Operazione antidroga a Sora, arresti e perquisizioni (VIDEO)

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Sora, operazione antidroga: così è stato smascherato il sistema degli albanesi

Ospite in collegamento: Roberta Di Pucchio, condirettore di “Frosinone News”

Emergono i primi dettagli dell’operazione “Turkiste” scattata all’alba giovedì 6 febbraio 2025. I Carabinieri del Comando Compagnia di Sora, in particolare le donne e gli uomini del Nucleo Operativo e Radiomobile e di tutte le Stazioni del territorio, hanno dato il via all’esecuzione di misure cautelari personali e di perquisizione domiciliare a carico di alcuni soggetti componenti un gruppo criminale albanese dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti.

I Militari del Nucleo Operativo di Via Barea, coordinati dal Capitano Domenico Cavallo e dal Tenete del Norm, Giovanni Simeone, sono riusciti, in alcuni mesi di indagine svolta nel 2024, a ricostruire ed a conclamare una proficua attività di spaccio di stupefacenti, in special modo cocaina, accertandone l’esecuzione almeno dal dicembre del 2023 a tutto il dicembre del 2024.

Come è iniziata l’indagine: 31enne albanese ai vertici del gruppo

L’indagine ha avuto inizio a seguito del primo dei due arresti in flagranza, nel mese di dicembre 2023. Un cittadino albanese, allora 23enne, fermato in via Costantinopoli a Sora, era stato trovato in possesso di una dose di cocaina. La successiva perquisizione presso l’abitazione, sita sempre in quella via, aveva consentito ai Carabinieri di trovare altri 30 grammi di cocaina e circa 2000 euro che vennero sequestrati.

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Si trattava di un primo riscontro ad una attività informativa che segnalava agli investigatori come quell’appartamento, acquisito da un altro cittadino albanese oggi 31enne che si trova nel paese natio e che manca dall’Italia da alcuni anni e formalmente preso in locazione dalla madre di questi, fosse una vera e propria piazza di spaccio, dove venivano ospitati i gregari del gruppo criminale di cui proprio il 31enne rappresenta il vertice.

Inquinamento, Frosinone soffoca: la responsabilità è collettiva

L’ultimo Rapporto Mal’Aria 2025 di Legambiente classifica il capoluogo come città più inquinata d’Italia. Pensare a un’aria pulita a Frosinone è quasi un paradosso. Ogni anno la qualità dell’aria peggiora, eppure le soluzioni rimangono sempre le stesse: qualche pista ciclabile, qualche giornata ecologica, qualche promessa vuota.

Il problema è profondo, strutturale ma anche culturale. Frosinone è geograficamente intrappolata tra le montagne, un luogo dove ciò che entra difficilmente esce. Ma usare la conformazione del territorio come scusa per l’immobilismo è da irresponsabili. Se l’aria non circola, dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere, non illuderci che qualche palliativo risolva tutto. Il nodo è culturale: serve un’educazione ambientale che inizi nelle scuole, che insegni ai bambini a rispettare l’ambiente prima ancora di imparare a leggere e scrivere.

Animali abbandonati, un rifugio per sperare: la storia di Nicolas e dei suoi cani salvati

Nel cuore di Alatri, tra le colline verdi e il silenzio della natura, esiste un luogo speciale dove il destino cambia per chi non ha più nulla. Un piccolo rifugio, semplice ma colmo di speranza, accoglie cani abbandonati che hanno conosciuto solo il lato crudele dell’essere umano. A prendersi cura di loro c’è Nicolas Casertano, un ragazzo che ha fatto del suo dolore una missione.

Tutto è iniziato con una perdita che ha segnato profondamente la sua vita: il suo amato cagnolino, scomparso a causa di un tumore. Quel dolore avrebbe potuto sopraffarlo ma lui ha scelto di trasformarlo in forza, dedicandosi a chi, come il suo fedele amico, aveva bisogno di aiuto. Da quattro anni, insieme a suo padre, accoglie cani segnalati attraverso una pagina Instagram, li cura con amore e pazienza, restituendo loro la fiducia nell’uomo. E quando sono pronti, li affida a famiglie che possano donare loro una nuova vita.

Storie di rinascita e il potere dei social

Il potere dei social, se usato con coscienza e sensibilità, può diventare un ponte che unisce destini spezzati. Grazie alla pagina Instagram, Nicolas riceve segnalazioni quotidiane di cani abbandonati o in difficoltà. Gli utenti gli scrivono per raccontare di animali lasciati soli, maltrattati o bisognosi di cure. È così che il giovane riesce a intervenire tempestivamente, offrendo loro una nuova possibilità di vita.

Ogni cane che passa per il rifugio porta con sé una storia, fatta di sofferenza ma anche di rinascita. Come Sofia, una cucciola nata da una madre abbandonata. Nicolas l’ha accudita e, dopo mesi di cure e attenzioni, è riuscito a trovarle una casa a Torino. Un viaggio lungo, ma con un lieto fine che ha ripagato ogni sacrificio.

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