Fine Vita in Toscana. Una Terra senza Dio?

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Viene da chiedersi esiste una Dignità della vita o Dignità della morte in Toscana? 

La cultura dello scarto avanza. Il 10 febbraio voto in aula della Legge sull’ eutanasia. Cinquanta sfumature di non rispetto della dignità umana nel fine della vita in Toscana

di Michela Cinquilli (avvocato canonista)

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

L’impegno promosso dalle associazioni cattoliche di varie categorie professionali e degli stessi Presuli Toscani, non ha promosso l’auspicata riflessione, dialogo e mediazione. La data rimane calendarizzata per la discussione in aula al prossimo lunedì 10 febbraio sulla proposta di legge Cappato.

Non sono servite le motivazioni antropologiche, esposte nel corso delle audizioni nella deputata commissione del consiglio regionale della Toscana; le ragioni di dovuta trasparenza, che impongono di non imputare una simile scelta alla sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019, come invece la componente della maggioranza dei consiglieri del PD vuole affermare a difesa della richiesta Legge, la quale ha solo tracciato un circoscritto ed eccezionale perimetro in cui l’aiuto al suicidio potrebbe non essere sanzionabile con la reclusione; le prevalenti e inderogabili ragioni costituzionali, che vietano alle Regioni di legiferare in materia di fine-vita, perché certamente invaderebbero materie che sono di competenza esclusiva dello Stato, quali l’ordinamento civile nel consentire atti di disposizione della vita, l’ordinamento penale nell’intervenire sulla disciplina di cause di non punibilità del reato di cui all’art. 580 c.p. ovvero indicando Livelli Essenziali di Assistenza.

A nulla sono valse le richieste di voto segreto, il passaggio preventivo al collegio di garanzia proposto dal Consigliere Marco Stella, non ritenuto legittimo dalla Presidenza del Consiglio (Antonio Mazzeo), i proclami del gruppo FdI, che continua ad invocare l’illegittimità del Provvedimento, quelle del consigliere della Lega, Giovanni Galli, consigliere della Lega, orientato verso la libertà di scelta, imputa il caso del suicidio assistito «come la dimostrazione della identità relativista e nichilista della sinistra Toscana». Secondo il consigliere leghista, si tratterebbe di «battaglia ideologica libertaria, strutturata sull’idea che ogni individuo possa e debba rispondere solo a se stesso».Questo meccanismo, introdurrebbe un inedito e totalmente inaccettabile federalismo della vita e della morte? La volontà dei consiglieri della maggioranza è quella di procedimentalizzare e quindi introdurre un obbligo? Giovanni Galli, parla di «logica meramente egoistica o meglio nichilista che spinge a vedere la terra Toscana come una terra senza Dio».

Effettivamente, esistendo già la legge 219/2017 sulle disposizioni trattamenti sanitari, che comprende espressamente nella relativa nozione anche i trattamenti di idratazione e nutrizione artificiale, la legge 38/2010 per l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, si vuole, come sottolineato dalla proposta di legge Coscioni, solo sottolineare con forza la natura procedimentale della norma e il suo carattere tecnico.

La riflessione della Chiesa cattolica, emersa anche dal comunicato dei Vescovi della CET, sul tema in oggetto, ha come fulcro la centralità della persona umana e della sua dignità. Certo la nozione di persona è oggi molto discussa. La comprensione che la teologia (morale) ne ha maturato riconosce la persona umana come originale unità di corpo e spirito, con una costitutiva natura relazionale. Questo comporta che l’esercizio compiuto della libertà si realizzi come responsabilità: ogni decisione sulla vita della persona, anche quando si tratta della propria, non è mai indipendente dal riconoscimento del suo valore di “dono” ricevuto e del rapporto che sempre intrattiene con gli altri, intesi sia singolarmente sia come società. La vita umana è grande e preziosa, e come ricorda G. Paolo II nella Evangelium Vitae (1995), anche se non è realtà “ultima” ma “penultima”, «è comunque realtà sacra che ci viene affidata perché la custodiamo con senso di responsabilità e la portiamo a perfezione nell’amore e nel dono di noi stessi a Dio e ai fratelli» (n. 2).

Il tema enorme della sofferenza umana non deve essere trattato dal legislatore come un guerriero che propugna valori, bensì come quello di un tessitore, nel senso che deve essere orientato alla costruzione della più ampia condivisione possibile. Serve una norma chiara e mite, rispettosa della pietas e della diversità irripetibile di ogni persona. Per queste ragioni il concetto della relazione, di cura potrebbe costituire il bandolo utile a dipanare molte delle matasse in cui rischia di aggrovigliarsi la discussione Toscana. Concludo con la risposta rilasciata dal Card. Lojudice al La Nazione (2 febbraio): «Si può lavorare sulle modalità di lenire le sofferenze e ormai è un dato acquisito da tempo il rifiuto dell’accanimento terapeutico. Ma c’è un punto di equilibrio, oltre il quale non si può andare: la vita non si scarta mai, nemmeno di fronte a enormi difficoltà».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link