E’ Cesare Parodi, 63 anni da compiere a maggio, il nuovo presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati. Alla fine di una lunga giornata fatta di dibattiti e riunioni delle correnti, il Comitato direttivo centrale elegge i nuovi vertici dell’Anm e dà il via libera ad una giunta unitaria, in cui manca all’appello solo Articolo 101.
Un accordo che si è sbloccato nel tardo pomeriggio dopo che Area ha rinunciato ad uno dei posti in giunta in favore di Magistratura Democratica. “Chiederò in tempi brevi un incontro con il governo. Non possiamo rinunciare a nessuna strada per la difesa della magistratura, è un momento delicato e non possiamo commettere errori”, ha messo subito in chiaro dopo l’elezione Parodi.
E in serata la premier Giorgia Meloni, dopo avergli augurato buon lavoro, si è subito detta pronta ad accogliere “con favore la richiesta di un incontro col governo” auspicando “che, da subito, si possa riprendere un sano confronto sui principali temi che riguardano l’amministrazione della Giustizia nella nostra nazione, nel rispetto dell’autonomia della politica e della magistratura”.
Nel corso del dibattito oggi Parodi aveva sottolineato come la sua corrente “non avrebbe fatto un passo indietro su nulla”. “Condividiamo assolutamente – sono state le sue parole – ogni punto di questa battaglia. Noi siamo comunque un potere dello Stato, siamo cittadini che stanno portando avanti una battaglia per difendere la Costituzione su cui abbiamo giurato. Io credo che sia legittima almeno la nostra richiesta in tempi brevi”. E ancora, tanto per ribadire la sua posizione: “sappiamo che le leggi le fa il Parlamento, le decide il Governo, ma come tutti gli altri cittadini possiamo dire la nostra e far valete le nostre ragioni”. Un riferimento chiaro e netto tanto alla riforma della giustizia voluta dal governo e avversata dalla quasi totalità della magistratura associata – che ha monopolizzato gli interventi del Comitato direttivo – quanto anche allo sciopero indetto per il 27 febbraio. Che resta confermato, con buona pace di chi credeva che con i nuovi vertici lo scontro sulla riforma fosse archiviato. “Lo sciopero è stato deliberato – ha spiegato infatti Parodi subito dopo l’elezione – oggi non è stato revocato.
Tutto ciò che accadrà nei prossimi giorni sarà condiviso con la Giunta, sicuramente non è stato revocato”. Parodi è procuratore aggiunto a Torino ed appartiene al gruppo di Magistratura Indipendente, la corrente moderata e filo governativa, che all’elezioni per il direttivo ha ottenuto il maggior numero dei voti: 2.065 su 6.857 preferenze espresse. Numeri che gli hanno consentito di ottenere 11 seggi a fronte dei 9 di Area (con 1.803 voti), degli 8 di Unicost (con 1.560), dei sei di Magistratura democratica (con 1.081 preferenze) e dei due di Articolo 101 (con 304). Il Comitato ha eletto come segretario generale Ruocco Maruotti (Area) e come vicepresidente del sindacato delle toghe Marcello De Chiara (Unicost). Il vicesegretario dell’associazione sarà Stefano Celli (Md) mentre Giuseppe Tango (Mi) – dato in pole per il ruolo di presidente – sarà coordinatore dell’ufficio sindacale. A Monica Mastrandrea (Unicost) la direzione della rivista La Magistratura. In giunta entrano anche Chiara Salvatori (MI), Paola Cervo (Area), Marco Rossetti (Md) e Dora Bonifacio (Unicost).
Ruoli assegnati con il bilancino che hanno un unico obiettivo: cercare e mantenere l’unità in una fase che tutti giudicano “delicatissima”. Serve però, è l’auspicio emerso dagli interventi, una “unità che non sia solo formale ma il programma di tutti”. Il dialogo con la controparte, il governo, “ci deve essere” ma è necessario “far capire a tutti, a cominciare dai cittadini – hanno detto i rappresentanti delle correnti – le conseguenze nefaste di questa riforma”. Il più votato alle elezioni, Giuseppe Tango, ha parlato di “momento drammatico”. “E in gioco il futuro della nostra associazione – ha aggiunto -, tutti sono chiamati a dare un contributo. Ci impegneremo oppure sarà la fine”.
Parodi, magistrato dal ’90 e volto noto a Torino
Il nuovo presidente dell’Anm è un volto storico della magistratura inquirente torinese. Cesare Parodi, 63 anni da compiere (è nato a Torino il 28 maggio 1962), sposato, ha indossato la toga nel 1990 e nell’anno successivo ha preso servizio nella sua città di origine, prima nella procura presso la pretura e poi, nel 1999, nella procura ordinaria presso il tribunale.
Nel 2017 è diventato procuratore aggiunto con il compito di coordinare il pool fasce deboli, il folto gruppo di pm specializzato nel contrasto ai reati da codice rosso. I colleghi gli hanno sempre riconosciuto ottime doti di organizzatore.
Per quel che riguarda l’associazionismo è legato a Magistratura Indipendente. Fra gli slogan con cui sostenne una sua candidatura di qualche anno fa figurano gli inviti a votarlo “se le tue idee politiche ti sono altrettanto care della riservatezza e terzietà che il nostro ruolo ci impone”, dove la “riservatezza” si può anche intendere come il silenzio-stampa che di norma accompagna le sue inchieste, e “se non sei interessato a dare lezioni di democrazia agli altri, ma non sei disposto a accettare quelle che altri pensano di potere dispensare”.
Parodi è tra l’altro curatore e autore di trattati e monografie e di circa 350 articoli in tema di diritto penale e procedura penale. Nel 2017 ha curato per Giuffrè ‘Il diritto penale dell’impresa’, nel 2019 ‘I procedimenti penali speciali’ e nel 2020 ‘La nuova riforma delle intercettazioni’. Ha anche partecipato come esperto formatore e relatore a numerosi corsi della Scuola Superiore della Magistratura.
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