Donald Trump, il monarca repubblicano

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Donald Trump ha ripreso possesso della Casa Bianca e con la spinta di Elon Musk sta ridisegnando il rapporto degli Stati uniti d’America con il resto del mondo. Come?

Delle sue posizioni in economia siamo quotidianamente informati, ma che cosa ha in testa davvero questo personaggio che troppo spesso confiniamo nelle sue origini di “immobiliarista”?

Secondo il Guardian del 5 febbraio – più che il famigerato ‘Progetto 25’ dell’estrema destra repubblicana – a legittimare il suo fare è la libertà di agire già goduta dai precedenti inquilini della Casa Bianca, Bush e Clinton e Biden.

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LA DIFFERENZA sta nella forma, dove in essi prevaleva un’accorta ipocrisia politico-istituzionale, in Trump c’è l’aperta intenzione di far sapere al mondo che sta sovvertendo l’ordine costituzionale del suo paese per decreto. Le motivazioni, all’origine della valanga di decreti, sembrano nascere sia dal realizzare le vendette minacciate in campagna elettorale e sia dal mettere fine alle istituzioni federali autonome. “Le vendette” riguardano i licenziamenti dei procuratori federali ostili, del personale Fbi di alto livello, del management della Federal Aviation Administration, l’abolizione delle scorte ad alti funzionari considerati infidi.

La “de-federalizzazione” colpisce il Dipartimento del Tesoro i cui fondi saranno privatizzati, la Social Security e il Dipartimento delle risorse umane. È già operante la chiusura del Us.Aid nei paesi privi di strutture sanitarie. Infine nei siti Web, risalta la rimozione di critiche alle iniziative del governo.

A leggere i decreti, uno per uno e a valutarli, essi non sono che la prova del potere di un monarca del diciottesimo secolo e a conferma vi è il suo appellarsi ad una legge del 1798 Alien Enemy Act. (con cui vennero deportati civili giapponesi e italiani durante la seconda guerra mondiale) per far paura a messicani e venezuelani. Un monarca in America?

E QUALE SARÀ la sua strategia dopo aver predisposto il controllo del suo paese, che cosa devono temere il Messico, il Canada, e Panama? E la Groenlandia? E Gaza, immaginata come la Costa Azzurra ma senza i palestinesi? C’è poi la sua promessa di metter fine al conflitto in Ucraina, sulla quale stanno venendo allo scoperto novità, quasi esilaranti. Zelensky offre uno scambio: da una parte le terre rare ucraine e dall’altra il sostegno militare. E l’affare sembra ottimo. Vero è che al momento i russi stanno occupando parte del territorio dove si trova la merce di scambio ma se l’affare va a buon fine, arriveranno finalmente le armi americane al livello di quelle russe. E il conflitto potrebbe avere un percorso a favore di Kiev.

IL SOLO PUNTO non ancora chiaro riguarda le intenzioni del monarca repubblicano nei confronti dell’avversario Cina, lo Stato con il partito comunista al governo, con un’economia all’avanguardia (come ha appena dimostrato persino nel settore bigh tech) con il nazionalismo dei cinesi, tornati all’onore del mondo. La Cina che tratta la Russia come semplice alleato cui dare – e non più come nel lontano passato sovietico, cui chiedere. La Cina che guarda alla perduta egemonia europea e alle misere beghe attuali interne all’Unione europea, con gran disprezzo e intanto penetra nelle ex colonie europee con il proposito di applicarvi con il medesimo successo le misure adottate per trasformare le sue campagne, i suoi villaggi. Per dare al mondo un’altra prova del suo saper fare. Ma che fare con Trump e Musk che prima di pensare, urlano minacce e vendette? Alla Cina appaiono barbari come all’epoca di Confucio consideravano i bianchi, ma intanto valutano il presente. Nei decenni della guerra fredda, l’America si è dotata di un apparato militare che è il maggiore esistente, con basi installate un po’ dovunque, e di conseguenza si considera inattaccabile.

Nella realtà dopo il 1945, ha perso tutte le guerre in cui si è lanciata, ma le armi le ha e le ama e ne fa un uso domestico, in famiglia, nelle scuole, nei luoghi pubblici.

Il monarca repubblicano non ha emesso alcun ordine esecutivo al riguardo: i suoi elettori non capirebbero una tale mossa, propria alla natura del paese di cui il loro sovrano ben sa e da cui deriva un solido legame. Un legame su cui Musk e l’universo dei big tech contano per le proprie strategie. Con il Trump.2 sono di casa alla Casa Bianca: la plebe che lo ha eletto, e per l’appunto i protagonisti delle tecnologie informatiche, dell’intelligenza artificiale, delle sperimentazioni nello spazio.

A RISCHIO DI sparire è l’intelaiatura costituzionale del paese America, a favore delle privatizzazioni e in economia del protezionismo. C’è poi l’ultima provocazione ed è l’intenzione di abolire le Nazioni unite. Tale è l’epoca in cui viviamo dal 20 Gennaio 2025.

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