IL COMMENTO Il fallimento della consapevolezza – Il Golfo 24

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DI GIUSEPPE LUONGO

Alla riflessione che segue ho inteso dare la denominazione di un libro di Raffaele La Capria, perché mi sembra che possa ben rappresentare lo stato attuale della nostra comunità. Ho la presunzione di comprendere il pensiero di La Capria, facilitato dalle letture pregresse, fin dai tempi di “Ferito a morte” del 1961, che ritengo la sua opera autobiografica, nonostante l’avviso per il lettore che nomi e personaggi della storia siano immaginari. Ho conosciuto Raffaele La Capria al Circolo Posillipo, prossimo alla sua abitazione di Palazzo Donn’Anna, edificio storico che si prolunga nel mare con il promontorio di tufo sul quale fu costruito. Alla fine degli anni ’40 lui era un giovanotto, io un ragazzo. Si preparava il tempo dei “Leoni al sole”, il film di Vittorio Caprioli del 1961, girato a Positano; una commedia leggera che ben rappresentava il clima scanzonato del tempo, ma già si avvertiva la fine di una cultura, come si rileva nel finale del film, dove è diffusa una malinconia devastante. Quei “leoni” da ragazzi avevano attraversato esperienze drammatiche fino al disastro della guerra e la gloriosa ribellione delle “Quattro giornate” di Napoli alle truppe tedesche, per evitare il rastrellamento e la deportazione. La reazione con la fine della guerra sarà la voglia di libertà e di vivere il tempo della leggerezza. Ironia della sorte uno dei luoghi più famosi per vivere la nuova esperienza per i giovani napoletani fu il borgo di pescatori di Positano, “scoperto” dai turisti-naturalisti tedeschi. Una storia simile si ritrova a Ischia, dove cittadini tedeschi lasceranno una traccia significativa del loro soggiorno per il profondo interesse per la storia naturale e civile dell’Isola e tra questi ricordiamo, tra i tanti, Paolo e Giorgio Buchner per gli studi naturalistici e delle emergenze archeologiche della colonizzazione greca e il loro amico vulcanologo Alfred Rittmann che farà conoscere la geologia di Ischia al mondo dei vulcanologi con la pubblicazione della carta geologica che risulterà il modello per gli studi successivi; una rivoluzione nella geologia dei vulcani. Nel dopoguerra vi era una vera e propria rinascita culturale ed era palese il desiderio di ricominciare a vivere. Il mondo locale si aprì all’Europa e alla cultura americana, del tutto sconosciuta ai giovani.

Raffaele La Capria

L’evoluzione di questo fenomeno avviene in fasi; l’Isola è un attrattore per le sue caratteristiche antropogeografiche, un ambiente mediterraneo accogliente con una natura rigogliosa utilizzata dagli abitanti come risorsa da preservare per l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca; sarà indicata come l’isola verde per il prevalere degli spazi naturali agli insediamenti, limitati ai borghi costieri dei pescatori e a quelli interni per le attività agricole. Alcuni insediamenti si sviluppavano dal mare alle quote più elevate, seguendo strutture di agglomerati antichi sorti sia per le attività produttive della piccola comunità e sia per rifugio dalle incursioni devastatrici per le scorrerie dei Saraceni nel Mediterraneo. La fase successiva si caratterizza per l’intersezione delle culture degli ospiti e della comunità indigena. È questo il punto più alto dell’interesse per un soggiorno a Ischia. L’Isola cresce culturalmente e il turismo produce benessere economico alla comunità. Qualcosa arresta questo sviluppo, manca la consapevolezza che domanda e offerta turistica non si incontrano più come in passato per il profondo cambiamento del clima culturale.Infatti, il turismo culturale è lentamente sostituito da un turismo di massa e la stessa offerta ha trovato un’agguerrita concorrenza. Questa trasformazione non era avvertita come pericolo, in quanto l’affare economico non mostrava segni di recessione. Ma questo risultato era ottenuto a spese della crescita della densità delle costruzioni, dell’assalto ai beni ambientali e della riduzione degli attrattori culturali, per la scelta di una politica turistica che privilegiava i numeri piuttosto che la qualità. Bisognava difendere gli attrattori che caratterizzano l’Isola e renderli godibili, siano essi beni naturali che culturali. Un’intersezione tra questi può rendere l’Isola un unicum che ha pochi concorrenti per il turismo moderno.È compito della classe dirigente affrontare questo problema e risolverlo in una unità di intenti per l’Isola; alla lunga da soli perdono tutti.

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