Quest’oggi abbiamo il piacere di intervistare il Presidente CIV Inps, Roberto Ghiselli, sulla questione previdenziale, ci siamo in particolar modo concentrati sui cambiamenti o sulle proroghe delle misure arrivate post approvazione della legge di Bilancio 2025 e sugli effetti che hanno avuto le ultime manovre finanziarie sulle uscite anticipate. Vi lasciamo alle sue parole e lo ringraziamo fin da ora per il tempo che ci ha concesso.
Riforma Pensioni, ultime news: Intervista esclusiva al Presidente Civ Inps Ghiselli
Pensionipertutti: Ghiselli, se dovesse fare un bilancio alla luce della recente legge di Bilancio ed in generale delle ultime manovre finanziarie, cosa si sentirebbe di dire a proposito delle recenti misure previdenziali approvate, sono state utili o lo saranno per permettere ai lavoratori di uscire anticipatamente o accedere prima alla quiescenza sta divenendo sempre piĂą un miraggio?
Ghiselli: Le manovre finanziarie degli ultimi anni hanno ridimensionato drasticamente la possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro, la flessibilità in uscita é stata quasi cancellata. Se consideriamo che i requisiti ordinari per il pensionamento in Italia sono i più alti in Europa, é proprio un bel problema. Va inoltre sottolineato che il meccanismo che lega i requisiti pensionistici alla speranza di vita, a legislazione invariata chi oggi ha meno di 40 anni di età dovrà aspettare oltre 70 anni per poter andare in pensione. Negli ultimi anni l’età di pensionamento effettivo in Italia é aumentata rapidamente passando dai 62 anni di qualche anno fa agli attuali 64 anni e 3 mesi. Eravamo sotto la media europea ma ora l’abbiamo superata e considerando le regole vigenti, la distanza dall’Europa crescerò nei prossimi anni sensibilmente.
Pensionipertutti: In effetti, a proposito di ridimensionare drasticamente le possibilitĂ di uscire anticipatamente, le recenti misure hanno portato ad un inasprimento dei requisiti di accesso sia per Quota 103 che per Opzione donna, come per Ape sociale, questo ha portato ad avere misure esistenti ma in realtĂ molto meno accessibili, ed i dati purtroppo lo dimostrano, dico bene?
Roberto Ghiselli: Nello specifico, praticamente nessuno sta utilizzando Quota 103 con il ricalcolo contributivo, perché eccessivamente penalizzante. Opzione donna ha una platea di poche migliaia di persone perché i nuovi requisiti permettono alle donne di utilizzarla con 61 anni solo se si appartiene a ristrette categorie (invalide, care giver, licenziate, da aziende in crisi). Anche l’Ape sociale ha visto innalzarsi i requisiti di accesso di 5 mesi e quindi anche in questo caso la platea dei beneficiari si riduce. Il numero delle pensioni liquidateannualmente in questi ultimi tre anni é in costante calo e in particolare nel 2024 sono state ben 40.061 le pensioni anticipate in meno rispetto all’anno precedente.
Pensionipertutti: I giovani che spesso hanno lavori precari e poco remunerati sono stati tenuti in considerazione, a suo avviso, in una legge di bilancio di questo tipo, saranno tutelati nella loro previdenza futura, o il rischio Ă© che vadano sempre piĂą tardi, con pensioni basse o che addirittura non raggiungano i contributi necessari?
Roberto Ghiselli: L’ultima legge di bilancio ha completato il quadro, compromettendo la flessibilità in uscita anche per i più giovani. Infatti, la legge Fornero prevedeva la possibilità per chi é nel sistema contributivo di andare in pensione tre anni prima dell’età di vecchiaia se si fosse maturata una pensione pari a circa 1350 euro al mese. Con la nuova finanziaria dal 2023 questo valore supererà i 1700 euro, una cifra irraggiungibile per i più, per molti superiore anche allo stipendio stesso. Questo vale ancora di più se consideriamo le caratteristiche di precarietà o di redditi bassi del mondo del lavoro. Il cumulo delle quote accantonate ai fondi di previdenza complementare, anche questa una novità della nuova legge di bilancio, é un palliativo perché sono pochissimi i lavoratori che aderiscono ai fondi con dei valori contribuzione significativi. Quindi , appunto, le nuove generazioni saranno destinate a lavorare sin oltre i 70 anni, se non si interviene modificando la normativa.
Pensionipertutti: Ma il sistema pensionistico italiano é in crisi o é in equilibrio? Visto che uno dei rischi più spesso paventati, quando si parla di Riforme, e che l’Inps non reggerà a lungo?
Roberto Ghiselli: Il sistema pensionistico italiano é in equilibrio e lo sarà anche nei prossimi anni anche se occorre fare attenzione nel gestire alcune criticità come il calo demografico e l’impoverimento dei redditi, e quindi dei contributi che si versano all’Inps. Per questa ragione é importante, nei prossimi anni, non solo avere più occupati, in particolare favorendo il lavoro delle donne, dei giovani e gestendo accuratamente le politiche migratorie, ma sarà decisiva una crescita dei redditi e quindi dello sviluppo del sistema. Non lavoro povero, ma uno sviluppo di qualità che generi una maggiore produttività del sistema e redditi più alti per i lavoratori.
Ringraziamo Roberto Ghiselli, Presidente CIV Inps, (Consiglio indirizzo e Vigilanza), per averci dedicato del tempo e per aver risposto in modo puntuale alle nostre domande. ricordiamo a chiuinque volesse riprendere parte dell’intervista che, essendo esclusiva, é tenuto a indicare la fonte.
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