a che età si muore di più e in quali settori

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La Cgil ha commentato i dati emersi dal rapporto Inail sugli infortuni mortali sul lavoro. Il Lazio è maglia nera d’Italia, con 107 vittime nel 2024, 18 in più rispetto all’anno prima. A morire di più sono gli over 50 nei settori di costruzioni e trasporti.

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Un quadro preoccupante è quello che emerge dall’ultimo rapporto Inail per i morti sul lavoro. Il Lazio ha la maglia nera, prima regione d’Italia per l’aumento delle vittime. La Cgil è intervenuta per puntare i riflettori sui dati allarmanti, spiegando che “nel recente Piano Strategico Regionale in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro 2025-2026 le risorse stanziate sono insufficienti”. L’appello rivolto al presidente Francesco Rocca è d'”invertire la rotta”. A livello nazionale invece “ad aggravare la situazione ci sono le scelte del Governo di non cambiare le leggi sul lavoro, con l’obiettivo di migliorare le condizioni e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Aumentati i morti sul lavoro del Lazio nel 2024

Nel 2024 secondo il rapporto Inail sono 107 le persone nel Lazio, che sono morte sul luogo di lavoro. Un numero che è aumentato rispetto al 2023, con diciotto vittime in più. I settori maggiormente interessati dagli infortuni mortali sono costruzioni e dei trasporti, che rispettivamente contano 14 e 8 vittime. Dati quelli emersi che configurano un quadro allarmante e che fanno conquistare alla Regione la maglia nera in assoluto per la crescita delle morti sul lavoro.

L’età in cui si muore di più sul lavoro nel Lazio

A perdere la vita negli incidenti mortali sul luogo di lavoro sono principalmente gli over 50, con il 59% dei casi. Seguono le lavoratrici e i lavoratori con un’età compresa tra i 35 e i 49 anni, con il 25%. Nel 16% degli infortuni mortali ad essere coinvolto è un under 35.

Crescono anche le denunce sugli infortuni

Nel 2024 sono aumentate anche le denunce degli infortuni, 41.413, 1.045 in più rispetto al 2023. Nel 27% ad essere coinvolti sono under 35, nel 33% le lavoratrici e i lavoratori con un’età compresa tra i 35 e i 49 anni, nel 40% dei casi ad aver denunciato un incidente sul lavoro è un over 50. La Cgil ha però chiarito che “si tratta di dati, sottostimati, perché non sempre le lavoratrici e i lavoratori denunciano gli infortuni, per paura di ripercussioni”.

Cgil: “Inerzia Giunta Rocca su politiche a tutela dei lavoratori”

Cgil definisce i dati emersi dal rapporto Inail “un quadro a tinte fosche, che dimostra l’inerzia della Giunta Rocca sulle politiche per la prevenzione e la tutela della salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Nel recente Piano Strategico Regionale in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro 2025-2026 le risorse stanziate sono insufficienti, non c’è traccia di nessuna azione per verificare l’efficacia della formazione obbligatoria, né in termini di apprendimento, né sull’idoneità degli enti di formazione.

Non c’è nessun investimento per incrementare il personale preposto a compiti di prevenzione e controllo in materia di salute e sicurezza, non sono presenti misure sul contrasto delle molestie e violenze sul lavoro, mancano azioni chiare sul tema delle aggressioni a lavoratori e lavoratrici operanti a contatto con il pubblico. Inoltre, non si interviene in merito agli appalti pubblici e privati, per quanto attiene alla responsabilità di stazioni appaltanti, e committenze e aziende appaltatrici.

“Il referendum a primavera”

“Ad aggravare questa situazione – continua la Cgil – ci sono le scelte del Governo di non cambiare le leggi sul lavoro con l’obiettivo di migliorare le condizioni e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire da appalti e precarietà, dove si verificano una parte importante degli infortuni sul lavoro, e su cui il Governo ha introdotto misure peggiorative. Proprio su questi temi in primavera le cittadine e i cittadini avranno la possibilità di votare ai referendum, per cancellare alcune delle leggi che hanno reso il lavoro più precario, povero, insicuro e meno tutelato”.





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