Viaggio verso un audiovisivo sostenibile

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PREMESSA

Il tema della sostenibilità ambientale è al centro della politica pubblica europea, nazionale e internazionale degli ultimi anni. L’Unione Europea ha codificato nel 2019 il Green Deal, una strategia di imponenti dimensioni, sia sul fronte degli investimenti sia su quello delle politiche che, in attuazione di quanto previsto dall’Agenda 2030 dell’ONU del 2015, ha come obiettivo principale contribuire a limitare l’aumento del riscaldamento globale che, secondo le stime dell’IPCC, per non causare danni irreversibili al pianeta e quindi alla specie umana, deve rimanere entro gli 1,5 °C rispetto all’epoca preindustriale. Per rispettare questo limite, l’Unione Europea si è impegnata ad azzerare le proprie emissioni inquinanti entro il 2050, destinando agli investimenti finalizzati alla salvaguardia dell’ambiente buona parte delle proprie risorse nella programmazione per il settennio in corso 2021-2027. Tutti i settori industriali sono invitati ad attivarsi per concorrere al raggiungimento di questo obiettivo comune.

AUDIOVISIVO E SOSTENIBILITÀ

L’audiovisivo rappresenta fin dalla sua nascita uno strumento fondamentale per la costruzione della coscienza individuale e collettiva. La rapida evoluzione che sta coinvolgendo il settore, trainata dallo sviluppo della tecnologia e dalla conseguente trasformazione dei modelli di consumo, potenzia ulteriormente il ruolo sociale e culturale che le immagini svolgono nella contemporaneità. Si tratta inoltre di un settore ibrido che, se da un lato svolge un ruolo fondamentale nella composizione della mappa culturale della popolazione, dall’altro è costituito da una vera e propria struttura industriale, che risponde alle leggi dell’economia e dell’impresa e che, adottando processi complessi, genera – non meno di altre industrie – rifiuti, sprechi energetici e inquinamento. Quella dell’audiovisivo è quindi l’industria culturale per eccellenza, e proprio in questo duplice ruolo è chiamata – come e forse più di altri settori – a interrogarsi sui temi della sostenibilità ambientale.

L’attenzione per l’ambiente da parte dell’industria cinematografica nasce alla fine del secolo scorso negli Stati Uniti: già allora infatti gli Studios hollywoodiani sposano la politica green, elaborando un programma congiunto, condiviso dalle associazioni di imprenditori cinematografici (MPAA) e televisivi (AMPTP) che, nel 2010 ha generato la Green Production Guide (https://greenproductionguide.com), una guida all’attuazione di procedure e atteggiamenti sostenibili nelle attività di produzione.

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In Europa la sensibilità intorno a questi temi si manifesta con almeno un decennio di ritardo: le prime riflessioni sui temi dell’ecosostenibilità applicati ai processi di lavorazione si sviluppano in Italia nel 2011, con l’elaborazione del protocollo Edison Green Movie, frutto di un impegno condiviso fra alcune società di produzione cinematografica e Edison, società leader nel campo della fornitura di energia. Si tratta di un primo tentativo di definizione di linee guida che promuovono una produzione a ridotto impatto ambientale e assicurano una migliore efficienza organizzativa, grazie a un metodo rigoroso e semplice da attuare per il produttore durante le singole fasi di lavorazione del film. Fin dalle prime esperienze di applicazione del protocollo è emerso che l’attuazione attenta delle procedure garantisce anche un risparmio economico per il produttore. L’iniziativa viene seguita dall’elaborazione del Protocollo Ecomuvi (https://www.ecomuvi.eu), nato nel 2013 e tuttora disponibile: una certificazione privata promossa dall’industria stessa che ha come obiettivo l’autoregolamentazione dei processi in chiave di sostenibilità ecologica e ottimizzazione del processo produttivo.

L’EFFICACIA DEI PROTOCOLLI

In una fase iniziale, i principali ostacoli all’applicazione dei protocolli di origine privata possono essere ricondotti soprattutto alla difficoltà di adeguare i processi di lavorazione delle opere a valle dell’introduzione di pratiche innovative. Sebbene queste ultime possano offrire vantaggi significativi e risparmi economici, richiedono l’attivazione di cambiamenti nei metodi di lavoro che tendono a consolidarsi con difficoltà tra gli operatori. Emerge presto la sensazione che lo stimolo per accelerare l’integrazione di una nuova mentalità nei processi produttivi dovrebbe provenire da interventi o incentivi pubblici, al fine di garantirne un’efficacia reale e duratura su larga scala.

Stimolati da queste riflessioni, alcuni enti pubblici competenti in materia di audiovisivo iniziano, a partire dal 2013, a occuparsi in modo strutturato della materia. In particolare, e non casualmente, le prime istituzioni a dimostrare sensibilità sulla sostenibilità ecologica dell’audiovisivo sono la Film Commission della Sardegna e la Film Commission del Trentino, attive rispettivamente in una Regione e in una Provincia Autonoma che per motivi diversi hanno strutturalmente e culturalmente una naturale attenzione ai temi del green.

In particolare, è la Trentino Film Commission a intraprendere nel 2014 un percorso strutturato volto alla promozione dei valori e della cultura della sostenibilità ecologica applicata al settore. La strategia elaborata prevede due elementi fondamentali: in primo luogo, favorire l’adozione di pratiche sostenibili da parte dei produttori di opere audiovisive che girano sul territorio, attraverso dispositivi di incentivo inseriti nel fondo regionale di sostegno economico alla produzione; in secondo luogo, elaborare un sistema di certificazione univoco e condiviso delle procedure green in collaborazione con gli enti competenti in materia ambientale, al fine di rendere la misura oggettiva e applicabile in modo equilibrato e uniforme, quindi incontestabile.

Alla luce di questi obiettivi e della necessità di garantire un riconoscimento istituzionale e univoco delle pratiche ecosostenibili attuate dall’industria della produzione, nel 2015 il Trentino lancia il Protocollo T-Green, di cui il Trentino Film Fund tiene conto ai fini della selezione dei progetti da finanziare. Si tratta del primo fondo regionale in Europa che premia e certifica le produzioni audiovisive che lavorano nel rispetto dell’ambiente.

L’evoluzione del complesso lavoro di coordinamento fra istituzioni e competenze ha portato nel 2017 alla nascita del sistema pubblico Green Film (https://www.green.film): un protocollo per la produzione certificato da APPA (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente) e successivamente da altri enti omologhi italiani e da alcuni enti certificatori privati, che garantisce il rispetto dei parametri essenziali di sostenibilità ecologica delle produzioni audiovisive, applicabile e utilizzabile su tutto il territorio nazionale. Ai fini dell’ottenimento del marchio, il produttore deve adottare una serie di pratiche previste dall’apposito disciplinare, che hanno come scopo l’ottimizzazione delle attività in tutti i segmenti della lavorazione delle opere: dai consumi energetici all’utilizzo dei mezzi di trasporto, alla scelta dei materiali e delle forniture, alla gestione dei rifiuti, oltre all’impegno nel comunicare al pubblico, attraverso il potente mezzo dell’audiovisivo, i valori della sostenibilità. Il Trentino Film Fund garantisce una premialità o fondi aggiuntivi alle produzioni che ottengono il marchio.

Questa iniziativa richiama rapidamente l’attenzione delle altre Regioni italiane e del Ministero della Cultura, interessati ad adottare a loro volta misure finalizzate a promuovere le pratiche ecosostenibili nell’industria a livello nazionale. Nel 2021 il marchio Green Film viene ufficialmente riconosciuto dall’associazione Italian Film Commissions e dal network europeo Cine-Regio. Attualmente i fondi regionali che aderiscono all’iniziativa, e che quindi prevedono premialità specifiche ai fini dell’assegnazione del contributo per le opere che hanno ottenuto una certificazione di sostenibilità – sia essa Green Film, Ecomuvi o altro – sono quelli erogati da Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Sicilia, Toscana, a cui si aggiungono alcuni fondi regionali di altri paesi europei

Dal 2021 anche i Contributi Selettivi alla produzione, erogati a livello nazionale dal Ministero della Cultura, prevedono premialità automatiche per le produzioni che autodichiarano di rispettare i protocolli: nel triennio 2021-2023 circa due terzi dei produttori delle opere che hanno ottenuto il contributo hanno dichiarano il proprio impegno a ottenere una certificazione ambientale.

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Se le prime esperienze hanno riguardato il segmento della produzione in senso stretto, va segnalato che anche il settore della promozione, ovvero dei festival, rassegne e premi cinematografici, ha seguito un percorso parallelo: sulla falsariga di Green Film, sono state elaborate apposite linee guida per l’attuazione di procedure sostenibili in questo segmento. L’iniziativa, promossa da AFIC, (Associazione dei Festival Cinematografici italiani) in collaborazione con i Ministeri della Cultura e dell’Ambiente, ha condotto all’inserimento, a partire dal 2023, di un’apposita premialità automatica nell’ambito dei Contributi nazionali alla Promozione.

La sensibilità al tema si sta diffondendo anche presso le istituzioni europee: in particolare Europa Creativa – Sottoprogramma MEDIA, dell’Unione Europea, e Eurimages, del Consiglio d’Europa, hanno inserito la certificazione green fra i parametri di cui tenere conto per l’assegnazione dei contributi. Va peraltro sottolineato che questo avviene in coerenza con le indicazioni del Green Deal, di cui le linee guida del Programma Europa Creativa 2021-2027 tengono conto nell’indicare fra i tre macro-obiettivi del programma proprio l’ecosostenibilità, accanto al sostegno alla cooperazione e all’incentivo all’innovazione tecnologica.

SCENARIO FUTURO

È importante rilevare che su questi temi l’Italia si è distinta a livello europeo, ponendosi come prima esperienza in materia di certificazione green promossa dalla politica pubblica nel settore audiovisivo: anche i Paesi tradizionalmente caratterizzati da una cultura dell’ecosostenibilità più forte e consolidata stanno iniziando a seguire il percorso tracciato dall’Italia.

A settembre 2024 il protocollo Green Film è stato aggiornato con l’implementazione di un nuovo criterio legato alla sostenibilità sociale delle produzioni, che richiede l’adozione di pratiche lavorative mirate a migliorare la qualità della vita dei lavoratori sul set. Con ogni probabilità, anche in attuazione della nuova normativa comunitaria in tema di obblighi di trasparenza e due diligence nella condotta delle aziende, l’estensione del concetto di sostenibilità in quest’area rappresenterà il principale impegno dei promotori dei protocolli, siano essi pubblici o privati.

L’industria audiovisiva rappresenta la quintessenza delle industrie culturali e svolge senza dubbio un ruolo cruciale nella formazione dell’immaginario collettivo. Proprio per questa sua centralità, è chiamata, forse più di altri settori, ad assumersi la responsabilità di promuovere i temi della sostenibilità. Attraverso i suoi contenuti e l’innovazione nei modelli produttivi, può raccontare e guidare il cambiamento, diffondendo una maggiore consapevolezza sull’importanza di aggiornare stili di vita e pratiche quotidiane in un’ottica sostenibile.

ABSTRACT

In recent years, environmental sustainability has become a central theme in public policies at the European, national, and international levels, with the European Union committed to achieving net-zero emissions by 2050 under the Green Deal. The audiovisual industry, due to its dual cultural and industrial role, is also called upon to contribute through sustainable content and production processes. Following the initial green protocols developed in the United States and Europe, Italy has taken a leadership position with initiatives such as Ecomuvi and Green Film, which certify and incentivize low-impact productions. These protocols have been adopted by various Italian regions and supported by the Ministry of Culture, extending their reach to festivals and promotional activities. Recently, the concept of sustainability has been expanded to include social sustainability in the workplace, with new European directives emphasizing transparency and corporate due diligence. Italy stands out as a model in Europe, paving the way for a more sustainable and equitable audiovisual industry.

 

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