Guida al Fondo Nuove Competenze, dal 10 febbraio apre il bando per i contributi alla formazione finanziata

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Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Dal 10 febbraio, sino al 10 aprile 2025, è aperto il bando della terza edizione del  Fondo Nuove Competenze. Le aziende che intendono adeguare i propri modelli organizzativi e produttivi,  in risposta alle transizioni ecologiche e digitali, o a seguito di nuovi investimenti strategici o di transizione industriale, e che necessitano per questo di formare con nuove competenze il proprio personale, potranno contare sulla formazione finanziata del ” Fondo Nuove Competenze – Competenze per l’ innovazione “.

In vista di tale scadenza, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha predisposto una guida  per illustrare le caratteristiche salienti del Fondo e supportare le aziende sin dalla fase progettuale dei percorsi formativi personalizzati fino all’inoltro delle istanze.

IL Fondo nuove competenze è uno strumento di politica attiva che negli anni ha rappresentato una delle più importanti agevolazioni per i datori di lavoro che investono nella formazione interna dei propri dipendenti. Una vera opportunità non solo per le imprese, che hanno la possibilità di sostenere l’adeguamento ai nuovi modelli organizzativi o produttivi, ma anche per gli stessi lavoratori ai quali viene offerta l’opportunità di acquisire nuove o maggiori competenze, dotandoli degli strumenti per adattarsi in un mercato del lavoro dove l’incontro fra domanda e offerta risulta sempre più difficile. 

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Concretamente, la misura sostiene queste finalità attraverso il riconoscimento di contributi finanziari per i datori di lavoro privati che abbiano stipulato accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro dei propri dipendenti destinati a percorsi formativi di accrescimento delle professionalità. Il Fondo rimborsa il costo delle ore di lavoro rimodulate destinate alla frequenza di percorsi di sviluppo delle competenze nei seguenti ambiti: 

  1. sistemi tecnologici e digitali;
  2. introduzione e sviluppo dell’intelligenza artificiale;
  3. sostenibilità e impatto ambientale;
  4. economia circolare;
  5. transizione ecologica;
  6. efficientamento energetico;
  7. welfare aziendale e benessere organizzativo. 

I percorsi formativi individuali dovranno poi avere le seguenti caratteristiche : 

1. I progetti formativi devono avere una durata minima (30 ore) e massima (150 ore);

2. Il contributo massimo complessivo riconoscibile per ciascuna istanza non potrà superare: i 2 milioni di euro per singolo datore di lavoro; gli 8 milioni di euro per filiera formativa (Rete d’imprese, associazioni di scopo, partenariato, ecc); 

3. Ogni azienda può chiedere una anticipazione fino al 40% del contributo concesso, previa presentazione di una fidejussione. Il rimborso avviene mediante bonifico diretto dall’INPS.

I datori di lavoro possono presentare una sola istanza di contributo scegliendo fra le tre linee di intervento: sistemi formativi – filiere formative – singoli datori di lavoro.

Dotazione finanziaria – A disposizione del Fondo  risorse per 731 milioni di euro, integrabili con altre fonti di finanziamento, di cui: 730 milioni a valere sulle risorse del Programma Nazionale “Giovani, donne e lavoro” 2021-2027, cofinanziato dal FSE+, e 1 milione di euro proveniente dalle risorse del decreto-legge 152/2021, articolo 10 bis, convertito con modificazioni dalla legge 233/2021. 

Le risorse verranno ripartite si su base territoriale che per tipologia di intervento  : 

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  • 225.943.198,04 euro alle Regioni più sviluppate (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Province autonome di Bolzano e Trento, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto);
  • 39.928.825,74 euro alle Regioni in transizione (Abruzzo, Marche, Umbria);
  • 464.127.976,21 euro alle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia). 
  • il 25% a sistemi formativi, cioè i sistemi/gruppi di imprese caratterizzati dalla presenza di grandi datori di lavoro di riferimento, cosiddetti Big Player;
  • il 25% a filiere formative, cioè i sistemi organizzati e non organizzati di datori di lavoro di imprese micro, piccole e medie che operano preferibilmente in distretti territoriali, specializzazioni produttive, reti o filiere con una vocazione produttiva ed economica;
  • il 50% a singoli datori di lavoro.

Fonte : Min. Lavoro



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