dare il segnale per l’esplosione“, disse Avola il 29 aprile 2021 nello speciale “Mafia – La ricerca della verità” realizzato dal TgLa7 e da La7 condotto da Enrico Mentana, con Andrea Purgatori e il ritorno in tv di Michele Santoro.
Le ricostruzioni dell’ex killer non sono state ritenute credibili dagli inquirenti.
Anzi: per i pm è “assai probabile” che le dichiarazioni di Avola “oltre a essere certamente non veritiere, possano essere state eterodirette da parte di soggetti, non identificati sulla scorta delle indagini in corso, interessati a porre in essere l’ennesimo depistaggio”. Mentre è intercettato Avola parlava “di somme di denaro nell’ordine di complessivi 13.000 euro circa che lo stesso riferisce essere i proventi della pubblicazione del libro” ma “Avola è totalmente smentito in quanto Santoro gli ha versato somme di gran lunga inferiori quali contributo volontario (tra i mille e i millecinquecento euro)”.
Inoltre un documento della procura smentisce nettamente la presenza di Avola in via d’Amelio il 19 luglio poiché il giorno prima l’ex pentito si trovava a Catania con un braccio ingessato a causa di una frattura al polso. Anche per questo motivo i pm volevano archiviare l’indagine. Il gip Bologna, però, aveva rigettato la richiesta, ordinando nuove indagini.

Gesso e fratture: gli accertamtnei medico legali

Il documento evidenzi anche un altro aspetto: il gip aveva chiesto di fare delle verifiche in merito alla frattura subita dall’ex killer nei giorni precedenti al 19 luglio 1992.
L’ex pentito aveva sostenuto di essersi fatto sostituire il gesso con una fasciatura mobile, che sfilava a suo piacimento. Una versione definita “possibile” dai periti nominati dal gip, ma che i consulenti dei pm considerano “impensabile”.
Perché?

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Maurizio Avola in un’immagine d’archivio

La sostituzione del gesso con una fascia mobile avrebbe innescato “intensa sintomatologia dolorosa fortemente invalidante per il soggetto. Si considera del tutto improbabile pertanto che il sig. Avola, in tali condizioni, abbia potuto compiere gli atti della vita quotidiana, e soprattutto tutte le attività descritte in narrativa, in quanto ogni piccolo movimento sarebbe stato estremamente doloroso”.
Il perito del tribunale invece hanno scritto conclusioni totalmente opposte ma “in ogni caso, difronte a conclusioni medico legali cosi discordanti, non si può che affermare che le stesse non possano certamente costituire un positivo elemento di riscontro alla credibilità di Maurizio Avola in relazione al suo racconto relativo alle fasi in cui avrebbe preso parte all’attentato incaricandosi di predisporre l’autobomba poi utilizzata per l’efferato delitto”.
Senza contare che – braccio ingessato o meno – “Cosa Nostra si sarebbe servita di un uomo con un braccio fratturato per eseguire un fatto di tale importanza criminale, correndo il rischio concreto di un grave fallimento operativo”.

“Non ho detto mai tutta la verità”

Per completezza nella richiesta di archiviazione vengono viene evidenziato che “l’escussione di Avola in incidente probatorio non ha consentito di dissipare le gravi contraddizioni su uno degli aspetti centrali dell’intera vicenda – il trasporto e le caratteristiche dell’esplosivo trasportato – ma, anzi, li ha acuiti.
Ma vi è di più: è lo stesso Avola ad affermare di non aver riferito ai magistrati tutto quanto a sua conoscenza in merito alla strage di via d’Amelio: “Non ho mai parlato tutto in una volta, sarà che è sbagliatissimo…”; “non dico bugie, ma non ho detto mai tutta la verità, e forse neanche tutt’ora”. Per la procura “basterebbe questa sola affermazione per mettere fine a ogni discussione” sulla sua “credibilità a dichiarazioni rese a quasi trent’anni di distanza dai fatti e senza che lo stesso abbia fornito alcuna convincente spiegazione in ordine alle motivazioni di queste sue, estremamente tardive, esternazioni”.
Avola, secondo i pm, non avrebbe nemmeno voluto parlare “di un delitto asseritamente commesso da parte dello stesso Avola per conto dei servizi segreti.”
Quando gli sono stati chiesti dettagli, ha risposto così: “lo di Servizi segreti non ne parlo più”. Inoltre l’ex killer catanese “con colpo di scena degno più di un teatro che di un’aula di udienza, affermava per la prima volta di essere stato autore unitamente ad Aldo Ercolano dell’omicidio – avvenuto in Roma 02.02.90- di Renatino De Pedis, storico componente della banda della Magliana, nonché di aver eseguito per conto dei servizi segreti un omicidio a Roma all’inizio del 93 poco prima del suo arresto senza fornire alcun particolare in proposito, anzi affermando di non volerne parlare”.
La sede per accertare queste considerazioni non è quella in esame, scrivono i magistrati. Ma – continua il documento – se “si dimostrasse la falsità di queste dichiarazioni ne deriverebbe la prova di una personalità del predetto incline alla calunnia; se, al contrario, ne emergesse la veridicità risulterebbe una circostanza certamente rilevante ai fini degli accertamenti in corso cioè che l’Avola ha intrattenuto contatti con settori dei servizi segreti in epoca di qualche mese successiva alla strage di via D’Amelio, rapporti di cui lo stesso si è sempre ben guardato dal riferire all’autorità giudiziaria e che assumerebbero certamente rilievo nel contesto di indagini di cui al presente procedimento. Non vi è dubbio, infatti, che se fosse vero che l’Avola ha commesso un omicidio per conto dei servizi segreti, ciò non potrebbe che inquadrarsi nell’ambito di rapporti ben consolidati e maturati nel tempo”.

ARTICOLI CORRELATI

I due Maurizi

Strage via d’Amelio: no all’incidente probatorio per dichiarazioni dell’ex pentito Avola

Strage via d’Amelio: rigettata un’altra volta richiesta incidente probatorio di Avola

Caso Avola: la Procura di Catania chiede l’archiviazione per magistrati e croniste

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Comm. Antimafia: Ascari sotto attacco. Le assurde accuse di Fratelli d’Italia

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati