Il prossimo 7 febbraio, alle ore 17, nell’Auditorium dell’Immacolata nel Parco del Seminario, verrà inaugurato l’Anno Giudiziario 2025 del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano di Basilicata. L’evento, che rappresenta un momento di riflessione e approfondimento sui temi della giustizia ecclesiastica, sarà anche occasione per affrontare questioni di grande rilevanza sociale, come l’accoglienza dei migranti e il diritto come strumento di pace e giustizia.Aprirà i lavori S.E. Mons. Davide Carbonaro, Arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo e Moderatore del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano, con un indirizzo di saluto rivolto ai partecipanti. Seguirà la relazione sull’attività dell’anno giudiziario 2024, presentata da Don Nicola Salvatore Balzano, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico. Il momento centrale sarà la prolusione dal titolo “Persone in relazione. Migranti: accoglienza e diritto per una pace nella giustizia”, a cura di S.E. Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano All’Jonio e Vice Presidente per l’Italia Meridionale della Conferenza Episcopale Italiana. All’inaugurazione sarà presente anche l’On. Sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati, Ministra per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Normativa, esperta di Diritto Canonico che offrirà il suo contributo alla riflessione e darà risposte alle sollecitazioni che arriveranno dal dibattito.L’evento, accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Potenza e valido per l’attribuzione di tre crediti formativi, è rivolto non solo agli operatori del diritto, ma anche a quanti desiderano approfondire il tema della giustizia intesa come servizio alla dignità umana.«L’inaugurazione dell’Anno Giudiziario – ha spiegato S.E. Mons. Carbonaro – non è solo un appuntamento istituzionale, ma un’occasione per ribadire l’impegno della Chiesa nella tutela della giustizia, intesa come servizio alle persone, alla loro dignità e ai loro diritti. Particolarmente oggi, il tema dell’accoglienza dei migranti ci interpella tutti: il diritto deve farsi strumento di pace e di giustizia per coloro che vivono ai margini». Il Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano di Basilicata (TEIB), istituito nel 2017 con decreto della Segnatura Apostolica, risponde ai bisogni relazionali ed esistenziali del popolo di Dio, offrendo supporto concreto a chi cerca risposte significative nelle proprie difficoltà matrimoniali. Va rilevato che le cause, prima di essere incardinate nel TEIB, prevedono l’ascolto delle Parti, ferite nelle loro unioni matrimoniali, da parte del Pastore stesso della Chiesa particolare, che agisce in veste di giudice unico, con il supporto dell’accompagnamento fornito dal servizio di accoglienza diocesano e dell’indagine pregiudiziale. Inoltre, il TEIB ha ideato e reso disponibile a tutti i parroci della Regione Ecclesiastica il Servizio di consulenza e accoglienza. Tale servizio è stato pensato e affidato al Patrono stabile del TEIB e ad altri membri dell’organico, per facilitare quanto più possibile la prossimità ai fedeli che ricercano la verità del sacramento del matrimonio contratto. I quali mantengono contatti costanti, oltre che con i parroci e i Vicari giudiziali delle diocesi della regione, anche con la Commissione Regionale di Pastorale Familiare e i responsabili dei Centri di Ascolto della pastorale familiare delle singole diocesi. Con un sito web dedicato, il Tribunale mette a disposizione informazioni utili, modulistica e strumenti per iniziare il processo di nullità matrimoniale. Questo servizio è stato voluto per rispondere con efficacia alle esigenze dei fedeli e per garantire un’esperienza pastorale caratterizzata da accoglienza e carità. Il Tribunale ecclesiastico non è semplicemente il luogo in cui si dichiara la nullità del matrimonio, ma uno spazio di misericordia e discernimento, dove ogni individuo può ritrovare la propria dignità e libertà spirituale. In tale contesto, non si tratta di un atto di disfacimento, ma di un’opportunità per riprendere in mano la propria vita, affrontando con serenità e fede le difficoltà personali. La Chiesa, attraverso il Tribunale, offre un cammino di guarigione, orientato non solo alla giustizia, ma anche alla riconciliazione con Dio e con sé stessi.
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