Nonostante la guerra, a Gaza il progetto Ibtkar lavora per sostenere l’agricoltura con la microfinanza

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Il progetto Ibtkar nasce dalla volontà di rafforzare la resilienza economica, sociale e ambientale degli imprenditori agricoli e degli attori dell’economia sociale e solidale (Ess) in Cisgiordania e nella striscia di Gaza. Ibtkar adotta un approccio olistico, offrendo supporto finanziario e tecnico a micro, piccole e medie imprese del settore agricolo e agli operatori dell’Ess, oltre a rafforzarne le strutture finanziarie e di accompagnamento tecnico, vertendo anche sul piano legislativo, culturale e sociale. Tra i partner del progetto, oltre a Cospe, Provincia autonoma di Bolzano, Acad, Acada Finance, Reef finance, Oxfam Novib si trova anche Banca etica, attiva nei territori palestinesi da oltre 15 anni.

Grazie proprio a Banca etica il progetto ha sviluppato un pacchetto di strumenti finanziari per le micro e piccole aziende della filiera agroalimentare nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, insieme ad un piano di accompagnamento per le istituzioni di microfinanza palestinesi.

Le attività di microfinanza hanno preso avvio in Palestina da oltre quarant’anni ma è solo nell’ultimo decennio che le Autorità nazionali palestinesi hanno regolamentato il settore. Prima dello scoppio della guerra in corso operavano nel Paese 8 istituzioni di microfinanza con un giro d’affari che si aggirava intorno a 247 milioni di dollari e 65.000 clienti nel 2022. Le proiezioni di crescita erano significative, con un potenziale aumento di 330.000 clienti non ancora serviti.

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Il progetto ha scelto di concentrarsi sulle micro e piccole imprese operanti nella filiera agroalimentare, che è lo strumento più utilizzato, e nello specifico su imprese gestite da donne e giovani. Infatti, sebbene l’agroalimentare rappresenti circa il 10% del mercato della microfinanza e il 9,7% del Pil, vi sono delle difficoltà strutturali che impediscono di rispondere in maniera efficace alla domanda.

Per ovviare a questi problemi i partner hanno adottato l’approccio del value chain financing, che concentra l’attenzione sull’intera filiera produttiva anziché sui singoli prestiti. Tale approccio consente una migliore comprensione dei flussi finanziari lungo la catena produttiva e individua i bisogni specifici di ciascun attore coinvolto.

Prima dello scoppio della guerra, si prevedeva la creazione di prestiti agevolati di gruppo e individuali, un fondo di garanzia e dei finanziamenti a fondo perduto a favore di membri di cooperative e imprenditori. Oltre a questo, era previsto per Acad e Reef la possibilità di conoscere in maniera approfondita l’esperienza di Banca etica, la quale avrebbe anche eseguito un accompagnamento tecnico e di monitoraggio.

Nel 2023 Banca etica, Reef e Acad finance hanno portato avanti un’analisi approfondita dei bisogni finanziari del settore agroalimentare attraverso colloqui con lo staff delle istituzioni di microfinanza e con rappresentanti delle imprese target. Le informazioni ottenute avrebbero dovuto essere una base sulla quale costruire dei nuovi prodotti creditizi che permettessero di superare le criticità dell’offerta attuale. Inoltre, ad agosto 2023 lo staff di Banca etica ha visitato i partner in Palestina per il primo ciclo di formazione e per eseguire un’analisi delle due istituzioni di microfinanza.

All’interno del progetto ve ne sono previsti tre, uno per ciascun anno, con l’obiettivo di identificare le potenziali aree di miglioramento per l’istituzione, fornire delle raccomandazioni e monitorarne i progressi.

Nell’autunno dell’anno scorso era poi previsto un intenso piano di attività di preparazione per avviare gli strumenti finanziari, ma di fatto dopo il 7 ottobre 2023 il drastico cambiamento di contesto ha imposto di rivedere le tempistiche, le modalità e le possibilità di realizzazione di alcune attività rispetto a come erano state previste.

Nei mesi scorsi la capacità delle istituzioni di microfinanza di erogare nuovi crediti è stata limitata e l’Autorità monetaria palestinese ha emanato un decreto che impone il differimento del credito per le aziende di Gaza e Cisgiordania. A Gaza non verranno applicati interessi ai clienti finali.

Ora che l’intero Paese versa in una situazione drammatica, i partner del progetto hanno avviato un dialogo con attori della microfinanza, sia palestinesi che internazionali, per assicurare la continuità dei servizi di inclusione finanziaria nel mutato contesto, continuando a perseguire gli obiettivi del progetto.

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