Transizione Digitale: Il Bando Made 2025

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Transizione digitale: progresso tecnologico e contesto normativo

A partire dai primi anni in cui in Europa si sono introdotti i piani nazionali a supporto della digitalizzazione in ambito manifatturiero (i.e. Industrie 4.0, Governo tedesco, 2013; Piano Industria 4.0, Governo italiano, 2016), si è assistito ad una vera e propria evoluzione della società che ha interessato ogni ambito produttivo, economico e sociale.

Questo è stato causato dall’impatto delle cosiddette tecnologie digitali, che lungi dal concernere i soli settori manifatturieri si sono fatte strada gradualmente in ogni ambito della società, dalla sanità alla logistica, dalla finanza all’istruzione. Parallelamente, si è sviluppata un’evoluzione corrispondente delle politiche di incentivazione e dei quadri normativi a supporto di tale trasformazione.

La situazione in Italia

In Italia, precisamente, abbiamo pertanto testimoniato ad un continuo percorso di potenziamento e messa a punto, che ha portato ad un cambiamento del quadro normativo, da Industria 4.0 a Impresa 4.0, verso Transizione 4.0 e infine Transizione 5.0

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Occorre riflettere sul fatto che progresso tecnologico e contesto normativo si influenzano reciprocamente, poiché il primo richiede un adeguamento del secondo mentre il secondo contribuisce a orientare e dare significato a una evoluzione tecnologica, che spesso procede con una spinta autonoma e naturale, ma non sempre integrata di una visione attenta alle implicazioni sociali. Non di rado, infatti, tale avanzamento è guidato prevalentemente da logiche e dinamiche economiche, senza un preciso riferimento al bene collettivo. 

È proprio in questo contesto che le normative assumono un ruolo fondamentale, incanalando questa spinta propulsiva non solo a beneficio delle industrie, ma anche della società nel suo complesso, favorendo lo sviluppo di soluzioni, servizi e innovazioni capaci di generare valore e rispondere a problematiche urgenti e strutturali tipiche del periodo storico in cui viviamo.

La transizione in atto può essere interpretata attraverso le parole del Rapporto Brundtland (Our Common Future, 1987), che definisce lo sviluppo sostenibile come un equilibrio tra tre dimensioni fondamentali: ambientale, economica e sociale. Il quadro normativo ha progressivamente riconosciuto questa interconnessione, come dimostra il piano Transizione 5.0, che integra il concetto di efficientamento energetico a quello di digitalizzazione.

Questo evidenzia la volontà di integrare in modo sistemico la digitalizzazione del sistema manifatturiero con un impatto ambientale positivo. Resta da interrogarsi su quale ulteriore evoluzione subirà il quadro normativo quando la dimensione sociale verrà pienamente incorporata, ad esempio attraverso interventi mirati al benessere lavorativo, alla progettazione di ambienti di lavoro più sostenibili, al supporto delle vocazioni professionali e alla valorizzazione di carriere sempre di più “senza confini” (i.e. boundaryless).

La transizione digitale come rivoluzione culturale

Con questo punto di vista, i principi di digitalizzazione e di efficientamento energetico, alla base rispettivamente delle discipline Industria 4.0 e Transizione 5.0, si configurano come una vera e propria rivoluzione culturale e strategica che da una parte richiede un approccio integrato nei diversi settori della società moderna e lungimirante in una ottica di lungo raggio, ma dall’altra parte abilita proprio la sostenibilità nella sua accezione più estesa.

Come detto, i principi della digitalizzazione e dell’efficientamento energetico, alla base della disciplina Industria 4.0 e Transizione 5.0 rappresentano non solo un’evoluzione tecnologica, ma anche un cambiamento culturale e strategico e come tale devono essere affrontati.

Infatti, mentre il concetto di Industria 4.0 si concentra sull’automazione, l’interconnessione e l’analisi avanzata dei dati, quello di Industria 5.0 – e più ampiamente di Transizione 5.0 – vuole porre l’accento sul come la nuova rivoluzione industriale abilitata dalle tecnologie digitali possa innescare una transizione dell’intera società verso un paradigma di benessere industriale, ambientale e sociale.

Incentivi a sostegno della Transizione 5.0: il Bando MADE 2025

A sostegno di questa evoluzione, sono stati introdotti numerosi bandi e incentivi mirati a favorire l’adozione di tecnologie avanzate, l’innovazione dei processi produttivi e lo sviluppo di progetti sostenibili e tanti altri saranno sicuramente introdotti nei prossimi mesi e anni.

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Tra quelli di recente pubblicazione si vuole citare il Bando MADE 2025 che nasce con l’obiettivo di sostenere in modo solido e ampio, la transizione anzidetta, fornendo alle imprese italiane risorse e strumenti per affrontare la propria evoluzione all’interno delle sfide del futuro.

Con una dotazione finanziaria complessiva di 5,7 milioni di euro, il Bando MADE 2025 è un’importante iniziativa volta a favorire l’adozione di tecnologie avanzate, l’innovazione dei processi produttivi e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi nell’ottica di Industria 4.0 e 5.0.

Possono partecipare imprese di qualsiasi dimensione, startup innovative e consorzi sotto forma di Associazioni Temporanee di Scopo che presentino progetti finanziabili di due principali categorie:

  • Attività di trasferimento tecnologico, che includono strategie per l’adozione di tecnologie digitali, assessment e roadmap verso Industria 5.0, ricerca e sviluppo, sperimentazione di prototipi e scouting tecnologico;
  • Attività per l’accesso alle strumentazioni e alle isole tecnologiche messe a disposizione dal MADE Competence Center.

Tipologia di Agevolazione

Tra le spese ammissibili figurano i costi per strumentazioni e attrezzature, materiali, servizi di consulenza specialistica e spese generali, con il vincolo che almeno il 70% del costo complessivo sia destinato a consulenza e coinvolgimento delle competenze del MADE Competence Center, mentre le spese per attrezzature e materiali non possono superare il 30%.

Il massimo per i contributi a fondo perduto previsti dal bando è di 400.000 euro per progetto, con intensità di aiuto variabile a seconda della tipologia di attività e della dimensione dell’impresa. Per la ricerca industriale il contributo può coprire fino al 70% dei costi per le piccole imprese, il 60% per le medie e il 50% per le grandi, mentre per lo sviluppo sperimentale le percentuali scendono rispettivamente al 45%, 35% e 25%. Per gli studi di fattibilità valgono le stesse intensità previste per la ricerca industriale.

Le domande possono essere presentate dal 15 gennaio al 31 dicembre 2025 esclusivamente tramite la piattaforma PICA (Piattaforma Concorsi Atenei) di Cineca e verranno valutate entro 45 giorni dalla data di presentazione, salvo esaurimento anticipato delle risorse disponibili.

Bando MADE 2025: opportunità per una transizione digitale

Il Bando MADE 2025 rappresenta un’importante opportunità per le imprese italiane che desiderano affrontare in modo strutturale il percorso di transizione verso l’Industria 4.0 e 5.0. Grazie al sostegno finanziario offerto, le aziende hanno la possibilità non solo di sviluppare progetti innovativi, ma anche di progettare un percorso di trasformazione chiaro e a lungo raggio.

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In un mondo sempre più complesso e interconnesso, il successo delle imprese dipenderà dalla loro capacità di abbracciare il cambiamento, e questo si può fare solo con una chiara consapevolezza della propria condizione iniziale, una cultura aziendale adeguata e un percorso pianificato.

Il percorso verso la transizione digitale, del resto, come già è stato detto, non rappresenta solo un’opportunità di finanziamento, ma un invito a adottare un approccio culturale e strategico che abbracci una visione di lungo raggio, in cui l’innovazione tecnologica sia declinata in un’ottica umano centrica, orientata al benessere lavorativo, ambientale e sociale.

Solo attraverso questa sinergia tra progresso tecnologico e sostenibilità ampiamente intesa, sarà possibile non solo sostenere l’evoluzione industriale ed economica, ma costruire un ecosistema capace di rispondere alle sfide globali e migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini.



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