“Que reste-t-il d’un rêve ?”, ovvero “Cosa resta di un sogno?”. Il sogno stesso, quando esso è magico, intenso da lasciare il segno, vorticoso da far girare la testa, fino alle vertigini. “Vertigineux”, la sfilata teatrale di Valentino Haute Couture Parigi, Primavera-Estate 2025, è stata un’esperienza sensoriale immersiva, una narrazione visiva. Come un sogno sfuggente, ha invitato a esplorare le sfumature di un disordine apparente che si è trasformato in una sorprendente armonia. E come se non bastasse, ha ridefinito il concetto stesso di bellezza e inclusività e ha donato nuova luce all’alta moda, dimostrando come la creatività e il sogno siano le vere colonne portanti di questo universo affascinante, in cui ogni singolo abito diventa una straordinaria opera d’arte, una pièce unique capace di raccontare storie di un tempo senza tempo.
“Vertigineux”: danza di contrasti e armonie
Tantissime le impressioni lasciate, ma la visione audace di Alessandro Michele, al suo debutto nell’Alta Moda Valentino, sorprende per una serie di ragioni oltre che per la teatralità, la spettacolare estetica barocca delle sue creazioni e per la narrazione che esse evocano. 48 look portati in passerella, di fronte ai quali si è avuta la sensazione di trovarsi in un flusso onirico, dove ogni abito ha raccontato una storia unica, ma interconnessa.
La collezione è un richiamo immediato all’arte e alla cultura, attraverso un caleidoscopio di colori e volumi, sapientemente mescolati in una danza di contrasti e armonie, in un gioco di luci e ombre, che ha rivelato una riflessione profonda su ciò che significa sognare nel mondo contemporaneo. Un inno al massimalismo, fatto di abiti dai volumi esagerati, dai colori esplosivi, dai tessuti pregiati, dalle lavorazioni meticolose. Un turbinio di rouches, fiocchi, cristalli, fusione di epoche e stili, che hanno trasformato la passerella in un palcoscenico di tableaux vivants, dove ogni creazione è apparsa come una finestra su un’epoca passata, ricca di riferimenti storici e artistici.
Alessandro Michele e la bellezza dell’impossibile
“Rêver, c’est la beauté de l’impossible” – sognare è la bellezza dell’impossibile. Alessandro Michele, con la sua visione audace, ci ricorda che la moda non è solo un modo per vestirsi, ma una forma di espressione che incarna i nostri sogni e le nostre aspirazioni. Ogni abito diventa simbolo di libertà, un invito a liberare la nostra immaginazione in un mondo dove le regole sono fatte per essere infrante. Modelle danzanti, che corrono contro il vento di un tempo frenetico, davanti a uno schermo che sembra riflettere un sogno rotto.
Una scelta scenografica che ha creato un senso di urgenza, richiamando l’idea che la bellezza può essere effimera e che ogni attimo va colto. In un’epoca in cui la moda è spesso relegata a mero status symbol, Alessandro Michele invita a vedere oltre, a entrare in un “vortice di enumerazione” che abbraccia riferimenti storici e culturali, fondendo il passato con il presente in un continuum narrativo affascinante.
Quando “bellezza” non fa rima con “giovinezza”
Ma la Haute Couture di Valentino ha fatto riflettere anche sul concetto di bellezza. In un contesto in cui la giovinezza diventa quasi un’ostentazione, qualcosa da fermare o inseguire nel tempo ad ogni costo, si è scelto di celebrare la bellezza in tutte le sue forme. La presenza di modelle over 60, come l’affascinante Marie Sophie Wilson, ha rotto gli schemi tradizionali, ponendo una domanda provocatoria:
“Perchè dobbiamo necessariamente idolatrare la giovinezza?”.
Una domanda che risuona nel cuore della moda contemporanea, che invita a riflettere sull’importanza delle esperienze vissute e sulla ricchezza che ogni donna porta con sé. Ogni ruga, ogni capello grigio, non sono solo un segno del tempo, ma un racconto, un capitolo di vita che merita di essere celebrato.
Haute Couture Parigi 2025: nuova era per l’alta moda
“Vertigineux” è il tema della sfilata che si propone come nuova era per l’alta moda, una boccata d’aria fresca che invita a riflettere sulla bellezza dell’imperfezione, sulla gioia di abbracciare il caos e sulla potenza del sogno. La sfilata di Valentino non è solo un evento, ma un’esperienza che ci esorta a esplorare, a interrogare e a celebrare la complessità della vita attraverso l’arte del vestire. Non è solo una sfilata, ma un invito a perdersi nella vertigine delle possibilità, a riscoprire il potere del sogno e ad abbracciare l’unicità di ogni singolo momento.
Un messaggio che, in tempi turbolenti, risuona forte e chiaro: la moda può e deve essere un atto di libertà, una celebrazione della vita e dell’immaginazione. La sfilata Valentino ha dimostrato che l’alta moda è un continuo atto di creazione e reinvenzione, capace di sorprendere e rapire in un mondo in cui le immagini di perfezione sembrano dominare, è fondamentale riscoprire la bellezza dell’imperfezione, dell’unicità, dell’autenticità. D’altronde, la moda, in tutte le sue forme, è un mezzo potente per esplorare e celebrare la complessità dell’essere umano. E come un sogno può diventare realtà. C’est possible!
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