Artrosi e osteoporosi: due entità comuni da prevenire – Il Giornale di Chieti

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Il periodico mensile della Rubrica STRONARIEDUCA per questo febbraio pone la curiosità su un tema molto importante, ossia la prevenzione delle malattie ossee quali Artrosi e Osteoporosi.

Queste due entità patologiche del sistema scheletrico colpiscono entrambi i sessi, tutte le etnie e, in un certo qual modo, sia il giovane che l’adulto in terza età. Insomma, non fanno sconti a nessuno.
Purtroppo sentiamo spesso, anzi sempre più ricorrente, casi di artrosi giovanili e osteoporosi precoci, probabilmente causa della piega “frenetica ed accelerata” che ha preso la nostra vita.
Ebbene sì, un contesto sociale che viaggia accelerato, viviamo di momenti così rapidi e, in molti casi, sollecitati, sia fisicamente che mentalmente, i quali sottopongono il nostro sistema psico-somatico a dura prova. Conseguenza? Maggior uso e consumo delle nostre articolazioni.

L’Osteoartrite o Artropatia degenerativa (AD) sono i termini più corretti e scientifici in Medicina per indicare l’artrosi, condizione in cui un’articolazione (o più di una) degenera, ovvero l’apparato cartilagineo e osseo comunicano a deformarsi, erodersi e, come risultato dei due processi, infiammarsi. Pertanto nel processo artrosico si assiste ad una deformazione ossea, con neoformazione di speroni ossei detti “osteofiti” i quali risulteranno fastidiosi in quanto pungenti e stimolanti i tessuti molli adiacenti alle aree articolari e, non per ultimo, la carenza cartilaginea la quale sarà causa di attriti, frizioni e scrosci articolari con conseguente algia e infiammazione. L’esame principe di tale patologia ossea è sicuramente la radiografia a RAGGI X del distretto articolare interessato, per lo studio dei capi articolari e degli annessi.

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Il primo a parlarne fu Ippocrate di Kos, medico dell’Antica Grecia conosciuto come il “padre della Medicina”, attraverso una raccolta di scritti all’interno del suo Corpus Hippocraticum, magna opera del medico ellenico. E cosa consigliava a suo tempo? Bagno freddo, massaggio ed esercizio motorio.

L’Osteoporosi potremmo definirla un’antitesi dell’artrosi, una condizione inversa ma dalle sintomatologie simili. Come ci indica la desinenza latina “poros”, ossia “cavità”, proprio ad indicare un osso con pori, cavità, volgarmente detto bucato, il quale presenta una ridotta densità minerale ossea. In parole semplici e dirette, il nostro osso internamente è costituito da una matrice di cellule e minerali, formandone un valido, solido ed elastico riempimento. Quando tale materiale interno viene meno, l’osso alla radiografia compare “porotico”, appunto con dei vuoti interni. Il mancato equilibrio tra osteoblasti (cellule che producono osso) e osteoclasti (cellule che provvedono al riassorbimento osseo) genera osteoporosi, spesso incalzata nella donna dalla menopausa e dall’assenza degli estrogeni.

Chi descrisse e coniò per primo tale termine?
Un medico francese ma di origine tedesca, tal Jean Lobstein (1777 – 1835), un esimio prosettore di anatomia patologica, studioso della struttura ossea. Descrisse le “cavità” dell’ osso spugnoso, dunque delle epifisi, e coniò due termini, appunto osteoporosi e osteogenesi imperfecta, un’altra problematica scheletrica. Lobstein riprese lo studio delle ossa del Neolitico (7.000 anni fa), ove l’Uomo possedeva uno scheletro più duro, ma si intravedevano già “assottigliamenti” delle ossa lunghe, come tibie e femori.
Infatti oggi si ricorre all’esame diagnostico più importante per la rilevazione dell’osteoporosi ossia la MOC/DEXA (densitometria ossea che conferisce due parametri importanti da valutare, T-score e Z-score), oltre la radiografia normale, che viene eseguita in due dei distretti più colpiti del corpo umano, il femore e la colonna vertebrale, aree ben conosciute per le famose lesioni che si possono purtroppo subire.
Risultato? Indebolimento della struttura ossea con facilità alla lesione, alla frattura.

Insomma abbiamo a che fare con due entità molto comuni (più o meno tutti gli adulti hanno almeno un’articolazione con un’incipiente artrosi o un inizio di osteopenia) che attanagliano la nostra quotidianità, l’artrosi, “sua maestà” della patologia ossea e l’osteoporosi, una “ladra di ossa”, che dobbiamo contrastare ogni giorno attraverso un’ottima educazione posturale, educazione alimentare e un corretto bilanciamento delle attività lavorative e sociali che ruotano intorno a noi. Come al solito, la prevenzione posturale, resta il trattamento vincente.

Al prossimo articolo, curioso e leggero, per intrattenere i nostri interessi.

Dr Marco Strona ‎



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