Alluvione 2023 a Prato: indagati Matteo Biffoni e Simone Calamai

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PRATO. L’ex sindaco di Prato Matteo Biffoni e l’attuale sindaco di Montemurlo Simone Calamai, insieme al vicesindaco di Prato Simone Faggi, all’ex assessore Valerio Barberis (Urbanistica) e all’assessora di Montemurlo Valentina Vespi (che aveva la delega alla Protezione civile) sono indagati, insieme ad alcuni tecnici comunali, ai responsabili della Protezione civile Pamela Bracciotti e Sergio Brachi, del Genio civile, della Società autostrade e del Consorzio di bonifica Medio Valdarno, con le ipotesi a vario titolo di omicidio e disastro colposo in relazione all’alluvione che ha colpito la provincia di Prato il 2 e 3novembre 2023. Lo ha reso noto oggi, 4 febbraio, la Procura di Prato.

Le indagini

Dopo 15 mesi di indagini condotte dai sostituti Alessia La Placa e Valentina Cosci, la Procura ha dunque tirato le fila dell’inchiesta e ha ipotizzato le presunte responsabilità, che tirano in ballo non solo i politici, ma anche i tecnici dei due Comuni e quelli degli enti preposti alla prevenzione del rischio idrogeologico.

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La Procura ricorda che l’alluvione del novembre 2023 ha causato la morte di Antonio Tumolo di 84 anni travolto dal torrente Bardena e Alfio Ciolini di 85 anni, trovato morto nella sua abitazione allagata dal torrente Bagnolo (sui giornali si è sempre parlato di quattro vittime, ma due erano solo indirettamente legate all’alluvione) e ha messo in serio pericolo la vita di un cinese di 52 anni, salvato da un honduregno quando stava per cadere in una voragine sull’autostrada Firenze-Mare.

I presunti errori

Sulle possibili carenze nella prevenzione del rischio idrogeologico hanno lavorato quattro consulenti, che nelle scorse settimane hanno consegnato alla Procura i risultati dei loro accertamenti. Presunti errori prima, ma un sospetto errore anche dopo l’alluvione: è emerso un possibile falso ideologico che sarebbe stato commesso da tecnici del Consorzio di bonifica in relazione a un lavoro di somma urgenza eseguito dopo l’allagamento di Bagnolo, nel comune di Montemurlo.

In particolare agli amministratori locali si contesta di non aver disposto i necessari studi sul corso dei torrenti Bardena e Bagnolo. E tra le contestazioni mosse all’ex sindaco di Prato, insieme al direttore del Quarto tronco dell’autostrada, di non aver chiuso la Firenze-Mare. Niente invece viene contestato ai sindaci della Valbisenzio.

Le reazioni

«Sono sorpreso e dispiaciuto – commenta a caldo l’ex sindaco Matteo Biffoni – Mia nonna diceva “male non fare paura non avere”. Eravamo convinti che più di quello che è stato fatto non si poteva fare. Al momento non ho notizie di esiti giudiziari simili per l’alluvione in Emilia Romagna (maggio 2023, ndr). Posso solo dire che noi ce l’abbiamo messa tutta. Ce l’abbiamo messa tutta, gestito al massimo possibile. Dunque prendo tutto con sana rassegnazione ma con un po’ di amaro in bocca. Quella settimana, per me e per chi ha lavorato insieme a me, è stato un pezzo di vita strappato. Eravamo di fronte a un fatto mai successo prima e spero che non si ripeta più».

«Siamo dispiaciuti, ma allo stesso tempo siamo tranquilli e fiduciosi, in quanto siamo assolutamente consapevoli dell’operato svolto dal Comune di Montemurlo nella terribile circostanza dell’alluvione del 2 novembre e precedentemente – hanno commentato Simone Calamai e Valentina Vespi – Un lavoro che abbiamo sempre portato avanti nell’interesse massimo per tutta la collettività. Il Comune Montemurlo ha fatto tutto quello che poteva mettere in atto a tutela della sicurezza dei cittadini di fronte ad un evento di portata eccezionale, la cui evidenza è chiara a tutti. L’amministrazione comunale ha sempre svolto un lavoro puntuale e totalizzante, senza mai risparmiare un briciolo di energia di fronte alle esigenze dei nostri cittadini e del territorio. Anche in quell’occasione abbiamo fatto tutto ciò che operativamente era possibile, di fronte ad un fenomeno straordinario, come d’altronde dimostrano le ripercussioni che ha avuto e che sono andate ben al di là delle zone sotto indagine. Per questo attendiamo con fiducia l’operato della magistratura».

«Il Partito democratico di Prato ripone la massima fiducia nell’operato degli amministratori che hanno affrontato e gestito la tragica alluvione del novembre 2023 – dice il segretario provinciale Marco Biagioni – L’informazione di garanzia è un atto a tutela degli stessi indagati. Sono certo che ci saranno tempi e modi per spiegare i fatti nelle sedi opportune. Alla magistratura il compito di fare tutti gli approfondimenti necessari. Mi auguro che questo lavoro venga completato in tempi ragionevoli».

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«Gli indagati, innocenti fino a prova contraria, spiegheranno le loro ragioni nelle dovute sedi – dice invece Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia – Sicuramente, nella gestione dell’emergenza, alcuni sindaci, molte imprese locali, la protezione civile hanno fatto il massimo; purtroppo, è mancata la prevenzione. È evidente che qualcosa non ha funzionato ed è altrettanto evidente che la Regione, dopo oltre 15 mesi dalla drammatica alluvione, ha fatto troppo poco. È fondamentale fare luce su tutte le responsabilità e capire come siano o non siano spesi i finanziamenti dati dallo Stato, ammesso che si siano tradotti in opere e manutenzione. Ciò che più preoccupa, infatti, è che non c’è stato, da allora, un cambio di passo nella prevenzione e nel contrasto al rischio idrogeologico, con la compartecipazione dei consorzi di bonifica nella manutenzione degli argini. L’alluvione è una ferita aperta, bisogna cambiare approccio. Bene la giustizia, con i suoi tempi, ma è prioritario il cambio di strategia».



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