Sospensione Confermata Da World Aquatics, Le Dichiarazioni

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Una vicenda complessa e controversa si arricchisce di nuovi capitoli: World Aquatics ha ufficialmente confermato ed esteso la sospensione di Antani Ivanov, che ora si protrarrà fino a marzo 2026.

La decisione, datata 23 maggio 2024, sancisce l’inclusione nel periodo di inabilità del nuotatore bulgaro non solo per la precedente squalifica per mancata presentazione ai test antidoping, ma anche per una nuova accusa di comportamento lesivo nei confronti della Federazione Bulgara di Nuoto (BFPS). Ivanov, noto per le sue accuse pubbliche contro il presunto doping e la corruzione nel sistema sportivo bulgaro, si trova ora al centro di una disputa che va oltre il semplice ambito sportivo.

La conferma della sospensione

World Aquatics ha riconosciuto e validato la sanzione disciplinare aggiuntiva inflitta dalla BFPS nel marzo 2024. La federazione aveva ritenuto le dichiarazioni di Ivanov diffamatorie e dannose per l’immagine dell’organizzazione. In particolare, le sue accuse verso il giovane nuotatore Petar Mitsin e il presunto utilizzo di sostanze proibite sono state giudicate prive di prove concrete, in violazione del codice di integrità sportiva.

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Nota: La Federazione Bulgara di Nuoto ha trasmesso nei giorni scorsi i dettagli della decisione disciplinare, specificando che la sanzione è stata emessa per “azioni diffamatorie” e per “danno d’immagine” alla federazione.

Ivanov stava già scontando una sospensione fino a ottobre 2024 per aver saltato dei test antidoping, e questa ulteriore misura disciplinare estende il divieto di partecipazione alle competizioni fino a marzo 2026. Questo nuovo sviluppo rischia di compromettere in modo significativo la carriera del 24enne specialista della farfalla, già segnata da anni di controversie e conflitti con le autorità sportive bulgare.

Le motivazioni della controversia

Le tensioni tra Ivanov e la BFPS risalgono al 2021, quando il nuotatore aveva denunciato pubblicamente pratiche di doping all’interno della squadra nazionale bulgara. In un episodio particolarmente rilevante, tre giovani nuotatori avevano dichiarato di essere stati obbligati a prendere pillole durante un campo di allenamento, risultando poi positivi allo stanozololo. Ivanov aveva chiesto le dimissioni dello staff tecnico, un appello che rimase inascoltato.

Nel corso degli anni, Ivanov ha continuato a denunciare presunte irregolarità e ha accusato la federazione di corruzione sistematica. In un’intervista del 2023, aveva dichiarato di aver ricevuto minacce di morte e di temere per la propria sicurezza e quella della sua famiglia. La BFPS ha sempre respinto le accuse, definendole prive di fondamento e finalizzate a screditare l’organizzazione.

Un percorso sportivo interrotto

Ivanov ha raggiunto l’apice della sua carriera a 17 anni, quando ai Mondiali del 2017 è diventato il primo nuotatore bulgaro in un decennio a qualificarsi per una finale mondiale nei 200 metri farfalla. Da allora, ha ottenuto risultati significativi, inclusi piazzamenti in finale ai Campionati del Mondo in vasca corta e lunga, ma il suo rendimento è stato condizionato dalle vicende extra-sportive.

Con la conferma della sospensione fino al 2026, le prospettive future per Ivanov si fanno sempre più incerte. Il prolungamento del divieto rischia di allontanarlo definitivamente dalla scena competitiva internazionale, rendendo difficile un ritorno in tempo per i Giochi Olimpici di Los Angeles 2028.

Le reazioni e gli sviluppi

Ad oggi, non risultano ricorsi ulteriori contro la decisione di World Aquatics, lasciando intendere che Ivanov abbia accettato con riluttanza la sanzione. Tuttavia, il nuotatore ha continuato a difendere le sue posizioni, affermando che la sospensione è una ritorsione per il suo impegno nel denunciare presunte irregolarità.

Il caso di Ivanov solleva interrogativi più ampi sul rapporto tra atleti e federazioni sportive, evidenziando la necessità di garantire spazi sicuri per il dissenso e la critica costruttiva senza il timore di ritorsioni.

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LE DICHIARAZIONI DI IVANOV

Antani Ivanov, ha contattato SwimSwam Italia nei giorni scorsi, ed il suo legale di fiducia, Georgi Gradev, Partner della SILA International Lawyers, ci ha trasmesso tutti gli atti ufficiali. Contestualmente, Ivanov, ha dichiarato:

“Desidero affrontare l’enorme ingiustizia che ho subito da parte della Federazione Bulgara di Nuoto (BSF) e di World Aquatics (WA). Sono stato sanzionato due volte per la stessa presunta violazione: aver espresso critiche contro le mancanze della BSF, in particolare nei confronti del suo presidente, Georgi Avramchev, riguardo agli scandali di doping e alla cattiva gestione della federazione.

Il Comitato Esecutivo della BSF mi ha inizialmente imposto una sospensione illegale di tre anni e una multa di 2.000 BGN, senza alcuna base giuridica conforme ai loro stessi statuti. Quando questa decisione è stata contestata, il Comitato Disciplinare della BSF, presieduto dallo stesso Avramchev, ha ridotto la sanzione a due anni di sospensione e una multa di 1.000 BGN. Questo procedimento è stato gravemente viziato: mi è stato negato il diritto di essere ascoltato, il diritto di fare appello e sono stato sottoposto a un evidente conflitto di interessi, con Avramchev nel doppio ruolo di accusatore e giudice.

World Aquatics ha aggravato questa ingiustizia estendendo globalmente la decisione della BSF, ignorando palesemente il proprio Codice di Integrità (Art. 36.2), che vieta il riconoscimento di decisioni che violano principi fondamentali di legge. Ancora peggio, WA ha ingannato il mio team legale suggerendo che il ricorso dovesse essere presentato presso un tribunale civile svizzero anziché al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS), pur sapendo che questa non era la sede corretta. Questo atto di mala fede mi ha ulteriormente privato di una possibilità equa di difendermi.

Tutto questo processo rappresenta un attacco alla mia libertà di espressione e un chiaro tentativo di silenziare le critiche alla leadership della BSF e ai problemi sistemici nel nuoto bulgaro. Le mie dichiarazioni sono state fatte per evidenziare problemi reali che danneggiano il nostro sport, e rivendico il mio diritto di parlare per un cambiamento positivo. Sono determinato a combattere questa ingiustizia nei tribunali svizzeri, deciso a esporre l’ipocrisia, i doppi standard e la mancanza di responsabilità dimostrata sia dalla BSF che da WA. Chiedo la revoca immediata del divieto globale e una revisione indipendente di queste azioni. Non mi fermerò finché non sarà fatta giustizia e finché non saranno rispettati i principi di equità e integrità nello sport.

Conclusioni

Con il prolungarsi della sua sospensione, Ivanov è ora di fronte a una sfida non solo sportiva, ma anche personale. Mentre i suoi detrattori vedono in lui un atleta problematico, i suoi sostenitori lo considerano un simbolo di resistenza contro un sistema percepito come corrotto. Qualunque sia l’esito finale di questa vicenda, la storia di Antani Ivanov resta un monito sulle complessità del mondo sportivo moderno.





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