Catania, il referendum sulle ztl non si farà: le firme non bastano. “Ma non è una sconfitta”

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L’esito

L’impegno profuso anche nelle zone periferiche di Librino e San Giorgio

Di Leandro Perrotta |

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Solo 6.600 firme raccolte a fronte di 7.500 necessarie. Il referendum per abolire la zona traffico limitato (ztl) da piazza Federico di Svevia quindi non si farà. Ma per i promotori “non è una sconfitta. Anzi, è una vittoria”, come dice Giovannnella Urso del Movimento popolare catanese. Dopo 120 giorni di impegno con banchetti organizzati soprattutto “nelle zone popolari da Librino a San Cristoforo”, sottolinea Santo Musumeci (associazione Catania più attiva). La sua associazione in particolare ha puntato molto al tema dei divieti estesi anche ai disabili, con multe subite anche “con il regolare pass esposto”. Però “abbiamo ottenuto la rimozione del comandante dei vigili urbani”, sottolinea.

Giuseppe Ferrara, blogger e tiktoker che per primo ha sollevato la questione delle difficoltà di commercianti e residenti per la ztl, dice invece: “Abbiamo fatto vedere il paradosso di una amministrazione Trantino che ha sposato il programma di pedonalozzazioni del candidato sconfitto, cioè Caserta. I catanesi avevano già deciso con le elezioni che non le volevano. E dimostrato come l’obiettivo della partecipazione popolare è possibile. Questo nonostante ci vogliano il 3% delle firme degli elettori. Per il referendum nazionale sono l’1%, questo non aiuta. Chi avrà più risorse riuscirà”.

Giuseppe Pappalardo, di Pro Italia Catania, sottolinea invece come si sia data voce “alla Catania vera quella che in queste zone ogni giorno vive e lavora”. Per Orazio Vasta, del sindacato inquilini di Asia Usb, il problema non è invece la ztl – “nessuno di noi è contro, ma il punto è che sono calate dall’alto” – ma piuttosto la gentrificazione. “Sorgono sempre più b&b e case vacanza. Ci sono cento agenzie immobiliari in città ma non si pensa a chi in quelle zone dovrebbe vivere”, conclude.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA






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