Il Fatto di Domani

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CASO ALMASRI, DOMANI CI SARÀ L’INFORMATIVA DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI IN DIRETTA TV AL SENATO DOPO IL PRIMO NO DI FORZA ITALIA E LEGA. L’OPPOSIZIONE CONTESTA L’ASSENZA DELLA PREMIER. Dopo giorni di pressioni da parte dell’opposizione, domani il governo sarà in Aula per relazionare sul caso Almasri, l’ufficiale libico scarcerato in tutta fretta dopo l’arresto richiesto dalla Corte penale internazionale. Una decisione, quella di liberarlo, che ha portato la Procura di Roma ad emettere avvisi di garanzia per Meloni e i ministri Piantedosi, Nordio e Mantovano. Domani alle 12,15 è prevista l’informativa alla Camera dei ministri proprio di Nordio (Giustizia) e Piantedosi (Interno). Sull’assenza di Giorgia Meloni, rimarcata dalle opposizioni, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Ciriani, minimizza: “Non ci sarà Meloni? Ci sono i due ministri in grado di garantire la massima informazione”. Luana Zanella, capogruppo di Avs ha una prospettiva diversa: “Anche noi abbiamo insistito perché fosse la premier a riferire in Aula sul caso Almasri, il governo manda Nordio e Piantedosi; ha fatto il minimo, ma abbiamo dovuto combattere una settimana per averli”. Altra polemica sull’opportunità di trasmettere la seduta in televisione: a votare no alla diretta sono stati Forza Italia e Lega. Ma alla fine è emerso un parere positivo dalla riunione della Conferenza dei capigruppo del Senato. Sul Fatto di domani leggerete le ultime novità sul caso Almasri che ha determinato uno scontro ad alto livello tra governo e toghe. Il deputato di Forza Italia, Enrico Costa, rilancia l’idea di istituire una Commissione d’inchiesta parlamentare sulla magistratura.


SALVA MILANO, BEPPE SALA CHIEDE CHIAREZZA AL PD E MINACCIA: “PERSO 165 MILIONI DI ONERI URBANISTICI, COSì SONO COSTRETTO A TAGLIARE I SERVIZI”. Beppe Sala invoca chiarezza al Pd sul Salva-Milano – il provvedimento per sbloccare cantieri e immobili nel mirino dell’inchiesta della procura meneghina – e minaccia il taglio dei servizi ai cittadini. I dem hanno dato voto favorevole alla Camera dei deputati, poi sono spuntati i dubbi (seminati al Nazareno anche dal M5s) e ora al Senato il Sì traballa. “Al Pd, che non è il mio partito perché non ho la tessera ma è il mio azionista di riferimento, dico siate chiari, ditemi cosa farete”, ha dichiarato il sindaco di Milano all’emittente radiofonica Rtl 102.5. Sala ha ricordato come lo scorso anno il Comune abbia perso 165 milioni di oneri di urbanizzazione per via delle inchieste e del blocco dell’edilizia. “Per quest’anno me la cavo, ma poi sono costretto a tagliare i servizi ai cittadini”, ha ammonito il primo cittadino. Il partito di Elly Schlein, per ora, non scioglie la riserva: “Abbiamo di fronte alcune settimane di discussione al Senato e poi ci sarà il voto. Sono convinto che si troverà una sintesi tra le diverse impostazioni”, ha risposto Pierfrancesco Majorino, capogruppo dem in Regione Lombardia. Il M5s denuncia il rischi di speculazione in tutta Italia e invita il Pd ha bocciare il provvedimento: “Bisogna ridurre il testo in coriandoli”. Sul Fatto di domani, nuove storie e dettagli sul provvedimento in discussione in Parlamento, che promette di sconvolgere il volto di Milano e non solo.

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MEDIO ORIENTE, IL PREMIER ISRAELIANO NETANYAHU INCONTRA TRUMP ALLA CASA BIANCA MENTRE I SUOI ALLEATI DELL’ULTRA DESTRA MINACCIANO: “SE LA TREGUA CON HAMAS PROSEGUE FAREMO CADERE IL GOVERNO”. In ballo non c’è solo la prosecuzione della tregua, ma il futuro assetto del Medio Oriente. L’incontro tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu nello Studio Ovale è previsto alle 16 (le 22 in Italia). A seguire ci sarà una conferenza stampa. Nei giorni scorsi Trump aveva appoggiato l’idea di un trasferimento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza, ma ben cinque Paesi arabi si sono detti contrari. Intanto si avvicina il momento in cui Israele e Hamas passeranno alla seconda fase della tregua: i colloqui sono già iniziati, e c’è da stabilire le modalità della liberazione degli ostaggi catturati dagli islamisti durante il massacro del 7 ottobre. Ma su questa fase pende la minaccia degli alleati di governo di Netanyahu. Il ministro degli insediamenti e dei progetti nazionali Orit Strock, espressione dell’ultradestra guidata da Smotric, mette in guardia Netanyahu dal proseguire con la seconda parte del cessate il fuoco, altrimenti “ci assicureremo che il governo non continui a esistere”. Sul giornale di domani leggerete la cronaca della giornata – con l’attentato in Cisgiordania nel quale sono morti due soldati israeliani e l’attentatore palestinese – e altri approfondimenti sulla crisi in Medio Oriente.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

La Cina risponde a Trump: dazi al 15% su carbone, al 10% sul greggio e inchiesta su Google: “Viola le leggi anti-monopolio”. I nuovi provvedimenti di Pechino – in vigore dal 10 febbraio – servono a “contrastare” le tariffe del 10% imposte dal tycoon sui prodotti cinesi. Nel mirino anche Big G, sospettato dalle autorità di “aver violato le leggi anti-monopolio cinesi”. Trump e Xi Jinping dovrebbero parlarsi stasera, per trovare un accordo. Il presidente Usa aveva già sospeso l’applicazione dell’imposta per le merci canadesi e messicane, minacciate da tariffe al 25%. Il Paese centroamericano, in cambio, aveva annunciato l’invio di 10 mila soldati per controllare i migranti al confine.

Svezia, spari in un centro di formazione: la polizia annuncia 10 morti, tra loro anche il responsabile. La sparatoria è avvenuta a Orebro, 200 km a ovest di Stoccolma. La polizia ha confermato una decina di vittime, tra cui l’assassino, che avrebbe agito da solo. La scuola, chiamata Campus Risbergska, viene frequentata da studenti che hanno più di 20 anni. Ancora poco chiaro il movente che ha spinto il killer ad aprire il fuoco; gli investigatori in questa prima fase escludono il movente del terrorismo.

Torino, lanciò una bici dai Murazzi su un ragazzo che restò paralizzato: condannato a 16 anni di carcere. La Corte d’Appello di Torino ha condannato a 16 anni di carcere Victor Ulinici, accusato di aver lanciato, nel gennaio 2023, una bici elettrica dalla balconata dei Murazzi sul Lungo Po. A farne le spese fu Mauro Glorioso, uno studente palermitano che è rimasto paralizzato. All’imputato non sono state concesse le attenuanti generiche, come ordinato dalla Cassazione che aveva chiesto di rivedere la pena a 10 anni e 8 mesi inflitta nel processo di primo grado, svolto con il rito abbreviato.



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