Negli ultimi anni si sono susseguite numerose modifiche legislative che hanno cambiato i requisiti e le età per andare in pensione. L’esigenza di fondo è di risparmiare sulla spesa previdenziale che è uno dei capitoli piu pesanti per il bilancio pubblico
La situazione si è particolarmente aggravata negli ultimi anni per l’andamento demografico, che vede :
- da una parte l’ invecchiamento della popolazione, dovuto all’aumento della vita media (o meglio speranza di vita) e, contemporaneamente,
- una forte denatalità per cui le giovani generazioni, che pagano i contributi per finanziare le pensioni, sono sempre meno numerose, e, per la crisi dell’ occupazione stabile, versano sempre meno contributi.
Le principali riforme previdenziali i sono:
- la legge Fornero che ha sancito il passaggio definitivo al sistema contributivo, ha codificato il meccanismo che lega l’aumento della speranza di vita alla pensione di vecchiaia e ha eliminato la vecchia pensione di anzianità (quella con 40 anni di contributi a qualsiasi età).
- l’introduzione dell’APE SOCIALE anticipo pensionistico a 63 anni, garantito gratuitamente ad alcune categorie di lavortori e della RITA , la possibilità di anticipare la fruizione di quanto versato alla Previdenza complementare.
- Quota 100, pensionamento anticipato per gli iscritti alle gestioni INPS con 62 anni di età e 38 di contributi. Il decreto non è stato rinnovato dopo il periodo sperimentale ma è stato sostituito da Quota 102, nel 2022 e Quota 103 per 2023, 2024 e 2025
Va ricordato dunque che oggi il sistema prevede:
- La pensione di vecchiaia cui hanno diritto tutti i lavoratori assicurati con la previdenza obbligatoria e che all’età stabilita per legge (67 anni , confermati fino al 2026 , che aumentano progressivamente se sale la speranza di vita) e abbiano un’ anzianità contributiva di almeno 20 anni.
- svariate modalità di pensionamento anticipato rispetto all’età della pensione di vecchiaia (Pensione anticipata della legge Fornero, APE sociale, Isopensione, Quota 103, pensione anticipata per mansioni usuranti e lavoratori precoci, Opzione Donna , che vediamo nei paragrafi seguenti.
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1) Età e requisiti per la pensione di vecchiaia, ordinaria e contributiva nel 2025
Qual è l‘età prevista oggi dalla legge per la pensione di vecchiaia?
Dal 2019 l’età per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni per tutte le categorie.
Nel decreto ministeriale del 5.11.2019 è stata confermata l’età di 67 anni fino al 2026, a seguito dei rilevamenti ISTAT che non hanno registrato rilevanti incrementi della speranza di vita.
Il requisito dei 67 anni resterà valido anche per ottenere l’assegno sociale,
Per avere la pensione di vecchiaia al requisito anagrafico si aggiunge il requisito contributivo di 20 anni: per raggiungerlo sono validi i contributi lavorativi e quelli versati per:
- riscatti di laurea,
- accrediti gratuiti del servizio militare ,
- contribuzione figurativa correlata alla indennità di disoccupazione Naspi
- maternità.
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A seguito dell’introduzione del cumulo contributivo gratuito (legge 232/2016), i 20 anni possono essere raggiunti sommando contributi versati in tutte le gestioni Inps o anche presso Casse professionali, purche in periodi non coincidenti.
Rientrano anche i contributi accantonati in un altro Paese della UE o anche extra Ue, se è presente una convenzione internazionale in materia di sicurezza sociale.
Vediamo nella tabella seguente i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia fino al 2026:
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REQUISITI PER LA PENSIONE DI VECCHIAIA ORDINARIA con requisito contributivo 20 anni |
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dipendenti pubblici |
dipendenti privati |
lavoratori autonomi |
lavoratrici settore privato |
lavoratrici autonome |
2017 |
66 e 7 mesi |
66 anni e 7 e 7 mesi |
66 anni e 7 mesi |
65 anni e 7 mesi |
66 anni e 1 mese |
2018 |
66 e 7 mesi |
66 e 7 mesi |
66 e 7 mesi |
66 e 7 mesi |
66 e 7 mesi |
2019 |
67 |
67 |
67 |
67 |
67 |
2020-2023 |
67 |
67 |
67 |
67 |
67 |
2024-2026 |
67 |
67 |
67 |
67 |
67 |
NOTA BENE : I lavoratori che non hanno contributi prima del 1996 devono anche avere un valore dell’assegno lordo mensile pari all’importo del trattamento minimo (per il 2025 è pari a 603,40 euro). Dal 2025 ,ai soli fini del raggiungimento dell’importo soglia mensile stabilito per l’accesso alla pensione di vecchiaia e anticipata e solo su richiesta dell’assicurato, può essere computato anche il valore delle rendite di forme pensionistiche di previdenza complementare cui l’assicurato abbia aderito.
Sono ancora valide anche le deroghe per alcune categorie di lavoratori previste dalla legge Amato (decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503; n. Circolare INPS n. 16/2013) per i quali sono sufficienti 15 anni di contributi versati.
PENSIONE DI VECCHIAIA CONTRIBUTIVA
La pensione di vecchiaia con solo 5 anni di contributi versati, non precedenti il 1996 (esclusi i figurativi) che si raggiunge nel 2025 a 71 anni.
Il calcolo dell’assegno di pensione in questo caso è effettuato interamente con il sistema contributivo.
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REQUISITI ANAGRAFICI PER LA PENSIONE DI VECCHIAIA CONTRIBUTIVA con requisito contributivo 5 anni (solo contributi versati dopo il 1995) |
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uomini |
donne |
2018 |
70 anni e 7 mesi |
70 e 7 mesi |
2019 |
71 anni |
71 anni |
2020-2025 |
71 anni |
71 anni |
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2) L’adeguamento alla speranza di vita: come funziona
Come detto, il meccanismo di adeguamento dalla speranza di vita era stato introdotto dalla riforma Dini del 1995 e perfezionato dalla riforma Monti-Fornero del 2011, sulla base dell’ innalzamento della vita media della popolazione italiana, con il fine di arginare i costi sempre piu alti della previdenza.
La norma prevede che il momento della pensione venga progressivamente spostato in avanti sulla base delle analisi dell’ISTAT che definiscono la speranza di vita delle successive generazioni, con modifica dei requisiti anagrafici di accesso a tutte le tipologie di pensioni. In sostanza piu l’aspettativa di vita cresce ( e con essa il periodo probabile di pagamento della pensione) piu ritarda l’eta in cui si puo accedere al pensionamento.
Il primo adeguamento è stato nel 2013 ( pari a 3 mesi). La Legge di Bilancio 2018 ha modificato il meccanismo di adeguamento, prevedendo:
– che si dovrà fare riferimento alla media dei valori registrati nei singoli anni del biennio di riferimento, rispetto alla media dei valori registrati nei singoli anni del biennio precedente;
– che gli adeguamenti (dal 2021) non possono essere superiori a 3 mesi (con recupero dell’eventuale misura eccedente in occasione dell’adeguamento o degli adeguamenti successivi);
– che eventuali variazioni negative devono essere recuperate in occasione degli adeguamenti successivi (mediante compensazione con gli incrementi che deriverebbero da tali adeguamenti);
– l’esclusione dall’adeguamento all’incremento della speranza di vita per la pensione di vecchiaia e pensionamento anticipato, per specifiche categorie di lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (A.G.O.), alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e alla Gestione separata INPS ex articolo 2, comma 26, della L. 335/1995 , cioè addetti a mansioni lavorative usuranti o gravose, svolte per piu di 6 anni negli ultimi 7 (o 7 su dieci) , con anzianità contributiva di 30 anni.
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3) Età per la pensione anticipata (ordinaria, contributiva, Isopensione, APE sociale Precoci)
Vediamo ora le principali modalità di pensionamento anticipato attualmente in vigore:
PENSIONE ANTICIPATA ORDINARIA
Si accede a qualsiasi età; è riservata ai lavoratori iscritti alle gestioni INPS e richiede:
• 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini (2227 settimane)
• 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne (2175 settimane)
Va ricordato che il DL 4 2019 ha previsto una finestra mobile di tre mesi tra il momento della maturazione del requisito e la decorrenza, ovvero il momento in cui si percepisce effettivamente l’assegno di pensione.
REQUISITI PER LA PENSIONE ANTICIPATA ORDINARIA lavoratori con contributi versati sia prima che dopo il 1995 – sistema di calcolo misto o contributivo |
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lavoratori |
lavoratrici |
2017 |
42 anni e 10 mesi |
41 anni e 10 mesi |
2018 |
42 anni e 10 mesi |
41 anni e 10 mesi |
DAL 2019 AL 2026 |
42 anni e 10 mesi |
41 anni e 10 mesi |
PENSIONE ANTICIPATA CONTRIBUTIVA
Con la legge di bilancio 2025 è stata nuovamente modificata la disciplina della Pensione anticipata per i lavoratori soggetti al regime interamente contributivo ovvero che hanno contributi versati SOLO dopo il 1995. I requisiti sono:
- 64 anni di età
- 20 di contributi versati (non figurativi)
- importo minimo dell’assegno pari a 3 volte l’assegno sociale oppure 2,8 volte per le donne con 1 figlio e 2,6 volte per le donne con almeno 2 figli( dal 2030 l’importo soglia salirà a 3,2 volte)
La novità è che ai fini del raggiungimento dell’importo soglia, su richiesta dell’assicurato, può essere computato anche il valore teorico di una o più prestazioni di rendita di forme pensionistiche di previdenza complementare cui l’assicurato abbia aderito.
si prevede anche un tetto massimo di assegno erogabile fino all’età della pensione di vecchiaia, pari a 5 volte il minimo (nel 2024 quindi, tetto di 2993 euro lordi mensili)
ISOPENSIONE:
è fruibile nelle grandi aziende (con più di 15 dipendenti) interessate ad anticipare la pensione di una parte del personale, per i lavoratori che raggiungano i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia nei 7 anni successivi.
La legge di bilancio 2024 ha riconfermato l’agevolazione per il 2024: l’accesso resta fissato ad un massimo di 7 anni prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione ordinaria.
Su questo regime va ricordato che:
- è necessario un accordo di esodo con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
- E’ una modalità costosa per i datori di lavoro a cui è richiesto il versamento dell’assegno pensionistico e dei contributi mancanti fino al raggiungimento dell’età per la pensione.
APE VOLONTARIO (NON PIU IN VIGORE)
si poteva richiedere fino al 31.12.2019 , avendo già compiuto 63 anni, e con meno di 3 anni e 7 mesi dall’età pensionabile, e con almeno 20 anni di contributi. Prevedeva un prestito garantito dalla pensione da restituire nei 20 anni successivi tramite decurtazione sull’assegno. Il costo per il lavoratore risultava dimezzato grazie un corrispondente credito di imposta.
APE SOCIALE
E’ una possibilità di anticipo pensionistico riservata a lavoratori delle cd. categorie deboli:
- disoccupati,
- disabili (per almeno il 74%)
- “CAREGIVER” ovvero chi assiste parenti di primo o secondo grado con disabilità o gravi patologie invalidanti,
- addetti a mansioni gravose.
Gli altri requisiti , modificati dal 2024 sono :
- 63 anni e 5 mesi di età, (per le donne con sconto di un anno per ogni figlio, con massimo di 2)
- almeno 30/36 /32 di contributi versati (in base alla categoria)
Si riceve una indennità INPS, pari al massimo a 3 volte l’assegno sociale, fino al momento della pensione di vecchiaia.
Come detto questo regime è stato confermato con la nuova legge di bilancio anche per il 2025.
PENSIONAMENTO ANTICIPATO PER I LAVORATORI CD “PRECOCI”
Si accede a qualsiasi età ma con 41 anni di contributi versati e con almeno 1 anno di contributi versati prima dei 19 anni di età:
Necessario anche il possesso di uno dei seguenti requisiti:
- stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale
- invalidità superiore o uguale al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche
- assistenza, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente convivente con handicap
- svolgimento di attività usuranti (d.lgs n. 67/2011) o gravose (per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, ovvero, per almeno sei anni negli ultimi sette anni di attività lavorativa ( v. paragrafo seguente).
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4) Età pensione per i lavoratori con mansioni usuranti o gravose
PENSIONE ANZIANITA’ LAVORI USURANTI
Per i lavoratori addetti a mansioni usuranti o gravose e definite dal d.lgs n. 67 2011 e dalla legge di stabilità 2018, resta ancora in vigore il sistema delle Quote, come da schemi seguenti:
Lavoratori addetti a mansioni particolarmente usuranti per almeno 78 giorni/notti in un anno:
dipendenti |
quota 97,6 e |
età minima 61 anni e 7 mesi |
autonomi (o con versamenti in entrambe le gestioni) |
quota 98,6 |
età minima 62 anni e 7 mesi |
servono in ogni caso 35 anni di contributi versati; |
Lavoratori notturni a turni, con un numero di giorni lavorativi da 72 a 77 all’anno:
dipendenti |
quota 98,6 e |
età minima 62 anni e 7 mesi |
autonomi ( o con versamenti in entrambe le gestioni) |
quota 99,6 |
età minima di 63 anni e 7 mesi |
servono in ogni caso 35 anni di contributi versati; |
Lavoratori notturni a turni con un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 all’anno:
dipendenti |
quota 99,6 e |
età minima 63 anni e 7 mesi |
autonomi ( o con versamenti in entrambe le gestioni) |
quota 100,6 |
età minima 64 anni e 7 mesi |
servono in ogni caso 35 anni di contributi versati; |
NOTA BENE: Questi requisiti restano validi fino al 31.12.2026, infatti la legge di stabilità 2019 del Governo Conte ha sospeso, per questi lavoratori, i futuri adeguamenti al meccanismo della speranza di vita (V. circolare INPS n. 126 del 28 dicembre 2018).
Inoltre:
- la Legge di stabilità 2017 ha eliminato la la cd.”finestra” di accesso di 12-18 mesi
- La Legge di Bilancio 2018 ha stabilito che per la pensione anticipata dei dipendenti che svolgano lavoro notturno per meno di 78 giorni l’anno impiegati nell’industria su turni di 12 ore, i giorni lavorativi effettivamente svolti sono moltiplicati per il coefficiente di 1,5.
- La legge di stabilità 2019 ha reintrodotto una finestra di accesso di tre mesi per i lavoratori che perfezionano i prescritti requisiti dal 1° gennaio 2019 (dal primo giorno del mese successivo all’apertura della relativa cd. finestra).
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5) Età pensione anticipata Opzione Donna – Quota 103 – Contratto di espansione
OPZIONE DONNA
E’ una possibilità riservata alle lavoratrici introdotta dalla legge 243 2004 in via sperimentale ma prorogata fino ad oggi, di andare in pensione con il sistema di calcolo contributivo con 35 anni di contribuzione (con esclusione dei contributivi figurativi)
Dal 2024 è richiesta l’età di 61 anni per tutte le categorie di lavoratrici con sconto fino a 2 anni per chi ha figli, e l’appartenenza a specifiche categorie.
Leggi in merito Opzione donna: confermata per il 2025
Opzione donna ( accesso a pensione anticipata con calcolo contributivo) Requisito età da raggiungere entro il 31.12.2023 |
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lavoratrici dipendenti |
61 anni |
lavoratrici autonome |
61 anni |
lavoratrici con figli | meno 1 anno per ogni figlio , con limite di 2 anni di sconto |
QUOTA 103
E’ la misura transitoria prorogata per il 2024 dalla legge di bilancio 213 2023, con lo scopo di evitare il brusco passaggio da Quota 100 ai regimi ordinari.
L’età per andare in pensione è fissata a
- 62 anni di età e
- 41 anni di anzianità contributiva.
ATTENZIONE Dal 2024 sono previste modifiche riguardanti l‘assegno che diventa soggetto a calcolo con regime interamente contributivo
Per approfondire gli altri requisiti e il limite all’assegno pensionistico e l’incentivo fiscale per chi resta al lavoro vedi Quota 103 nuove istruzioni per il posticipo pensione
CONTRATTO DI ESPANSIONE: STOP DAL 2024
Il contratto di espansione introdotto nel 2019 dal decreto Crescita in forma sperimentale e progressivamente ampliato prevedeva un regime di aiuto per la riorganizzazione delle imprese basato su un accordo in sede governativa con le rappresentanze sindacali, che comprende:
- cassa integrazione straordinaria e
- possibile esodo anticipato di un massimo di 5 anni dei lavoratori con assegno ponte a carico del datore di lavoro
- piano di formazione e riqualificazione per i lavoratori che rimangono e
- piano di assunzioni per agevolare il turn-over generazionale e di competenze.
Poteva essere richiesto dalle aziende con almeno 50 dipendenti.
La legge di bilancio 2024 NON LO HA PROROGATO.
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