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Aveva provocato un polverone con le sue dichiarazioni riguardo al calcio femminile come ambito in cui dominano le lesbiche, ora giungono le sue scuse: «Mi dispiace», dice la consigliera nazionale Tamara Funiciello (PS/BE). Ma la polemica non è sopita.
«Le mie parole hanno ferito delle persone e mi dispiace per questo», afferma Tamara Funiciello in un’intervista pubblicata oggi dal «Tages-Anzeiger». «Non sono stata abbastanza sensibile al modo in cui queste dichiarazioni avrebbero potuto essere accolte, anche se non era mia intenzione ferire».
Le controverse esternazioni risalgono già alla fine di ottobre, ma la bomba è scoppiata solo a inizio gennaio con la pubblicazione di un video. In occasione di un evento dichiaratamente femminista e legato alla sessione parlamentare federale due consigliere nazionali socialiste, la 34enne e Anna Rosenwasser (ZH), erano state interpellate sul campionato europeo di calcio femminile.
«Mi piace parlare dell’Euro», aveva detto Rosenwasser. «Perché così tutti pensano che io sia interessata al calcio: ma a me interessano soprattutto le lesbiche che fanno sport». Sulla stessa lunghezza d’onda si era espressa anche Funiciello: «Per un mese non farò altro che guardare le lesbiche giocare a calcio».
Cliché sessisti riguardo al calcio femminile
Nelle parole delle due donne politiche ampiamente schierate sui temi dell’orientamento sessuale – la prima ex direttrice dell’Organizzazione svizzera delle lesbiche, la seconda che si definisce bisessuale – vi è chi ha visto un ricorso a cliché sessisti riguardo al calcio femminile.
È partito un ampio dibattito, alimentato nel frattempo anche da Meriame Terchoun, attaccante della nazionale svizzera, che alcuni giorni fa si è detta «mega arrabbiata» per tali considerazioni.
«Sono rimasta delusa, in qualche modo anche scioccata e confusa, perché sono state delle donne a dirlo. Se fosse stato un uomo ci sarebbe stato uno scandalo totale: avrebbe anche potuto perdere il lavoro. Queste sono donne politiche che lavorano sotto gli occhi di tutti, sanno come comportarsi. Ci si può aspettare un po’ di serietà da chi rappresenta il nostro popolo», aveva detto in un’intervista.
«Ho imparato che essere lesbica era una cosa negativa»
Riguardo a quest’ultimo punto Terchoun ha perfettamente ragione, risponde ora a distanza Funiciello. «Vengo pure io da un background sportivo, ho giocato a lungo a hockey su prato e ho partecipato ai campionati europei. Non c’era quasi nessuna giocatrice dichiarata omosessuale, non si vedeva di buon occhio l’essere lesbica. Ho imparato che essere lesbica era una cosa negativa. Ho dovuto lasciare lo sport per poter vivere il mio amore. Nel calcio è diverso, è uno dei pochi spazi sicuri per le donne queer».
«Non volevo sminuire i risultati delle giocatrici, ma allo stesso tempo non voglio minimizzare il coraggio delle donne che sono disposte a diventare dei modelli, sia come giocatrici che come persone queer», prosegue l’esponente PS che era assurta a notorietà nazionale quando era presidente dei Giovani socialisti svizzeri (GISO, Juso nella più conosciuta sigla tedesca).
«Le lesbiche sono per lo più invisibili nella società, dobbiamo fare coming out ogni giorno, difficilmente abbiamo modelli di riferimento visibili».
La polemica potrebbe non rientrare così presto
Ma la polemica potrebbe non rientrare così presto. Sull’intervista odierna ha già preso posizione Sonia Souids, 39enne francese procuratrice di calciatori e calciatrici, una delle pochissime donne attive nell’ambiente.
«Mi dà fastidio che il tema queer sia messo sul tavolo e so che dà fastidio anche alle giocatrici», spiega alla radio romanda RTS. «Rappresento diverse giocatrici e non mi sono mai interessato alla loro vita privata». Loro stesse non vogliono che questo argomento sia messo in primo piano, a parte laddove prendono posizione loro stesse.
«Certo ci sono molto giocatrici lesbiche, ma poco importa, quando si parla dell’Euro non si parla di quello, si parla di atlete che chiedono di essere considerate semplicemente come professioniste», afferma.
«Non si deve parlare della loro vita privata o del loro orientamento sessuale, non è il tema», prosegue. «Ci si domanda quanti giocatori sono omosessuali nel calcio maschile? Mai», conclude.
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