Emanuele D’Asta morto a causa del crollo di un solaio, le indagini

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Sono ancora in corso le indagini sull’incidente avvenuto ieri, mercoledì 5 febbraio, a Castel Volturno nel quale è morto travolto dal crollo di un solaio Emanuele D’Asta. Il giovane aveva solo 23 anni e due figli. Secondo le prime informazioni, “c’erano altre persone ma sono fuggite”.

Emanuele D’Asta morto a causa del crollo di un solaio, le indagini

Aveva solo 23 anni e due figli. È stato schiacciato dai detriti che sono caduti da un solaio crollato, mentre probabilmente stava svolgendo lavori di ristrutturazione. La tragedia si è verificata ieri mattina, intorno alle 12, a Castel Volturno, in via Viverone, nella zona di Destra Volturno.

Emanuele D’Asta si trovava al piano terra di una villetta a due piani disabitata. L’immobile, caratterizzato da muri, cornicioni e pilastri con intonaco scrostato, pareti annerite dalla muffa e infissi corrosi dalla salsedine del mare vicino, riflette il degrado strutturale e sociale che affligge gran parte delle villette della zona, rendendole più simili a un ghetto urbano che a un quartiere residenziale.

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I soccorsi

La segnalazione ai soccorsi è giunta in forma anonima. I primi a intervenire, poco dopo, in via Viverone, nei pressi del Lago Piatto, sono stati i soccorritori del 118. Tuttavia, gli operatori sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del giovane, che è morto quasi sicuramente sul colpo. Successivamente, sono arrivati i vigili del fuoco del distaccamento di Mondragone, i quali hanno delimitato l’area e messo in sicurezza il luogo. Insieme a loro, sono intervenuti anche la polizia municipale, sotto la guida del comandante Domenico De Simone, e i carabinieri della Compagnia di Mondragone.


Leggi anche: Come è morto Emanuele D’Asta, il ragazzo morto travolto dal crollo di un solaio


Le indagini

I militari dell’Arma stanno seguendo il caso per conto della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha avviato un’inchiesta caratterizzata da numerosi e inquietanti aspetti poco chiari. Al momento, le cause e le responsabilità rimangono sconosciute. Oltre alla tragedia, un elemento ha subito colpito i soccorritori: nella villa di via Viverone, oltre al corpo senza vita del 23enne coperto dai detriti, non c’era nessun altro. Tuttavia, attorno a lui si trovavano strumenti che sembrano essere stati utilizzati da più operai. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, è probabile che ci fossero altre persone al lavoro nel cantiere, le quali potrebbero essere fuggite al momento dell’incidente mortale. Saranno le indagini a fare luce sulla situazione.

Dai primi accertamenti effettuati dalla polizia municipale, risulta che presso quel civico, nell’ufficio tecnico, non ci siano lavori in corso. Non è stata presentata alcuna Scia dal proprietario dell’abitazione. Inoltre, non ci sono indicazioni di attività edilizie in atto, né protezioni rinvenute sul posto dal personale dell’Asl intervenuto. In sostanza, si tratta di un vero e proprio “cantiere fantasma”. Questo è purtroppo un fenomeno comune in una zona che, oggettivamente, appare al di fuori del controllo istituzionale e che molti definiscono Terra di nessuno.

Il dolore

La disperazione dei familiari della vittima è palpabile. Emanuele, che viveva nelle vicinanze, ha visto la sua vita spezzata. I suoi parenti sono giunti rapidamente sul luogo dell’incidente, e i soccorritori hanno chiaramente udito la madre urlare, ripetutamente, che «non si può morire per 50 euro al giorno».

Secondo la donna, questo sarebbe l’importo che il giovane riceveva per il suo lavoro, probabilmente legato alla ristrutturazione dell’edificio. Tuttavia, è necessario fare chiarezza su questo aspetto. Chi era coinvolto nei lavori? La casa sembrerebbe appartenere al padre della nuova compagna di Emanuele. Ma la domanda principale rimane: come è potuto crollare il solaio? La villa, sebbene in condizioni precarie, non sembra un rudere. I vigili del fuoco hanno condotto un’analisi tecnica per tutta la giornata di ieri, e le indagini sono ancora in corso. Anche oggi verranno effettuati nuovi rilievi su ciò che resta dell’immobile, che è stato ovviamente sequestrato.

Attualmente, i vigili del fuoco non forniscono alcuna informazione, anche a causa delle numerose incongruenze emerse fin da subito. Alcuni testimoni residenti nel viale affermano che il crollo sia avvenuto esattamente al centro di una stanza, proprio sotto la quale si trovava Emanuele al lavoro. È possibile che sul pavimento superiore ci fossero carichi eccessivi. Oltre alla sofferenza dei familiari della vittima, si aggiunge il dramma di un’altra tragedia che avrebbe potuto e dovuto essere evitata.

Emanuele, secondo quanto raccontano i suoi amici, lavorava come rider, consegnando pasti caldi da una pizzeria locale. Negli ultimi tempi, però, si era dedicato con costanza alla ristrutturazione di un immobile in via Viverone, che è diventato tragicamente il luogo della sua morte. Il suo corpo è stato prelevato alle 14:30 dal personale dell’agenzia di pompe funebri incaricata, dopo l’autorizzazione del giudice che segue il caso, e trasferito all’ospedale di Caserta. La Procura ha disposto un’autopsia, che sarà effettuata presso l’Istituto di medicina legale, da cui si attenderanno ulteriori risposte. L’unica certezza al momento è la tragica scomparsa di un giovane poco oltre i vent’anni.

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